Under the Snow (Alison's pov)

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La luna si intravede attraverso un folto manto di nuvole bianche, il vento spinge violento contro le finestre che a stento riescono a trattenere la sua furia.
Mi circondo le gambe con le braccia cercando di rimanere calma, il fruscio del vento mi ha sempre messo i brividi.

Mi sento sola.

La camera è così vuota senza Gwen, la mia vita è così vuota senza loro.
Vorrei tanto che ci fosse qualcuno qui vicino a me...

La notte passa lentamente come se il tempo si fermasse, come se tutto rimanesse uguale, immobile per ore.
Mi rimetto sdraiata nel letto, rivolgo lo sguardo verso il soffitto. É completamente immerso nell'oscurità, ma so che è lì; vorrei avere una certezza come questa nella vita, sapere che qualcuno c'è anche se non è lì con me, avere la certezza di essere amata .
Voglio essere amata senza sapere cosa sia davvero l'amore, ne ho sentito parlare nei film o dalle amiche, ma io non ho mai amato nessuno... non so se voglio farlo, forse preferisco non amare per non restare delusa, perché prima o poi la delusione arriva.
Forse è bello avere quegli attimi in cui sei sicura al cento per cento di essere amata, di amare una persona, ma poi quando tutto sarà finito ricordando quei momenti il dolore ti divorerà finché di te non resterà più niente.

Dicono che le madri amano i figli più di qualunque cosa, io sono una figlia ma non sono e non sono stata mai amata, se mi avesse amato davvero non gli avrebbe permesso di distruggere i miei sogni, le mie ambizioni, la mia vita.
Non gli avrebbe permesso di farmi passare più ore nascosta sotto il letto o nell'armadio pregando che non mi uccidesse invece di farmi giocare con le bambole, privandomi di vivere la felicità incondizionata dell'infanzia. Se lei, come dice, ha continuato a stare con lui solo per amore, io non voglio innamorarmi.

Mi sporgo dal letto e afferro il cellulare.
Ho davvero dormito fino a mezzogiorno?
Mi stiracchio e allontano controvoglia le coperte.
Mi preparo velocemente e vado a fare colazione al bar.

Non mi interessa che è tardi, la colazione è il mio pasto preferito e non ci rinuncio.
Aspetto al bancone che il cameriere mi dia il cornetto.

"Ecco a lei."

"Grazie" rispondo accennando un lieve sorriso.

Un trillo proviene dalla mia borsa, prendo il telefono e rispondo.
"Pronto?"

"Sono James. Ci possiamo vedere?"

"Perché?"

"Voglio solo passare la giornata con qualcuno. Tu hai dei programmi?"

"Dipende."

"Dipende da cosa?"

"Da quello che vuoi fare."

"Passo a prenderti tra mezz'ora. Mettiti qualcosa di comodo."

"Aspet..." parlo a vuoto già ha riattaccato

Sono contenta di stare un po' di tempo in compagnia, forse James potrebbe diventare un buon amico.
Sto bene con lui, mi sento diversa, fa uscire una parte di me che non credevo esistesse.

"Ce l'hai fatta" Mi dice uscendo dalla macchina, dopodiché mi apre lo sportello per farmi accomodare.

"Ora sei diventato anche galante?"

"Accetterei anche un semplice grazie" Afferma mettendo in moto la macchina.

"Dove andiamo?"

"Vedrai."

"Non mi piacciono le sorprese, le odio."

"Difficile trovare qualcosa che non odi."

"Simpatico...posso sapere dove mi stai portando, sono ancora in tempo per scappare."

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