Comfort (Alison's pov)

6 0 0
                                    


Cammino velocemente avanti e indietro nel corridoio dell'Università, con le braccia dritte lungo il corpo e i pugni serrati.
Non capisco più niente, tutto intorno a me è sfocato, confuso.

"Tutto bene?" Mi chiede una voce che non avrei voluto mai sentire in questo momento.
Mi volto di scatto e lo guardo fisso negli occhi.

"Non è il momento, lasciami in pace."
"Le tue mani..." Dice avvicinandosi a me e prendendole tra le sue.

Ho stretto i pugni così forte che le unghie mi hanno lacerato la pelle facendomi così uscire il sangue.

"Non è niente."
Le Ritiro immediatamente e le infilo in tasca.

"Hai bisogno di rilassarti, altrimenti ti troverai con le mani fuori uso."
"Ho bisogno di stare sola."
"Questa è l'ultima cosa di cui hai bisogno."
"È cosa dovrei fare, sentiamo."
"Dovresti venire a casa mia, ho una sorpresa per te."
"Credo di averti già fatto capire che non voglio venire a letto con te."
"Questo l'hai pensato tu, pervertita" Dice ridendo "Voglio solo farti vedere un posto, ci vado sempre io per rilassarmi."
"Accetto solo perchè non sono dell'umore adatto per discutere."
"Perfetto, ci vediamo alle quattro davanti casa."

Così mi avvio verso l'aula di psicologia per seguire l'ultima lezione.
***
"Dove vai?" Mi chiede Gwen vedendomi uscire.
"Ehm...vado a fare un giro in spiaggia."
"Ah, divertiti allora."

Così prendo il solito bus e con passo lento mi dirigo verso casa di James, non sono molto sicura di volerci andare.
Ma ormai gli ho detto di sì, quindi devo farmi coraggio.
Sono appena arrivata, quando vedo James venirmi incontro.
La brezza salmastra mi accarezza il viso, inspiro a pieni polmoni l'odore del mare.
"Sei pronta, ragazzina?"
"Diciamo di sí."
"Vedrai, ti piacerà" Escalma voltandosi e avvicinandosi ad una piccola canoa rossa a due posti.
"Dai, vieni" Mi dice incitandomi ad avvicinarmi con un gesto della mano.
"Se cadiamo in acqua, moriremo congelati... è quasi novembre e l'acqua è gelida."
"Non cadremo" Afferma sorridendomi.
"Lo spero."
E così anche se con un po' di titubanza mi costringo a salire.
"Sei mai andata su una canoa?"
"Certo, qualche volta, quando ero più piccola."
"Bene, sei pronta?" Mi chiede porgendomi un remo.
"Andiamo."

Costeggiamo la parete rocciosa piena di fenditure dove la marea respira come una balena pietrificata.*
Sull'acqua cristallina si riflettono i deboli raggi del sole, che penetrano attraverso una cortina di nuovole eteree.
La pala del remo sposta l'acqua creando dei vortici danzanti accompagnati da un rilassante sciabordio.
In lontananza scorgo dei faraglioni che si ergono solitari come guardiani dell'infinita distesa oceanica.

Dopo qualche minuto ci addentriamo in una delle mille cavità nascoste che pullulano nella parete rocciosa, intravedendo uno scorcio meraviglioso.
Non appena entriamo una vampata d'aria calda e umida mi investe, cullandomi verso un senso di rilassamento, sento quasi la tensione delle mie spalle sciogliersi.
Alla fine della grotta una luce penetra da una fessura tra gli spuntoni acuminati di roccia, simili a delle guglie di una cattedrale gotica.
Ai nostri piedi una spiaggia abbraccia una lingua di mare color zaffiro.
Rimango a bocca aperta; è davvero stupefacente.

