Coffee (Kalipso's pov)

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Mi dirigo verso la libreria e inizio a prepararmi per il pomeriggio di solitudine. Ebbene sì, Josh aveva un impegno con l'università e quindi oggi tocca a me dirigere tutto. Almeno avrò il tempo di esaminarla bene, la presenza di Josh ha sempre distolto la mia attenzione dall'ambiente in cui lavoro.

Apro la porta che conduce al mio paradiso personale. Una volta dentro l'attenzione viene catturata dagòi espositori di libri sparsi per la stanza; ad ognuna di queste isole corrisponde un genere. E' come se approdassi in un arcipelago della letteratura, circondata dai libri che ami.
I volumi sono sistemati anche sulle librerie addossate alle pareti,tinteggiate di bianco per non stridere con i colori delle copertine, ma di un bianco caldo.

Una volta attraversata la "stanza delle isole", si entra in una sala caratterizzata dalle pareti bordeaux come l'insegna della libreria. Per ogni lato della stanza vi è una poltrona che ho fatto aggiungere personalmente in modo che il lettore possa scegliersi in tranquillità il libro. Josh non è mai stato d'accordo con questo, diceva che avremmo trasformato la libreria in una biblioteca ma gli ho spiegato che il vero lettore non vuole solo leggere i libri ma vuole possederli, averli in casa, sottolineare e ogni volta che si ha voglia rileggerlo. Ricordo come mi guardava quel giorno... Quello sguardo era così intenso, mi fece sentire apprezzata e sì, lo ammetto, anche desiderata. Questa libreria sembra così vuota senza di lui...

Cado di peso sulla poltrona, prendo il mio cellulare dalla tasca e lo chiamo... Sto già per pentirmene ma al secondo squillo risponde.

-Pronto?-

Non vorrei essermelo immaginato ma nel suo tono sorpreso noto una punta di rabbia.

-Sono io... Mi chiedevo, cioè volevo sapere se avessi finito all'università per venire qui, in libreria.-

-Ora sono a casa, ho finito con l'università ma puoi occupartene anche tu, lavori per me non devo starti sempre dietro. Appena finisci chiudi e torna a casa.- E con ciò chiude la chiamata.

Non capisco cosa sia successo; il suo tono freddo mi ha fatto male, come se ci fosse stata una mano attorno al mio cuore, e ogni sua parola corrispondesse ad una stretta. Ormai credevo che ci fosse qualcosa tra me e lui... Certo, ci nascondevamo da tutti ma questo non rende falso ciò che c'è, o almeno c'era tra noi. Ho fatto qualcosa? Ho sbagliato in qualche modo? Forse non avrei dovuto affezionarmi a lui, forse era solo il brivido della conquista, dell'andare contro legge "relazione tra alunna e professore". Beh, se è così che stanno le cose meglio averlo saputo ora che in seguito, il dolore sarebbe stato maggiore, anche se ora mi è difficile credere che si possa sopportare qualcosa di peggio...

***
Sono in ritardo, sono in ritardo! Dopo esser tornata dal lavoro mi sono messa a letto senza cambiarmi e senza impostare la sveglia, Ashley non mi ha nemmeno chiamato.
E come se non bastasse ho sbagliato piano, quindi devo farmi di corsa le scale. Svolto l'angolo correndo e dopo un secondo vado a sbattere contro qualcosa di duro; poi il dolore della botta è sostituito dalla sensazione di un liquido caldo sul mio petto.

-Ahia, ahia!-

Allargo il tessuto bollente della mia ormai ex maglietta bianca dalla pelle e capisco che colui con cui mi sono scontrata doveva avere del caffè in mano.

-Adesso come caz...- le parole mi muoiono in gola. È davanti a me, i suoi incredibili occhi mi guardano. Sento il dolore che mi ha accompagnata fin da ieri acuirsi, ma sono distratta dal luccichio dei suoi occhi, guardandoli attentamente scorgo un turbinio di emozioni riflesse in essi... Non faccio in tempo a soffermarmi su di esse che sento la sua mano stringermi per il braccio e iniziare a tirarmi per il corridoio. Mi riprendo dallo shock e cerco di strattonarmi dalla presa.

-Lasciami Josh!- affermo con tono autoritario ma la sua presa diventa più forte.
-Mi stai facendo male...- Ma è come se non ascoltasse. Mi trascina davanti ad una porta e con un po' di forza la apre. L'interno è davvero deprimente: a destra c'è un vecchio lavabo a colonna sormontato da una piccola finestra ricoperta da ragnatele e alcuni banchi ammucchiati vicino al muro, mentre a sinistra ci sono tre porte. Una di queste, poiché è distrutta, lascia intravedere un water; capisco quindi che siamo in un vecchio bagno dell'università.

