Green christmas (Alison's pov)

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Alison's pov

"Sveglia!" un suono sordo e ripetuto si accompagna alla voce squillante di Cara.

"Gwen, per favore, apri tu la porta prima che commetta un omicidio" dico lamentandomi.

Nessuna risposta... Cara intanto continua a bussare imperterrita.
Mi alzo lentamente dal letto e fisso per qualche secondo Gwen.

"Sei una stronza" esclamo dandole una cuscinata sulla faccia.

Non appena apro la porta Cara invade la mia piccola stanza saltando e urlando: "È natale, sveglia. Dai ragazze, allegria!"

"Come puoi pretendere che sia allegra se continui a urlare come una pazza, per giunta di prima mattina?"

Noto qualcosa che si muove sulla testa di Cara. Indossa un ridicolo cerchietto rosso dove torreggiano due Babbi natale attaccati ad una molla, che ad ogni piccolo movimento della testa si dimenano come in preda alle convulsioni.

"Perché non vai a svegliare Ashley e Kalipso invece di rompere a noi" propone Gwen stropicciandosi gli occhi.

Cara fa finita di non averla sentita e come se non bastasse caccia dalla tasca una campana e inizia a scuoterla lacerandomi i timpani ed annunciando:
"Su, in piedi, ci aspetta una bellissima giornata."

"Cara, basta, sei una rompi palle" sbotto chiudendomi la porta del bagno alle spalle.

"Ci vediamo nella sala comune per salutarci, tra un paio d'ore andremo tutte a casa" conclude allegramente.
***

Non ho mai amato questa festività, per me è un giorno come un altro, non capisco tutta questa eccitazione che le persone provano.
Non ho mai festeggiato il natale, non ho mai ricevuto un regalo e non ho mai fatto quei pranzi interminabili che tutti usano fare.
Per me il natale è un giorno normale, niente di più.

Entro nella sala comune, le mie amiche sono tutte lì sorridenti con le valigie che faticano a rimanere chiuse.
Vado loro incontro e dopo esserci abbracciate ci salutiamo.

Fingo di essere felice, fingo che sarà un giorno perfetto ma in realtà non sarà così; resterò qui senza niente da fare e in più senza di loro.

"Alison, dove sono le tue valigie?" Mi chiede Kalipso.

"Sono di sopra, prenderò il treno che parte più tardi, ho ancora delle cose da fare."

Come passerò questo giorno non lo so, è così strano vedere il college vuoto.
Vado verso il parco per fare una passeggiata cercando di trovare una qualunque distrazione.
Vedo un ragazzo con un cappellino verde con la visiera accasciato comodamente su una panchina. Mi avvicino, mi sembra di conoscerlo...

"Ethan, che ci fai qui? Non sei andato dai tuoi parenti?"

"Potrei farti la stessa domanda" Dice portandosi alla bocca ciò che sembra una canna.

Nota che la sto guardando.

"Ne vuoi una?" Mi chiede fissando dritto davanti a sé, ha uno sguardo vacuo, quasi malinconico.

"Male non farebbe" Rispondo con un sorriso eloquente.

Prendo il cilindro di carta tra l'indice e il medio e lo porto alle labbra, così Ethan avvicina l'accendino, una grande nuvola di fumo dall'odore indefinito esce dalla mia bocca.
Poi riprendo: "Devi farmi un piacere: non devi dire a Cara che mi hai vista qui."

"Va bene" Risponde secco.

Lo saluto con un cenno e vado a sedermi sotto una grande quercia.
Non è la prima volta che fumo, l'ho fatto altre volte.
Nel mio quartiere tutti lo facevano, era normale. A me piaceva, fumavo abitualmente, mi sentivo più spensierata, più libera, come se finalmente fossi riuscita a scappare dalla gabbia che mi teneva rinchiusa.
Faccio un tiro, un altro e un altro ancora... Inizio a sentire la testa più leggera.

Vedo un ragazzo camminare sul vialetto proprio accanto a me, lo riconosco immediatamente.

"Ehi, James vieni qui" Dico cercando di simulare uno sguardo provocante.

"Alison, che ci fai lì a terra?"

"Dai vieni, vieni qui vicino a me" Dico battendo la mano sull'erba.

"Ti senti bene?" Mi chiede scrutandomi il volto.

"Mai stata meglio" Mi avvicino a lui e poggio la testa sulla sua spalla.

"Ascolta questa domanda e non prenderla con leggerezza, potrebbe determinare il resto della tua vita. Sei pronto?"
Faccio un lungo respiro cercando di rimanere seria e poi riprendo.
"Preferiresti essere il cornetto o la mattina?"

"Che razza di domanda è mai questa?"

"Dai, rispondimi."

"La mattina?" Dice interrogativo.

"È una domanda o la tua risposta definitiva?"

"È la mia risposta definitiva."
Poi aggiunge ridendo "Tu sei completamente pazza."

"Forse è vero..."

Senza alcun valido motivo inizio a ridere, gli addominali mi bruciano tantissimo e non riesco a fermarmi.
Le lacrime mi scorrono sul viso, ma non riesco a capire se sono lacrime di gioia o di tristezza.
Mi volto verso James ,ha un espressione metà tra il divertito e il preoccupato così poggio la testa sulle sue gambe e lui inizia a toccarmi i capelli.

"James..."

"Cosa c'è? "

"Oggi è Natale, non dovresti stare con la tua famiglia?"

"Dovrei, ma i miei sono in viaggio."

Rimane in silenzio per qualche secondo.
"E tu perché stai sotto una quercia da sola e per lo più fatta?"

"Non volevo tornare a casa. Si nota così tanto che sono fatta?" Chiedo cercando di cambiare discorso.

"Abbastanza."dice divertito-"Perché non vuoi tornare dai tuoi?"

"Perché odio mio padre, ecco perché e se lo vedessi..." pronuncio la frase tutta d'un fiato senza pensarci.

James capisce sempre quando non deve approfondire.

"Ti andrebbe di passare il Natale con me?"

"Certo" Dice asciugandomi una lacrima con il pollice.

"L'erba mi fa sempre quest'effetto." Avvicino il viso al suo addome così da non farmi vedere.
Continua ad accarezzarmi i capelli.

"James, perché sei un puttaniere?"

Mi gurda per un po' scioccato, poi scoppia a ridere.

"Dai, dico seriamente ti voglio psicoanalizzare."

"Non c'è niente da psicanalizzare.
Semplicemente non ho trovato la ragazza giusta per me."

"Forse non la trovi perchè non vuoi trovarla."

"Può essere."

"Io credo che tu abbia paura dei legami fissi. Perché?"

"Non so, forse non voglio innamorarmi."

"Eri innamorato di una donna ed è finita male?"

"Io... Ehi, strizzacervelli, smettila di giocare con la mia mente."

"Sai, James io credo che tu abbia paura di poterti innamorare, ma è facile non caderci, devi solo controllare i tuoi sentimenti, non devi farti travolgere troppo da questa forza incontrollabile.
Comunque ciò che ti voglio dire è che l'amore può essere sia un broccolo sia una ciliegia."

"Questa cosa del broccolo e della ciliegia non l'ho proprio capita."

"Possibile che ti debba spiegare tutto? -poi aggiungo sbuffando- Il broccolo fa schifo mentre la ciliegia è buona. L'amore può essere schifoso quanto può essere buono basta scegliere"

"Ma quante canne ti sei fumata per dire una cosa del genere?" Mi chiede ridendo.
-continua-

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