Chapter Sixty-Five

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Altro giorno, altra mattina, altra giornata, solita routine. Giunsi a scuola prima del solito, quindi fui costretta ad aspettare Jacob ed Emma. C'erano già alcune persone, molte non le conoscevo, altre solo di vista. Poi scorsi in lontananza Hunter, intento ad avvicinarsi. Mi girai per vedere se ci fosse qualcun altro, ma puntava proprio me ed io non avevo la più pallida idea del perché. Non appena fu davanti a me, iniziò a parlare a manetta.

-Senti Rebecca, mi spiace per quello che hai visto ieri e mi spiace di aver messo sotto una cattiva luce Emma. Lei ti avrebbe detto tutto, ma io volevo che rimanesse tutto nascosto, anche perché tempo fa tu eri amica di Kate, Hanna e Carly, perciò non sapevo cosa pensare. Ti prego non prendertela con lei, sono io l'imbecille.- disse iniziando a gesticolare in modo nervoso. Sorrisi sotto i baffi davanti a quel nervosismo, dimostrava che gli importava di Emma, di come lei stesse, di non farla soffrire e di non farla litigare con i suoi amici. Mi si scaldava il cuore al pensiero che Hunter potesse tenere ad Emma almeno un briciolo di quanto lei tenesse a lui.

-Hunter, non ti preoccupare, perché io ed Emma abbiamo chiarito ed è tutto okay tra noi. Ma sappi che se torna da me a piangere per colpa tua, ti spezzo le gambe e ci gioco a biliardo.- lo presi leggermente in giro ì e notai il suo pomo d'Adamo fare su e giù, segno che aveva appena deglutito. Ridacchiai tagliando un po' la tensione, anche perché era quasi palpabile.

-Uhm... Hai reso chiaro il concetto... Comunque io non...- smisi di ascoltarlo quando notai qualcuno entrare nel cortile: Blake. Lo osservai e capii quanto fosse devastato, indossava dei pantaloni della tuta neri, accompagnati da una felpa del medesimo colore. Non riuscivo a scorgere il suo volto, anche perché era nascosto dal cappuccio della felpa, ma ero sicura che non avesse un'ottima cera. Mi faceva star male vederlo in quelle condizioni, ma almeno non aveva preso la stupida decisione di tornare insieme a Madison.
Lo vedevo vagare per il cortile, con lo sguardo basso, mentre strusciava le sue Vans a scacchi contro il suolo di malavoglia e sarei voluta andare lì ed abbracciarlo, ma probabilmente ero l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto vedere, per questo rimasi ferma come un palo a fissarlo.

-Non credo ti odi. Certo, è sconvolto, ma non ti odia, fidati. Ha solo il cuore spezzato, ma non è colpa tua, Madison è stata una stronza con lui.- sentii dire da Hunter che probabilmente si era accorto che avevo smesso di prestare attenzione a ciò che diceva, in altre occasioni mi sarei sentita in colpa e mi sarei scusata, ma ero troppo presa da Blake. Annuii poco convinta, di certo rimanevo sempre una delle ultime persone che volesse vedere.

-Devi solo dargli tempo, poi le cose torneranno quasi come prima.- mi suggerì prima di entrare dentro la scuola, lasciandomi una pacca sulla spalla. Sospirai, era così stancante e struggente averlo così vicino, ma così lontano. Avrei voluto scusarmi ancora ed ancora per il mio comportamento, ma sapevo che sarebbe servito a ben poco. Non mi ero neanche accorta che si stavano avvicinando quelle arpie di Kate, Hanna e Carly.

-E quindi avevi puntato sin da sempre a Blake Gray, uh? Ottima scelta, peccato che lui ti abbia sempre vista come un'amica. Magari a me andrà bene.- Carly sputò con veleno ogni singola parola, la guardai disgustata e mi trattenni dal prenderla a capelli, perché finire nei guai era l'ultima cosa che avrei potuto fare. Ero così stanca dei loro comportamenti da stupide ragazzine viziate, che ogni cosa che desideravano la ottenevano e quel commento fu la goccia che fece traboccare il vaso.

-Voi... Luride serpi senza sentimenti, vorrei prendervi a calci dalla mattina alla sera , ma poi mi dovrei abbassare ai vostri livelli. Non capite proprio cosa siano i sentimenti? Non sapete cosa sia il dolore? L'amore? La sofferenza? E non parlo dell'unghia spezzata o della sgridata di paparino. Parlo di persone a cui viene spezzato il cuore, di persone che sono intrappolate in una realtà a cui non appartengono, di persone che non vengono capite, di persone che vengono costantemente giudicate, di persone che non riescono a capirsi neanche loro stessi. Non conoscete nulla di tutto ciò, huh? Beh mi dispiace per voi, che siete degli esseri incapaci di provare empatia. Ma io sono arci stanca delle vostre critiche, delle vostre battutine, dei vostri commenti senza ritegno e delle vostre sciocchezze. Non mi interessa se poi oggi pomeriggio parlerete con i vostri genitori di quanto io sia stata scortese con voi, anzi, esagerate così i miei avranno qualcosa per cui sgridarmi, qualcosa che abbia senso. Ma io ho chiuso con voi tre principessine sul pisello. Andate al diavolo.- buttai fuori tutto quello che ormai provavo da troppo tempo. Mi gustai le loro facce sconvolte ed offese, per poi girare i tacchi ed andarmene, felice di essermi liberata di un peso. Probabilmente i miei genitori se la sarebbero presa con me, ma questo non mi sfiorava nemmeno. Entrai a scuola, di Jacob ed Emma neanche l'ombra. Forse sarebbero entrati in seconda ora, presi i miei libri e mi incamminai per giungere alla mia classe.

Tough Love  ||Blake Gray Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora