Hug me baby (Gwen's pov)

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Gwen's pov

Chiacchierando siamo arrivati alla fine della spiaggia, oltre ci sono gli scogli e, sulle nostre teste, il cielo.
"Vieni" -mi dice Matthew- "saliamo sulla scogliera."
Una volta in cima ci sediamo, con i piedi penzoloni. Alzo la testa per osservare il cielo terso. È scurissimo, quasi nero. Sembra che su di noi ci sia un telo invisibile che ci avvolge, centellinato da puntini luminosi. Matthew si sdraia, mentre io rimango seduta a osservare questo spettacolo meraviglioso. Mi volto a guardarlo e noto che non sta fissando il cielo ma me; mi prende per i fianchi e mi fa sdraiare vicino a lui. Appoggio la testa sul suo petto, mentre mi cinge la vita con un braccio.
"Non è fantastico il fatto che nonostante siano così lontane da noi e che alcune di loro siano spente riusciamo comunque a vedere la loro luce?" mi domanda.
"Questo mondo è fantastico!" esclamo. "Se ti fermi a pensare alle meraviglie della natura resti incantato. Mi sembra che tutto ciò non possa essere reale, è troppo bello, sembra un incantesimo" rispondo trasognata.
"La parte migliore sta nel fatto che questo è davvero il nostro mondo, ma spesso non ci facciamo caso. È in momenti come questo che riesci ad apprezzarne al pieno le sue sfaccettature" dice Matthew.
Restiamo lì, avvolti nell'oscurità, senza pensieri, senza timori, a goderci una serata che vorremmo non finisca così in fretta, stretti nell'abbraccio dei nostri corpi. Quando inizio a sentire freddo Matthew mi stringe più forte a se, quando si alza un vento gelido e decidiamo di tornare al campus.

Mentre camminiamo sulla spiaggia improvvisamente mi ricordo di non avere le scarpe.
"Oh no!" Gemo. "Ho lasciato i sandali in spiaggia! Devo ritrovarli, sono di Ashley!"
Matthew scoppia a ridere, facendomi arrabbiare.
"Perché ridi? Ti rendi conto che ho probabilmente perso le scarpe e non so come dirglielo?"
"Non ricordi dove le hai lasciate?"
"No."
"Torniamo alla festa a cercarle, anche se la probabilità di trovarle è scarsa."
"Dovrò ricomprargliele! Come ho fatto ad essere così stupida da lasciarle sulla sabbia? Ricordavo di tenerle in mano!"
"Oramai è inutile abbattersi, Gwen, cerchiamole comunque, non darti per vinta."
Inizio a correre sull'arena, ma lui è troppo lento, per questo motivo lo prendo per mano gridando: "Sbrigati, non facciamo passare altro tempo!"
"Sì, sì, ti seguo, sono solo un po' affaticato per l'allenamento" risponde.
Mentre corro lo sento sghignazzare, ma non gli bado, sono troppo preoccupata, non voglio perdere la fiducia di Ashley.

Quando arriviamo la festa è ormai finita, c'è solo qualche gruppo di ragazzi che chiacchierano. Solo ora mi rendo conto che sono le cinque. Mi giro verso Matthew che mi ha raggiunto e lo vedo ancora sghignazzare.
"Cos'hai tanto da ridere?" gli domando esasperata.
"Niente, è solo che vederti correre con quel bel vestito non è niente male" risponde impertinente.
"Stai dicendo che mi hai fissato il sedere per tutto il tempo?"
"Come sei perspicace!"
"Hai il cervello con più buchi del groviera" dico stizzita
"Qualunque ragazzo non avrebbe resistito alla vista di un bel didietro."
"Sei un porco."
"Sono un ragazzo, non un maiale. I maiali hanno quattro zampe, sono grassi, puzzolenti e grugniscono. Io ho due gambe, sono magro e non puzzo di letame."
"Bene, dopo questa esauriente lezione di biologia, mi aiuti a cercare queste maledette scarpe?"
Iniziamo a scavare facendo luce con la torcia dei cellulari, ma non le troviamo.
"No, no! Ora come faccio? Non posso tornare al campus senza scarpe, mi sento troppo in colpa, che stupida sono stata. Lo sapevo che non dovevo metterle e..."
All'improvviso Matthew mi solleva da terra e mi prende in braccio.
"Vuoi stare un po' zitta? Smettila di blaterare" mi dice sorridendo.
"Perché mi hai preso in braccio? Fammi scendere"
"Il tragitto fino al campus è lungo e sei senza scarpe, potresti ferirti."
"Da quanto in qua ti interessa la mia salute?"
"Beh, da quando ti ho vista sotto la pioggia, al parco."
Odio il fatto che debba avere sempre la risposta pronta, è snervante.

Sale le scale con me in braccio e inizia a camminare sul marciapiede. Le sue braccia robuste mi tengono saldamente ed io gli cingo il collo con le mie. Solo ora mi accorgo di essere molto stanca. Appoggio la testa sulla sua spalla e mi lascio cullare come se fossi una bambina piccola.

Alle nostre spalle il sole sta per sorgere, attraverso le palpebre semi chiuse ne percepisco i raggi che iniziano a fare capolino all'orizzonte. Devo essermi appisolata, perché mi ritrovo nel campus davanti alla porta della mia stanza con Matthew che è riuscito a prendere le chiavi dalla mia borsa e le sta infilando nella serratura. Mi poggia delicatamente sul letto morbido. Apro gli occhi per guardarlo prima che se ne vada. Lo vedo abbassarsi su di me e poggiare le sue labbra sulla mia fronte.
"Buonanotte, bimba" mi sussurra. Poi se ne va, ma non ho il tempo di riflettere su quello che è appena successo perché crollo in un sonno profondo, con il sorriso sulle labbra.

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