Chapter Twenty-Six

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Il panico si impossessò di ogni centimetro del mio corpo e sentì formarsi un groppo in gola. Se fosse venuta a sapere della festa, che non ero con Hanna e Carly a quella sera di Gala mi avrebbe ucciso e poi venduta ad un miliardario. Respirai cercando di calmare il mio battito cardiaco e poi risposi al telefono.

-Pronto?-
-Rebecca.-
-Dimmi.-
-Indovina chi vuole che posi per lui per la copertina del suo nuovo album?!-
-Uhm...-
-Te lo dico io! Drake! Ti rendi conto?!-
-Uhm sì... Sono molto entusiasta.-
-Sisi, domani verrà a casa a parlare di questa cosa, quindi vedi di non diventare una palla di lardo questa sera.-
-Certo mamma.-
-Ciao.-

Non mi diede neanche il tempo di rispondere che mi attaccò, me l'ero scampata per un pelo, ma sentivo come se mancasse qualcosa, come se ci fosse qualcosa che non mi facesse sentire completa, magari era la mancanza d'affetto da parte di mia madre. Una lacrima mi rigò il viso finendo sul mio labbro superiore, me l'asciugai subito, per evitare che qualcuno potesse notare le mie debolezze.
Tornai dentro e notai che la situazione non era affatto migliorata: una massa di corpi sudici saltava ed emanava un odore orrendo.
Sul bancone della cucina c'era una coppietta che si stava sbaciucchiando animatamente. Un verso di disgusto abbandonò le mie labbra, non abbastanza silenzioso da non essere sentito dal ragazzo, che si voltò.
Blake Robert Gray si stava praticamente procreando insieme a Madison Elle Dallas sul tavolo di casa Dallas. Qualcosa dentro di me si smosse ed un conato mi fece correre in bagno, senza neanche sentire i due.

Rigurgitai l'anima e quando mi sentì meglio mi lasciai addosso al termosifone spento di quel bagno. La musica era assordante, ma quello era l'ultimo dei miei pensieri. L'immagine dei due era nitida nella mia mente, ciò mi faceva star male. Facendomi pensare a quanto la mia vita facesse schifo: mia madre, mio padre, Blake, Madison. Perché non potevo essere fortunata in qualcosa? Perché non potevo avere una madre che mi volesse bene? Perché? Non chiedo che Blake mi ami, ma almeno l'amore di un genitore.
Senza neanche accorgermene avevo cominciato un lungo e silenzioso pianto, che mi faceva sentire ancor più bambina di quanto non fossi già.
Legai i capelli in un orrenda coda, mi alzai e guardai il mio riflesso nell specchio: i capelli lisci e senza volume erano legati, i lineamenti del viso erano troppo spigolosi, avevo due borse sotto gli occhi, le braccia erano troppo magre, quel poco seno che possedevo era coperto dalla maglia, la vita era troppo stretta. Se solo potessi avere il potere di fare di me ciò che voglio.

Asciugai le lacrime e mi diedi una sciacquata al viso, uscì dal bagno sentendo la musica aumentare. Nulla di quella casa mi apparteneva, non era il mio mondo. Mi diressi verso la porta di ingresso, senza neanche salutare o avvertire qualcuno. La meta la conoscevo e lasciai che le suole delle mie scarpe battessero ripetutamente sul suolo bagnato dalla pioggia della mattina precedente. I capelli si sciolsero dalla provvisoria crocchia e svolazzarono qua e là per il viso.
Dopo venti minuti di corsa e camminata veloce giunsi davanti alla villa. Presi il telefono e...

It's me.
I know fa cagare, but capitemi! No, in realtà non c'è nulla da capire, lol. Spero vi piaccia e nulla!
I'm falling in love with Lorenzo Paggi, idk.
Byee

Tough Love  ||Blake Gray Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora