-Oh ehm...Io sono Jacob.- disse il ragazzo porgendomi la mano che prontamente strinsi.
Jacob...Bel nome, gli si addice.
Passarono due minuti imbarazzanti dove Jacob mi fissava, cosa aveva da guardare?-È pronto tavola, quindi andrei prima che si freddi tutto.- disse sorridendo e dirigendosi verso la sala da pranzo. In quel secondo l'adorai, mi aveva salvato da un momento piuttosto imbarazzante.
La sfiga volle che me lo ritrovai davanti, con mia madre e mio padre di fianco. Non poteva andare peggio. La cameriera cominciò a portare i vari piatti. I nostri genitori parlavano di politica, lavoro, e tanti altri argomenti che non mi interessavano minimamente.
-Rebecca, perché non fai vedere a Jacob la tua stanza?- domandò mia madre. Anche se sapevo bene che era un obbligo, annuì e mi alzai cercando di sembrare 'aggraziata'.
Salì le scale, senza controllare se Jacob mi stesse seguendo o meno.Aprì la porta di camera mia e mi sedetti sul mio letto. Dopo poco entrò anche lui, che si guardò intorno curioso. Io nel frattempo lo osservavo: gli occhi verdi scrutavano ogni cosa presente nella stanza, le labbra rosee erano leggermente schiuse, il pomo d'Adamo si spostava ogni volta che ingoiava la saliva, le braccia ricadevano lungo i fianchi e le gambe percorrevano qualche metro ogni tanto, quando si spostava per vedere i poster.
-Justin Bieber?- disse sembrò una domanda. Se era pronto a fare il solito discorso da demente tipo 'È un drogato del cavolo e blabla', sapeva perfettamente dov'era la porta. Non mi vergognavo dei poster che avevo, quelli erano i miei idoli e ne andavo fiera.
-Io lo adoro.- cominciò a saltellare sul posto, che neanche una fangirl. Ridacchiai vedendolo sorridere. Forse non era proprio come pensavo che potesse essere, cioè uno snob, deficiente, stupido, razzista e tante altre cose.
-Madison Beer?! Oddio, ma io ti amo!- disse abbracciandomi di slancio. Non ero abituata al contatto umano, quindi mi sembrò strano. Le sue mani si posizionarono sulla mia schiena, e le mie andarono sui suoi fianchi. Una strana sensazione si impadronì del mio cuore, era forse...felicità? Ero felice che qualcuno mi stesse abbracciando.
-Okay, dimmi che ascolti Melanie Martinez e ci sposiamo domani.- disse sorridendomi. Quel ragazzo, in assenza dei suoi genitori, era un'altra persona, totalmente. Sorrideva più spesso, ed era più simpatico.
-Io la adoro.- dissi ridacchiando. Socchiuse leggermente la bocca per poi improvvisare un balletto strano.
Inutile dire che quella sera, o almeno finché io e Jacob parlammo e scherzammo, sorrisi come non mai.
Forse avevo trovato qualcuno che mi avrebbe apprezzato per come ero, e non per i soldi.-Arrivederci...Ciao Jacob.- dissi sventolando una mano per salutarlo. Lui mi dedicò un occhiolino che mi fece ridacchiare, poiché mi aveva raccontato che cercava di farlo come Justin, ma che non ci riusciva mai. Quindi gli dissi che sarei stata la sua 'cavia' per occhiolini. Se così si sarebbe potuto dire...
-Buonanotte.- quella volta fui anche più dolce con i miei. Gli dedicai un sorriso grandissimo, che mi accompagnò finché non andai a dormire.
...
-Quindi possiamo ben dire che il risultato dell'equazione è cinque sesti. Giusto, Rebecca?- disse il professore di matematica distraendomi dai miei pensieri. Era passata una settimana da quella sera, e ancora sorridevo. Forse quel Jacob mi aveva aiutato, insieme a Madison, con la quale passavo molto tempo. A insaputa dei miei, non mi avrebbero mai fatto frequentare gente che non era ricca.-Ehm...Cosa?- domandai tornando con i piedi per terra. Si sentì qualche risata di sottofondo e il professore sospirò, per poi scrivere il risultato corretto alla lavagna. La fortuna volle che suonò la campanella dandoci il permesso di chiudere i libri.
-Per la prossima volta esercitatevi. Soprattutto tu, Rebecca, ti vedo un po' sulle nuvole.- disse per poi uscire dall'aula chiudendo la borsa in pelle, dove teneva i vari libri. Annuì distrattamente, presi il mio zaino e mi diressi verso la porta.
Ma purtroppo andai addosso a qualcuno facendogli cadere tutti i fogli a terra. Non me ne va mai bene una.
-Scusami, ero distratta.- dissi accucciandomi per raccogliere quello che gli era caduto. Ben presto due mani mi diedero un aiuto a sistemare tutto, probabilmente era colui a cui ero andata incontro.
-Non ti preoccupare, capita a tutti, no?- disse Blake sorridendomi. Come una stupida mi incantai ad osservarlo. Prima mi sono scordata di dirvi che era passata anche una settimana da quando l'avevo incontrato, e da allora non faceva altro che pensare che era impossibile che esistesse così tanta bellezza, in più in una sola persona.
I capelli biondi erano sempre tirati all'insù, gli occhi azzurri erano cristallini come sempre, la pelle di un colore chiaro sembrava sempre più soffice e candida e le sue labbra erano seriamente qualcosa di paradisiaco solamente alla vista.-Ci sei, Rebecca?- disse sventolandomi una mano davanti al viso. Il mio nome diventava bellissimo quando lo pronunciava lui....Ma aspettate: lo sto fissando da due minuti senza dire nulla. Oddio.
-...-
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Heeey!
Come va? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Domanda:
Blake o Jacob?
Alla prossimaah
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Tough Love ||Blake Gray
FanfictionCosa succederebbe se Rebecca Collins, nata da una famiglia agiata e benestante, che non le ha mai fatto mancare nulla, tranne l'affetto che lei avrebbe voluto, si innamorasse di un semplice ragazzo americano, dalle abitudini e dai problemi di un nor...