Chapter Twenty-Four

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Emma e Madison correvano da una parte all'altra della stanza, tirandosi vestiti, scarpe e trucchi. Eravamo in ritardo, ma io a differenza loro non mi stavo scapicollando per indossare un vestito. Ero pronta ed indossavo un bellissimo outfit, non apprezzato da quelle due sclerate, ma poco importava, perché non avevo intenzione di indossare un qualcosa che non superasse la metà coscia.
Avevo scelto di indossare, per quella festa, una gonna lunga nera, una maglietta infilata dentro color cipria e degli stivaletti neri come la gonna. Il trucco non era nulla di pesante, giusto una riga di eye-liner e un po' di mascara.

-Quella gonna non ti risalta le forme, Reb!- continuava a ripetere Madison, mentre applicava del correttore sulle occhiaie che non aveva. Quella frase l'avevo sentita fino allo sfinimento e quindi presi la saggia decisione di scendere al piano terra, per vedere cosa stesse combinando Cameron. Altrimenti avrei dovuto rispondere per la milionesima volta con un 'Quali forme?'.
Purtroppo non ero stata informata sulla presenza di altre persone, nonostante la festa sarebbe iniziata mezz'ora dopo.

-Rebecca! Stai benissimo con la gonna della mia defunta tris-nonna!- mi derise Cameron poggiando un braccio sulle mie spalle, che prontamente spostai. Dovevo ammettere che in un'altra occasione la mia autostima si sarebbe abbassata, ma ero sicura del mio abbigliamento, mi ricordava molto il modo di vestire di Taissa Farmiga nella terza stagione di American Horror Story, per cui stavo avendo una strana ossessione. Soprattutto per Evan Peters, ma quelli erano dettagli...

-Sei molto simpatico, Alex.- lo stuzzicai. Rimase sorpreso dal fatto che conoscessi il suo secondo nome ed infatti mi guardò leggermente male, come stavano facendo due ragazze che da quando Cameron mi si era avvicinato non la smettevano di mandarmi qualche frecciatina.
Tutto vostro, care.

-Loro sono Mackenzie e Bailey, lei è Rebecca.- disse il tinto, mentre io sforzavo un sorriso. Ricambiarono anche se sapevo fosse finto, pensavano seriamente che mi interessasse Cameron? Okay che è bello, ma qualcun altro occupava la mia mente.

-Hai visto Hunter?- gli domandai per uscire da quell'imbarazzante situazione. Lui mi indicò con un cenno del capo la cucina e scappai via, senza aggiungere altro.
Aprendo la porta della stanza scorsi Hunter seduto su una sdraietta in giardino, così uscì e lo raggiunsi.
Quel ragazzo era simpatico e sembrava essere un ottimo amico, come Jacob.

-Hey...- lo salutai, ma appena mi sedetti sentì una tremenda puzza di fumo provenire dal ragazzo di fianco a me. In un batter d'occhio gettò la sigaretta a terra e la spense. Dire che lo guardai malissimo era un eufuismo. Gli tirai uno scappellotto dietro il collo, che causò un 'Ahi' da parte sua, ma se l'era meritato.

-Sei stupido o cosa?- lo rimproverai raccogliendo la cicca per terra e buttandola in un posacenere su un tavolino davanti a noi. Il moro mi fece il verso, ma non ero proprio in vena di scherzare. Non sopportavo il fumo e soprattutto non sopportavo quei fighettini che 'fumavano' per moda.
Idioti.

-Sono seria, Hunter. Hai quindici anni perché devi buttarli al cesso in questo modo?- dissi fissandolo, non ricambiò lo sguardo il che mi fece pensare che si fosse offeso, ma doveva capire di star facendo una stronzata.
Passarono una manciata di minuti e nessuno dei due fiatò, io continuavo a fissarlo e lui guardava davanti a sé.

-Mi spiace, Reb...- sussurrò abbassando il capo, come se sentisse in colpa, il che mi fece addolcire e portai una mano dietro la sua schiena e feci su e giù. Alla fine sbagliare è umano e io glielo avevo fatto pesare un po' troppo. O forse avevo fatto bene?
Sinceramente non sapevo più cosa fosse giusto o sbagliato, anzi, non l'avevo mai saputo.

-È okay, Hunt. Promettimi solamente che non lo farai più... Per favore...- gli dissi levando la mano dalla sua schiena. Il diretto interessato annuì, il che mi fece sorridere. Sapevo perfettamente che Hunter non era un idiota, per quanto lo potesse sembrare nei suoi atteggiamenti, un po' di materia grigia la possedeva anche lui.

-Meglio entrare, Rebby!- esclamò prendendomi in giro. Sapeva bene che detestavo quel soprannome, anche perché me l'aveva affibbiato la mia ''''migliore amica''', fra tante virgolette perché sappiamo tutti quanto io non tolleri Carly.
Gli alzai il dito medio e mi diressi verso l'abitazione, visto che cominciava a fare freddino lì fuori.

Le persone cominciavano ad arrivare e la casa era quasi piena, non sapevo dove avremmo messo tutti quanti, ma Cameron era piuttosto sicuro di se, quindi lo lasciai fare. Emma e Madison erano sparite e non accantonai l'idea che si stessero ancora preparando. Hunter si era mischiato con la folla appena entrati e l'unico essere umano che al momento mi era famigliare era Cameron, che si stava scatenando in pista da ballo. Scartai l'idea di avvicinarmi.

Quando poi in lontananza vidi...

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DO NOT KILL ME!
Lo so che mi state odiando, ma, come ho spiegato nell'altra storia, non avevo ispirazione. Quindi ho preferito evitare di scrivere schifezze.
Spero che vi piaccia, lasciate una stellina e un commento for make me happy.😊
Byee

Tough Love  ||Blake Gray Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora