-Scusate...Volevo sapere se Jacob rimane a cena.- disse mia madre con un sorriso inquietante, mi voltai verso il diretto interessato che era divenuto bordeaux sulle guance. Soffocai una risata mentre Jacob balbettava cose caso.
-Ehm...No, mi spiace...Mia madre stasera mi vuole a casa.- riuscì a dire una frase di senso compiuto senza balbettare troppo, mia madre annuì ed uscì chiudendo la porta alle sue spalle. Mi sdraiai sul letto mentre Jacob rilasciava un sospiro. Alla fine era solo mia madre...
-Il piccolo Jacky aveva ansia.- lo presi in giro mentre lui si finse offeso.
Il resto del pomeriggio passò velocemente e quando mia madre mi chiamò a cena Jacob se ne dovette andare. Inutile dire che colei che mi aveva messo al mondo, o meglio conosciuta come mamma, fu strana tutta la serata. Nascondeva qualcosa, ne ero sicura....
Il risveglio non fu dei migliori, siccome che il mio sonno venne interrotto dalla sveglia che suonava ripetutamente, mentre facevo un bellissimo sogno. Sbuffando mi alzai e cercai le ciabatte che erano in due parti opposte della stanza.
Mi diressi verso il bagno e mi sciacquai il viso, o meglio dire, mi tirai l'acqua in faccia per svegliarmi. Mi lavai il resto del corpo, compresi i denti, e scelsi i vestiti. Un jeans chiaro, una camicetta bianca e un paio di stivaletti neri. Che grande stilista...
-Io vado!- urlai mentre uscivo di casa, non essendo neanche sicura che i miei mi avessero sentita, ma poco importava. L'autista in dieci minuti arrivò davanti scuola e scesi.
Neanche il tempo di respirare che Madison mi piombò davanti con gli occhi spalancati.-Tu hai un'autista personale?! Che figata!- esclamò osservando la macchina andare via. Sospirai sapendo che avrebbe cominciato con le domande, alle quali avrei preferito non rispondere, ma se eravamo amiche avrebbe dovuto sapere dei miei genitori. Prima che potessi dire qualcos'altro delle mani mi presero le braccia e mi trascinarono via.
Mi voltai verso le artefici di tutto ciò e scoprì che erano Carly, Hanna e Kate.-Che cosa vi prende?!- urlai piantando i piedi per terra. Loro si girarono verso di me e dopo essersi scambiate degli sguardi, che a parer mio erano piuttosto confusi, Kate prese parola. Non per dire nulla, ma per me era la più intelligente delle tre. E per intelligenza non intendo quella di una persona normale, se così può dire, perché anche lei era stupida come le altre due.
-Stavi seriamente parlando con Madison la chiattona? Dai Rebby! Noi siamo troppo per lei.- disse atteggiandosi come se fosse la regina d'Inghilterra. Mi rimangio tutto quello che avevo pensato fino a due secondi fa. Era stupida come Hanna e Carly, almeno loro se ne erano state zitte.
-In qualità di tue migliori amiche ti dobbiamo dire che non puoi frequentarla, è per il tuo bene, tesoro.- disse Hanna accarezzandomi la spalla con le sue unghie laccate di un color tiffany. Ma non mi toccare, lurida anatra. Mi spostai dal suo tocco e decisi di prendere parola.
-Primo: non decidete voi per me, secondo: Madison non è chiatta, e terzo: non venitemi a dire che è per il mio bene che non ci crede nessuno.- risposi elencando le cose sulle dita della mia mano destra. Detto ciò alzai i tacchi, che non indossavo, e me ne andai. Avrei chiarito con Madison dopo scuola, sperando che non si fosse offesa.
La campanella suonò non appena varcai la soglia dell'aula di storia dell'arte.Alla fine dell'ora la mia mano era morta, avevo preso appunti e sembrava che la professoressa lo facesse apposta a spiegare tremilanovecentoquarantasette argomenti in una sola lezione.
Mi diressi verso il bagno delle femmine e alla porta incontrai Emma.-Hey piccola innamorata.- mi salutò ridacchiando. Mannaggia a me e alla mia incapacità di non essere sgamabile, alla fine però sapevo che Emma non avrebbe fiatato. Neanche sotto tortura, ma avrebbe comunque provato a ricattarmi.
-Smettila con questa storia.- dissi guardandomi intorno sperando che nessuno stesse ascoltando la nostra conversazione. Vidi uscire, proprio in quel momento, dal bagno dei maschi Aaron. Così usai Emma come scudo per non farmi riconoscere.
Prima di uscire fuori dal mio 'nascondiglio' mi assicurai che fosse ad almeno a cento metri di distanza da me. Mi rimisi di fronte ad Emma che mi guardò stranita, dovevo darle delle spiegazioni.
-Credevo che ti piacesse Blake non Aaron.- disse assumendo una faccia interrogativa. Spostai i capelli dalla spalla destra prima di sospirare e guardarmi ancora una volta intorno, sempre per assicurarmi che nessuno stesse origliando.
-Abbassa la voce! Anche i muri hanno le orecchie qua. Comunque... Agli allenamenti di football Joey mi chiese chi stessi guardando, e di certo non potevo rispondergli Blake, perché glielo avrebbe riferito, così indicai un ragazzo a caso, che poi scoprì fosse Aaron. E quel genio di Joey gli è andato a dire che mi piace, e quindi non voglio che mi veda.- spiegai mentre pian piano abbassavo il tono di voce. Avevo il terrore che qualcuno potesse scoprire il mio segreto, in più non ero tanto brava a mentire. Mentre raccontavo mi tornò in mente il fatto che avrei dovuto fargliela pagare a Joey, anche se non sapevo ancora come.
Emma annuì semplicemente e mi disse che doveva correre in classe, perché quella di tedesco non amava i ritardi. In più mi disse che mi avrebbe scritto in pomeriggio.Il corridoio si era svuotato e questo mi fece pensare che dovevo smetterla di perdere tempo a chiacchierare nel cambio dell'ora, mi mossi per andare alla prossima di lezione a cui avrei assistito. Ma una mano mi prese il braccio e venni trascinata nel bagno dei maschi. Ma cos'è?! Oggi tutti pensano che sia un oggetto da trasportare?!
Mi girai verso colui che aveva spinto contro la parete e scoprì che era...
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Holaa, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto!
Secondo voi chi è?
Lasciate una stellina e un commento per fare questa personcina, nonché me, feliciaa!
Byee
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Tough Love ||Blake Gray
FanfictionCosa succederebbe se Rebecca Collins, nata da una famiglia agiata e benestante, che non le ha mai fatto mancare nulla, tranne l'affetto che lei avrebbe voluto, si innamorasse di un semplice ragazzo americano, dalle abitudini e dai problemi di un nor...