L'anfiteatro si erge maestoso davanti ai nostri occhi come una tomba dell'arte in rovina, epitaffio dello splendore perduto, baluardo del lusso sfrenato e collassato su se stesso.
L'edera si inerpica sulle pareti di questo luogo celando ogni traccia di sfarzo passato.
Scavalchiamo le recinzioni di sicurezza e ci addentriamo nella selva del giardino abbandonato circondante l'edificio.
La notte ci osserva silenziosa con la sua pupilla bianca, la luna.Ad un certo punto sento un fruscio nell'erba e un rumore che non riesco a identificare.
"Cazzo!" Urlo nascondendomi dietro Ethan.
"E dai, sarà solo un pokemon."
"Bravo, bravo, fai le battute, lo sai che i maniaci dei film horror uccidono per primi i tipi divertenti?"
"Per prima cosa, ho deciso di cadere nel cliché del coglione che visita un luogo abbandonato in piena notte, quindi a questo punto fare il buffone è irrilevante, la mia sorte è già segnata.
Secondo, da quando in qua mi trovi divertente ?"
"Non vedi che sono sotto shock? Sto farneticando."
"Sempre ad arrampicarti sugli specchi" ribatte Ethan scuotendo la testa.
"Meglio di ammirarne continuamente il riflesso, come fai tu"
affermo con tono di saccenza.
"Che ci vuoi fare, tutte le mamme fanno i figli belli, ma la mia ha proprio esagerato. Ho colto una vena critica nella tua affermazione; cosa vorresti dire, che sono egocentrico?"
"No, dico solo che quando scopriranno il centro dell'universo sarai deluso dal fatto che non sei tu."
"Beh, se invece dovessero trovare l'epicentro dell'acidità umana stai sicura che sarai tu."
"Questo è risaputo." Rispondo con nonchalance.Spingiamo faticosamente il portone di legno che custodisce le rovine e i segreti che mi attirano sin dall'infanzia e varchiamo l'imponente ingresso.
Un lungo corridoio oscuro taglia a metà la platea, conducendo all'immenso palco.
Lo percorro sfiorando le pareti, che si sgretolano al tocco.
Arrivati alla platea, osservo le scalanature del vecchio legno marcio sotto i nostri piedi.
Ad ogni nostro passo si ode un tonfo sordo, al posto del rimbombo che in passato doveva riecheggiare in questo luogo.Tutto intorno a me è ancora impregnato della magia delle infinite storie che sono state messe in scena, degli innumerevoli personaggi che hanno preso vita su questo palco.
Se chiudo gli occhi, mi sembra quasi di udire i sospiri d'amore di Romeo.
Ethan è in assoluto silenzio come me,
Anche Lui sembra catturato dalla particolare aura di questo luogo.
Ma c'è la solita luce malinconica nei suoi occhi, come se avesse sempre un grosso peso sulle spalle.
Poi lo vedo abbassare le palpebre e dopo pochi secondi emettere un grosso sospiro.
Lo guardo e mi vengono in mente le parole di MacBeth: "Date parole al vostro dolore, altrimenti il vostro cuore si spezza."Si gira di scatto e i nostri occhi si incontrano. Vorrei tanto conoscere il motivo della sua angoscia, ma nei suoi occhi non c'è ombra dei pensieri che lo hanno attraversato poco fa. Sono imperscrutabili.
"Saliamo, da lì ci sarà una vista spettacolare" dice indicando i gradini più in alto.
Una volta in cima, Ethan si siede ed afferma con tono soddisfatto:"Sai una cosa? Ne è valsa la pena venire qui. Non so, è che questo posto mi mette i brividi e mi attira allo stesso tempo."
"Penso la stessa cosa" dico sorridendo appena.
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ChickLitSecondo gli studiosi, se un'amicizia dura fino a sette anni molto probabilmente durerà per sempre. Per noi invece è bastato un anno per diventare inseparabili, per diventare il punto di riferimento l'una per l'altra. Ma questa storia non parla so...