Ghost (Cara's pov)

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Nota autrice:
Eccoci qui con la seconda parte, adesso ritorniamo a dove eravamo rimasti con il capitolo di Kalipso, ovvero a Dylan con la mano ferita che va fuori a schiarirsi le idee.

Cara's pov

Lo trovo fuori al balcone, seduto su una piccola sdraio di plastica.
"Ehm-ehm" tossisco per far notare la mia presenza e Dylan si gira di scatto.

"Ciao" dice. E anche se il suo volto è illuminato solo dalla flebile luce lunare, riesco a vedere che il sorriso che mi mostra è tirato.

Noto un piccolo cerotto sulla sua mano, quindi per iniziare la conversazione gli chiedo cosa gli sia successo.
Ma Dylan mi liquida con una risposta secca ed evasiva.

Così mi decido a parlargli direttamente.

"Dylan... Non vorrei che quello che è successo rovini il nostro rapporto."

"Stai tranquilla, ho solo bisogno di tempo" Risponde lui.

Io gli accarezzo il braccio e sorrido, cercando di mostrami rilassata. Una parte di me si sente in colpa per avergli fatto quello stupido scherzo della maglietta, forse ora non saremmo qui a cercare di comunicare normalmente, ma un'altra parte è compiaciuta del fatto che Dylan provi qualcosa per me... Mi sento così meschina.

Dylan guarda le mie dita che scorrono sulla sua pelle e dice: "È successo tutto lì, a New York... È quando ti tolgono qualcosa che pensi di non poter farne più a meno."
Fa un sospiro e continua.
"Sai, pensavo a te di notte, quando ero solo con la luna. Cercavo il tuo volto tra quello delle newyorchesi alte con i capelli lunghi e castani.
Ogni volta che scattavo una foto, mi chiedevo se ti sarebbe piaciuta.
Tutte le canzone dei suonatori di strada mi ricordavano te.
Mentre nuotavo, ti immaginavo lì a fare il tifo per me.
Quando correvo dentro Central Park, ti proiettavo accanto a me, con i capelli mossi al vento.
Ma non pensavo a tutto ciò che avevamo passato, solo ad un ipotetico futuro.
Ho colmato la tua assenza con il pensiero fisso di te, mi sono innamorato di un fantasma, non della vera Cara" dice Dylan, con gli occhi rivolti davanti a sé.
"Era tutta un'illusione. Cioè, non che tu non sia degna dell'immagine che mi ero creato, ma erano solo le fissazioni di un ragazzo a cui mancava molto la sua migliore amica. E la mancanza era così dolorosa che ha finito per trasformarsi in ossessione. Capisci? Questo non è amore" afferma con una nota di malinconia nella voce.

Io rimango immobile, incapace di proferire parola.
Ma il fiume di pensieri che scorre nella mia testa è inarrestabile.
Non avrei mai creduto che lui potesse provare delle emozioni così forti per me, non avrei mai creduto che fosse capace di dirmi delle parole simili.
In altre circostanze mi sarei innamorata di lui solamente per le cose che mi ha detto; la storia di lui che pensava a me guardando la luna... Come fa il cuore di una ragazza a non sciogliersi? Direbbero gli altri.
E non lo sanno, che io, pezzi di cuore li ho persi per strada.*
Ho imparato dalla stessa persona che mi accarezzava con una mano e mi trafiggeva con l'altra, colui che sussurrava dolci parole con le stesse labbra che baciavano le altre ragazze che quelle parole non significano niente. E guai a lasciarsi incantare.
Ovviamente Dylan non ha cattive intenzioni, ma quello che oggi sente con tutto il suo cuore domani sarà già svanito. Le persone sono volubili e capricciose, cambiano continuamente, come il clima.
I sentimenti sono fuori dalla nostra portata, indomabili. I cuori sono creature selvagge, questo è il motivo per cui il torace è una gabbia.

E io non sono più quella di prima.
Ho sbagliato troppe volte, non lo rifarò per l'ennesima.
Non mi innamorerò mai più, tantomeno per le parole di un ragazzo che è in balia delle emozioni e non distingue l'amore dal bisogno di compagnia. E alla fine lo ha capito lui stesso che questa improvviso interesse in realtà è qualcosa di temporaneo, dovuto alla solitudine che lo affliggeva a New York. Voleva una ragazza che gli stesse accanto e le associato il mio volto.
È capitato anche a me di pensare di provare qualcosa per qualcuno, presa dal momento, ma poi ripensarci con la mente lucida e farci una grassa risata sopra. Spero che vada così anche per lui... Deve andare così, non posso accettare che lui soffra per me.

"Che fa lì in piedi la mia Marshmallow? Vieni qui, sto monologo che ho fatto sarà durato un'ora." Dice battendosi le mani sulle ginocchia.
Mi avvicino cauta e mi siedo sulle sue gambe.
Tengo il capo chino, incapace di guardarlo negli occhi.
Dylan mi prende il mento e mi fa alzare lo sguardo.
"Ehi. Non fare così. Dovevo spiegarti perché l'ho fatto. Non vorrei mai che pensassi che l'ho fatto per puro divertimento."

"Non l'avrei mai pensato. Io ti conosco."

"Lo so. Mi conosci come nessun'altro."

Gli cingo la nuca con le braccia e appoggio la testa sulla sua spalla.
Non voglio pensare a quello che è successo, né a quello che succederà. In questo momento voglio solo abbracciare il mio migliore amico.
Mi addormento subito dopo grazie al calore del suo corpo e alla melodia rassicurante del battito del suo cuore.

Mi addormento subito dopo grazie al calore del suo corpo e alla melodia rassicurante del battito del suo cuore

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