Double date (Cara's pov)

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Cara's pov
Non voglio uscire dalla doccia. Il getto dell'acqua sulla pelle è una delle cose che amo di più in assoluto, forse si colloca nella classifica al terzo posto dopo il dormire e il mangiare. Considerate le mie due passioni principali, a volte mi chiedo se non fossi destinata a nascere gatto. Questo animale, in più, è indipendente e concede le sue attenzioni a pochi, non come i cani ed esattamente come me. Questo è uno dei tipici ragionamenti nosense che faccio sotto la doccia.

La prospettiva di ciò che mi aspetta fuori da qui rende ancora più invitante la permanenza sotto l'acqua; Kalipso ha organizzato un appuntamento a quattro senza tenere minimamente conto della mia opinione. Dice che ho bisogno di conoscere qualcuno per levarmi Andrew dalla testa. Non credo che sia così semplice, ma purtroppo con lei non ho diritto di scelta.

Sono andata nel suo appartamento a lavarmi e vestirmi per non disturbare Sharon e Gabriel che si trovano nel nostro alloggio. Spero che si dedichino alla ginnastica sul letto di Sharon e non sul divano.

Alla fine mi decido ad uscire dalla doccia e avvolgo un asciugamani morbido per nascondere il mio corpo spigoloso.

Non capisco perché le ragazze aspirino alle anche sporgenti e alle costole evidenti, quando un fisico pieno e morbido è spesso molto più apprezzato.

Sì, perché è sentirsi apprezzate quello che vogliono, sentirsi attraenti; ma sentirsi belle per gli altri, non per se stesse. Mentre alla fine dovremmo solo accettarci per come siamo.

Accettarci, perché amarci è una parola grossa, e avevo imparato che per amarsi si deve essere in due, il che è totalmente sbagliato e nocivo.   Dipendevo da lui, il mio sentirmi bene con me stessa era un conseguenza del suo apprezzamento. Ogni cosa che facevo era per lui, per guadagnarmi le sue attenzioni, per essere alla sua altezza. E ora che non c'è più sono tornata quella ragazza timida e insicura di una volta.                                                                                                                         Era una parte così integrante della mia vita che è diventato un pezzettino di me stessa e ora che lo odio, odio un po' anche me.

Guardo il mio riflesso sul vetro appannato e mi sembra di vedermi per come sono realmente, sfocata...
Sto svanendo lentamente, sto perdendo me stessa.

Non ho voglia di indugiare in questi pensieri, quindi prendo il telefono di Kalipso dalla mensola del bagno e metto un po' di musica per distrarmi. Lo faccio sempre mentre mi preparo. Parte la canzone "work" di rhianna ed entro in cucina twerkando.

"La tua canzone, Kaly!" Esclamo ridendo.

La guardo, ma non sta ridendo.
Ha gli occhi sbarrati e mi indica con lo sguardo qualcosa alla mia destra. Ogni volta che fa così mi viene un infarto e il più delle volte si tratta di innocui insetti.
Questa volta però ci sono due ragazzi  sul divano che mi guardano divertiti. Ma, come se non bastasse, scorgo due occhi celesti che riconosco subito. Possibile che sia proprio lui? Anche in questa situazione non posso fare a meno di soffermarmici per un secondo, quegli occhi mi ipnotizzano letteralmente. Rimango pietrificata per qualche attimo, poi mi porto una mano al petto per coprirmi e l'altra per tirare giù l'asciugamani corto. Naturalmente è un operazione impossibile e non faccio che peggiorare la situazione, allentando il nodo che mi mantiene il panno addosso.

"Giratevi!" urlo.
I due obbediscono e io corro in bagno, direi coperta praticamente solo dalla vergogna.

Kalipso mi raggiunge e mi guarda apprensiva. "Mi dispiace non averti detto che erano in casa."

Scuoto la testa e rispondo: "Io non esco più da qui."

Poi ci guardiamo e scoppiamo a ridere nello stesso momento.

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