Alison's pov
Mi chiudo la porta alle spalle e mi incammino verso l'uscita.
Oggi mi tocca lavorare e non sono proprio dell'umore adatto; mi sento vuota ed estremamente sola, come se fossi circondata solo da oscurità, non riesco a vedere niente che mi possa rendere veramente felice, come se tutto intorno a me fosse diventato nero.
Continuo a camminare per qualche altro metro finché non mi trovo davanti questo squallido edificio, dove sono costretta a lavorare per pagarmi gli studi.
Entro velocemente nello spogliatoio ed indosso la divisa che ci obbligano a mettere. È un vestito molto corto, leggermente svasato. La parte superiore è color senape, con delle strisce rosse, come la gonna. In mezzo al corpetto c'è una zip che permette di regolare la scollatura. Purtroppo però certe volte qualche ubriaco si prende la libertà di abbassarla a suo piacimento.
Prendo le mie amate converse e le indosso, anche se non dovrei."Devi indossare i tacchi come fanno tutte le tue altre colleghe, fa parte della divisa, non puoi metterti quello che vuoi!" Mi urlò il mio capo .
"È già troppo se indosso quest'uniforme, non mi può costringere a mettere i tacchi. Devo lavorare, non sfilare e non intendo mettermi in mostra solo per sollecitare degli stupidi alcolizzati a venire in questo pub."
Dopo questo episodio non mi ha più tormentata e ne sono estremamente felice anche se pensavo, anzi ero certa che mi avrebbe licenziata vista la mia ostinazione. Ma per fortuna non lo fece; forse una parte di lui mi dava anche ragione.
Entro nella sala e il solito odore di legno vecchio e alcool invade le mie narici.
Mi avvicino ad un tavolo occupato con il consueto sorriso di circostanza e chiedo ai clienti con voce flebile cosa desiderino. Una volta prese le ordinazioni vedo un gruppo rumoroso di ragazzi entrare ridendo nel locale. Tra di loro ne noto in particolare uno: James.
Cazzo, non ci posso credere, ma è ovunque!
"Alex potresti servire tu quei ragazzi che sono appena entrati?"
"Mi dispiace Ali, ma ho già troppi tavoli da servire, non ce la faccio."
"Okay, non fa niente."
Non voglio vederlo, mi infastidisce a morte quel suo atteggiamento da super-uomo, crede di sapere tutto di tutti, è estremamente egocentrico ed odio le persone che lo sono.
Attraverso la sala e mi precipito verso il tavolo cercando di evitare in tutti i modi lo sguardo di James.
Lo vedo inizialmente fissarmi sorpreso, poi inizia a lanciarmi occhiate con quel solito sorrisino presuntuoso .
Da quando c'è stato quel maledetto bacio mi sento terribilmente a disagio, me ne sono molto pentita. Non mi è mai successo di farmi coinvolgere in quel modo da un ragazzo e questo non fa che accrescere la mia avversione nei suoi confronti.
Mentre sto servendo il quarto giro di birre un'amico di James mi dice:"Ehi splendore, perché non vieni un po' qui... ti farò passare i minuti più belli di tutta la tua vita."
"I minuti più belli della mia vita saranno quando ti farò cacciare a calci dal locale."
Inavvertitamente mi sposta una ciocca di capelli dalla divisa e legge il mio nome:"Calma Alison, stavo solo scherzando."
Mentre sto per avvicinarmi ad un altro tavolo sento qualcuno afferrami un braccio e tirami nella sua direzione. Mi ritrovo seduta sulle gambe di James, a pochi centimetri dal suo volto.
"Sei così sexy con questa divisa, non sai cosa vorrei farti in questo momento" mi sussurra sfiorandomi l'orecchio con le labbra, questo lieve contatto basta a mandarmi il cervello in tilt.
"E tu non sai cosa vorrei farti io" dico con voce maliziosa.
"Cosa?" mi chiede alzando un sopracciglio.
"Vorrei riempirti la faccia di pugni."
Così mi alzo e mi allontano con il sottofondo dalle risate degli amici.
Il resto della serata procede a rilento, James per fortuna non mi ha più infastidita, anche se ogni tanto sento il suo sguardo su di me.
Sono oramai le due di notte e il mio turno è quasi finito, così vado a cambiarmi e una volta uscita trovo James ad aspettarmi fuori.
"Hai bisogno di un passaggio?"
"No, preferisco camminare."
"Alle due di notte? Da sola?"
"Meglio che andare in macchina con un ubriaco."
"Non ti fidi di me?" mi chiede fingendosi scioccato.
"Indovinato."
"Allora se non vuoi salire in macchina con me ti accompagnerò a piedi."
"Non ce n'è bisogno."
"Ragazzina, non voglio averti sulla coscienza, quindi non fare storie e fatti accompagnare."
I minuti seguenti sono dominati da un silenzio piuttosto imbarazzante, ma per fortuna è lui a romperlo.
"Hai qualcosa dietro quell'aria da dura che non riesco a cogliere, in realtà sei molto più sensibile di quello che mostri."
"Sentiamo e come faresti tu a saperlo?"
"Io so tutto."
"Sei il ragazzo più modesto del mondo" Osservo.
"E tu sei la ragazza più diffidente del mondo."
Dopo qualche secondo mi accorgo di essere davati al campus.
"Sono arrivata...grazie per avermi accompagnata" Dico avviandomi verso l'entrata.
"Non mi dai neanche un bacino di rigraziamento..." Si lamenta James.
Così mi avvicino a lui gli prendo il volto tra le mani lo avvicino a me e gli stampo un bacio sulla fronte.
"Sai che non intendevo questo tipo di bacio."
"Ah no?" Dico con voce innocente.
"Cazzo, sei impossibile" Dice ridendo.
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Chick-LitSecondo gli studiosi, se un'amicizia dura fino a sette anni molto probabilmente durerà per sempre. Per noi invece è bastato un anno per diventare inseparabili, per diventare il punto di riferimento l'una per l'altra. Ma questa storia non parla so...