-Lavati la maglietta.-
Il suo non è un consiglio, è un ordine.

Non voglio stare qui, se per Josh era tutto un gioco voglio tagliare i ponti con lui.

Lo vedo voltarsi verso la porta e restare fermo lì; capisco che mi sta dando un po' di privacy. Mi levo la maglietta e cerco di rimuovere la macchia con l'acqua. Dopo cinque minuti capisco di aver peggiorato solo la situazione: della macchia è rimasta una leggera chiazza ma la maglia è completamente bagnata. Indossandola, oltre ad ammalarmi, sarei praticamente nuda.

Mi volto per poi bloccarmi: Josh ha le braccia incrociate sopra la testa, ad ogni suo respiro vedo le spalle alzarsi ed abbassarsi; non ho bisogno di controllare per sapere che sotto la sua maglietta c'è un corpo pieno di muscoli, dai pettorali agli addominali fino alla schiena possente.
La sua felpa è abbandonata sul pavimento e la maglia sollevata lascia intravedere le fossette di Apollo.
Le sensazioni annebbiano il mio dolore, non posso farcela... Chiudo il rubinetto e lui drizza la schiena girandosi verso di me.
Sento il suo sguardo sul mio corpo. In questo momento ho indosso solo un reggiseno nero e dei jeans eppure il suo sguardo mi fa sentire come se fossi irresistibile. Lo vedo venirmi incontro ma non faccio niente per scostarmi. Le sua mani mi cingono le guance e la sua bocca è sopra la mia, ma ho le labbra serrate.
La sua mano sinistra lascia la mia guancia per scivolare verso il basso, sfiorarmi un seno e stringermi il fianco. Non resisto; ricambio il suo bacio e mentre le nostre lingue si intrecciano le mie mani sollevano la sua maglia, ci separiamo solo il tempo di levarla. Le sue mani mi stanno slacciando il reggiseno e una volta tolto avvolgo le gambe ai suoi fianchi, il mio seno struscia sul suo petto nudo eccitandoci entrambi. Indietreggia finchè non sento la mia schiena a contatto con il muro, la sua bocca scende sul mio collo e inizia a succhiare.
Mi dà una poderosa spinta, sento la sua erezione e le sensazioni che provo sono incredibili ma voglio di più... Spinge di nuovo, stringo di più le gambe, il desiderio viene soddisfatta per pochi secondi dalle spinte ma il bisogno aumenta sempre di più. Sento il tessuto dei miei slip inumidirsi, le mie unghie si conficcano sulla sua schiena, rimarranno i segni a forma di mezze lunette sulle sue scapole, ma anche lui mi ha marchiato con il succhiotto.
Fermati!

-No, Josh!- le mie parole lo bloccano.

Mi guarda come se lo avessi ferito, come se si fosse dichiarato e l'avessi respinto.
-Non mi vuoi?- chiede mentre mi tiene ancora stretta.

-Non puoi ignorarmi, trattarmi male e poi cercare di scoparmi! Non puoi, cazzo!- Sento gli occhi inumidirsi ma non piangerò davanti a lui.

-Ignorarti? Trattarti male? Di cosa parli?-

-Di ieri, Josh...Mi sento usata così. Ogni passo che facciamo avanti poi ne facciamo due indietro...Non puoi ignorarmi per tutta la serata, farmi credere che sia stata solo una presa in giro, "il brivido di andare contro legge" -

-No, non arrivare a conclusioni affrettate. Io ti voglio, eccome se ti voglio, Kali, e non solo fisicamente... Non sono pronto a dirti tutto, ancora no... Devi solo sapere che in questi giorni ho cercato di allontanarmi ma stavo impazzendo! Dio, se stavo impazzendo... Quando sono con te vorrei urlare a tutti quello che sento poi penso ai danni che potresti ricevere, alle conseguenze e cerco di allontanarmi, ma non ci riesco: ci ho provato ma ormai sei parte della mia vita.-

Non so che dire, se quello che dice è vero anch'io non sono ancora pronta ad ammetterlo a lui...
Lentamente mi sporgo verso di lui e poso un delicato bacio sulle sue labbra, le quali si allargano per sorridermi.





Nota autrice:
Salve lettori, spero che il capitolo vi sia piaciuto molto e che esprimiate i vostri giudizi. Il motivo principale di questa nota autrice è un altro in realtà: sto scrivendo un'altra storia, ovvero protect me. Non è una semplice storia d'amore e spero che la trama vi incuriosisca!

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