Why me (Kalipso's Pov)

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Kalipso's pov

Ho passato tutta la notte a pensare, cosa alquanto insolita per me. Sono quel tipo di persona alla quale basta appoggiare la testa sul cuscino per cadere in un sonno profondo; evidentemente il fatto che io sappia il segreto di Ethan e non abbia ancora deciso cosa fare squilibra le mie abitudini.

Al mio risveglio non trovo Ashley ma  un messaggio nel quale mi avvisa di aver passato la notte con Jamie. Non ho scelta se non quella di alzarmi e andare a lezione.

Ci impiego una ventina di minuti a prepararmi e, con le cuffiette nelle orecchie, mi dirigo verso l'università.
Dopo essere stata investita da un orda di universitari che evidentemente non capisce che, anche se sono bassa, non hanno il diritto di sballottarmi tra loro come una palla da ping pong, raggiungo l' aula di biologia.
Ad una decina di metri da me vedo Ethan e Cara insieme e subito il mio istinto analizza il loro comportamento, soffermandomi su Cara. Cerca di trattenere un sorriso nascondendolo dietro al suo solito sguardo da acida, ma sappiamo tutti che è solo una facciata.
Fortunatamente, prima di compiere qualsiasi azione, Cara entra in classe e Ethan si allontana dall'aula nella quale è entrata.

Agisco evitando di pensare e senza dargli spiegazioni lo prendo per il braccio e lo trascino nel bagno delle donne.

-Ehy, buongiorno, com'è il tempo laggiù?- mi dice prendendomi in giro.
-Non ho tempo per le tue stupide battute, voglio sapere perché.-
-Beh dovresti saperlo, studi medicina, è questione di genetica, c'è chi è alto e chi-
Non gli lascio il tempo di concludere la frase dicendo: -Sto parlando della tua ragazza, sto parlando di Elisabeth.-
Il solo nominarla fa scomparire il suo sorriso e per la prima volta lo vedo andare nel panico.
-Perché l'hai fatto?- gli domando o sarebbe meglio dire gli urlo addosso.
-Senti Puffetta, prima di tutto calma e poi io non ho mai promesso niente a Cara, le sono semplicemente amico... Fatti gli affari tuoi.-
Ignoro il nomignolo con cui mi ha chiamata e vado dritto al sodo.
-Okay, tanto volevo solo una conferma di aver preso la decisione giusta. E non osare dirmi fatti gli affari tuoi non quando si parla delle ragazze.-
-In che senso? Kalipso, che intenzioni hai?-
-Di dirglielo, ovvio- affermo e inizio ad incamminarmi verso la porta, ma lui si mette davanti e mi blocca l'uscita.
-Non farlo- afferma con tono grave come se fosse un ordine e la cosa mi soprende. -Lascia le cose così Kalipso, io so cosa sto facendo. E poi tra me e lei non c'è assolutamente niente, siete voi ragazze ad aver visto qualcosa oltre la nostra amicizia.-
- E lasciare che tu la faccia soffrire un domani?- dico furiosa.
- Come se non sapessimo che sta già soffendo... A proposito, cosa le è successo?
-Non sono affari tuoi!-
-Non importa, lo verrò a sapere prima o poi e sai perché ne sono convinto? Perché sappiamo che qualunque cosa le sia accaduto io sono in grado di aiutarla...-
Ha ragione, la sua sola presenza aiuta Cara e anche se lei fa di tutto per nasconderlo Ethan riesce a farle dimenticare Andrew.
-Starò zitta.- E al suo sospiro di sollievo aggiungo: -per ora Ethan... Per ora-
-Prima che tu vada però, puoi dirmi almeno se è stata... insomma se è stata ferita?-
-Ribadisco... Non sono affari tuoi.-
E cosí dicendo esco dal bagno e trovo il corridoio vuoto; sono in ritardo di venti minuti.
Corro verso l'aula, il docente mi fa entrare e credo di averla passata liscia, ma alla fine dell'ora il professor Armstrong mi ferma e una volta rimasti soli in classe inizia a parlare.
-Non me lo aspettavo da lei questo ritardo... E sinceramente nemmeno il voto a malapena sufficiente dell'ultimo esame scritto.-
Le sue parole mi ricordano il poco tempo che ho dedicato allo studio e nonostante mi demoralizzino parecchio, con sicurezza che non provo affermo:
-Non accadrà mai più.-
Così al suo cenno del capo mi congedo.
Ma invece di dirigermi verso l'aula della prossima lezione esco fuori e mi incammino verso il campo di atletica, il quale è vuoto.
Appena poggio il piede sullo scalino degli spalti sento il telefono squillare e con gesti impacciati lo caccio fuori dalla borsa trattenendo il respiro....MAMMA
Apro la chiamata e con voce esitante le parlo:

-Ciao mamma, tutto bene?-
-Sì, tutto bene... Io e tuo padre abbiamo parlato con il suo capo e dice che riesce a farti entrare all'università vicino casa quindi-
-Mamma, aspetta, io ormai ho già iniziato e non voglio tornare lì, qui ho tutte le mie amiche e io-
-Ecco che ricominci: io, io, io pensi solo a te stessa? E alla tua povera madre rimasta da sola non pensi? Sei stata tu a lasciarmi, potevi restare con me ma hai scelto di seguire la tua strada senza di me!-
-Lo sai che non-
-Ho sentito abbastanza. Ho una figlia che non vuole ascoltarmi e pensa prima a se, non voglio parlarle. Hai fatto le tue scelte e ne pagherai da sola le conseguenze.-
E con questo chiude la chiamata.

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