"Ti piace?" Mi chiede James scendendo dalla canoa e porgendomi la mano per aiutarmi a scendere.
"È stupendo."
"Sono contento che ti piaccia."
"Ti andrebbe di fare un bagno?" Aggiunge con una strana luce negli occhi.
"Ma sei pazzo, se non ti ricordi è autunno. L'acqua è gelida."
"Toccala" Dice indicandola.
Faccio come dice e rimango sbalordita. "Ma come? È calda."
"Sul fondo c'è un vulcano, che emette calore riscaldando così questa zona."
"Non ci posso credere, è il posto più bello che abbia mai visto."
"Dai, entra." Mi incita James spogliandosi.
"Ma non ho il costume."
"È la stessa cosa, alla fine il costume è un completo intimo solo più colorato."
Solo il pensiero di togliermi i vestiti mi imbarazza.
Il che mi imbarazza abbastanza perchè ieri mi sono dimenticata di fare la lavatrice e questa mattina mi era rimasto solo un completino fin troppo rivelatore.
È di pizzo nero e lo slip è leggermente sgambato sul sedere.
Non posso resistere alla tentazione di farmi il bagno, così prendo coraggio e mi spoglio.
"Mi rimangio quello che ho detto. Questo è molto meglio del costume"
esclama ridendo.
"Perchè mi guardi così, non sono mica un alieno."
"Sei bellissima" sussurra senza togliermi gli occhi di dosso.
"Dai smettila, mi metti in imbarazzo."

Non appena mi immergo sento ogni muscolo del mio corpo rilassarsi, continuo a guardare sbalordita questa grotta.
"È un posto magico" affermo facendo un giro su me stessa per avere una visione a trecentosessanta gradi.
Improvvisamente sento James afferrarmi i fianchi e avvicinarmi a lui.
"Chiudi gli occhi, rilassati."
Cerco di fare ciò che mi dice ma questo contatto mi rende abbastanza nervosa.
"Non ti stai rilassando" mi sussurra.
Così mi fa voltare verso di lui e poggia la sua fronte sulla mia. Le nostre labbra sono separate solo da qualche millimetro.
Inizia ad accarezzarmi la schiena lasciando sulla mia pelle una scia di fuoco.
Senza accorggercene ci siamo allontanati e non riesco più a toccare il fondo.
Anche se so nuotare, quando non tocco più vado nel panico.
Così non avendo altro appoggio mi stringo forte a James avvolgendogli le gambe intorno alla vita.
"Ehi, mi stai stritolando."
"Scusa, è che quando non tocco vado nel panico."
"Pensavo sapessi nuotare."
"Ed così. Ma quando qualcosa è fuori dal mio controllo impazzisco."
"Ecco, qui dovresti toccare di nuovo."
Non so per quale motivo ma continuo a rimanere nella stessa posizione.
Così chiudo gli occhi e mi faccio trasportare dal suono del mare che si infrange contro gli scogli.
Sento il suo respiro sempre più vicino finché le sue labbra non sfiorano le mie.
Inizia a mordicchiarmi il labbro inferiore facendo crescere in me il desiderio di un contatto maggiore.
"James" lo supplico. Non voglio che vada a finire come l'altra volta, per quanto io possa desiderare baciarlo il mio orgoglio me lo vieta, dopotutto non mi serve un ulteriore conferma per capire che tipo di ragazzo sia.
"Mi dispiace" dice allontanandosi leggermente dal mio volto.
"Non fa niente" rispondo cercando di allontanarmi da lui.
"Non andare, ti prego" mi sussurra sfiorandomi l'orecchio con le labbra.
Mi stringe più forte e anche se il mio cervello mi dice tutt'altro decido di accontentarlo. Stare abbracciata a lui mi fa sentire protetta.
Non so per quanto tempo rimaniamo avvinghiati; le mie gambe che gli cingono i fianchi, le sue mani che scivolano lungo la mia schiena e i nostri petti che si abbassano e rialzano lentamente.
"Alison, sta facendo buio dobbiamo andare" esclama con voce leggermente roca.
Così lo lascio andare e una sensazione di vuoto, di incompletezza si impossessa di me.
È la prima volta che mi capita di stare tanto tempo in silenzio con una persona e di non sentirmi in imbarazzo.
E come se ci capissimo all'istante, come se i nostri corpi parlassero.

What were you waiting for?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora