the truth (Cara's pov)

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"Ho bisogno di parlarti"

"Ti prego, lascia che ti spieghi."

"Ho sbagliato, lo so, ma vorrei spiegarti come stanno le cose."

Rileggo i messaggi di Ethan prima di mettermi a letto. Una parte di me vorrebbe sentire cosa ha da dire, una parte di me avverte la sua mancanza. Così la metto a tacere rileggendo questi miseri messaggi, che sono tutto ciò che mi rimane di lui ora.

 Non ho lettere, regali, ricordi materiali. E prima di qualche giorno fa, non avevo neanche sue chiamate o messaggi . A volte mi chiedo se abbia fatto parte davvero della mia vita o se sia avvenuto tutto solo nella mia testa. Non ho nulla di suo, neanche un oggetto dimenticato per sbaglio, eppure ha lasciato dentro di me uno scompiglio immane.

Sto per mettere via il telefono quando compare l'avviso di chiamata. E' lui.

Non rispondo, lascio squillare fino alla fine.

Poi arriva un messaggio:

"Sono sotto casa tua. Se non rispondi aspetterò qui fino a domattina. Per favore."

Decido di chiudere questa storia, di dirgli addio una volta per tutte. D'altronde è assurdo che continui a passare i miei giorni pensando a qualcuno che è praticamente un fantasma nella mia vita.

Afferro una giacca, infilo le scarpe ed esco. Un misto di emozioni mi pervade mentre scendo le scale. Principalmente rabbia, una dose di tristezza, ma anche un pizzico di impazienza di vederlo, per quanto mi sforzi di soffocarla.

"Cara!" esclama Ethan vedendomi.

Gli si illuminano gli occhi, evidentemente non credeva sarei mai scesa.

"Ethan" rispondo io ricambiando il suo entusiasmo con freddezza.

"Come stai? E come sta Kalypso?"

"Stiamo bene. Ma non sono venuta qui per scambiare quattro chiacchiere."

"Hai ragione. Ma forse sarebbe meglio parlare seduti da qualche parte."

"Va benissimo qui" rispondo secca.

"Ok" risponde lui stringendosi nella giacca.

"Non so bene da dove partire, e non voglio assolutamente impietosirti o giustificare le mie azioni, ma devi sapere che c'è un lato di me che non conosci, e che vorrei non avessi mai conosciuto."

Lo guardo in silenzio.

"Quella del non ti merito... Non era una stronzata. Tu non mi conosci davvero, io sono una persona di merda. Nel paese da cui vengo  non c'erano molti modi per fare soldi, ma la mia famiglia ne aveva decisamente bisogno. Sono entrato in un brutto giro."

Ethan fa una pausa. Distoglie lo sguardo dal mio e ricomincia a parlare.

 All'epoca avevo una ragazza, mi seguiva in tutto ciò che facevo. Purtroppo non sono stato capace di tenerla lontana da quel mondo e l'ho trascinata con me nel baratro. Ma sai com'è finita? Che grazie al basket, l'unica cosa in cui sono capace, mi hanno preso per il college e sono riuscito ad uscirne. Invece lei vive ancora in quello squallore."

Stento a riconoscere la sua voce. Non l'ho mai visto così. La sua facciata di arroganza e sicurezza è completamente sgretolata.

 "L'ultima volta che ho provato a chiudere si è tagliata i polsi davanti ai miei occhi."

Rimango immobile, senza emettere un fiato. Non mi sarei mai aspettata una storia del genere.

"Ethan, mi dispiace moltissimo..."

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