Mi apparve il volto di Blake, non era più Christian era Blake. I suoi occhi erano diventati di un azzurro più intenso, i suoi capelli non erano più neri, ma solamente una massa indefinita bionda grano, le sue labbra erano meno carnose, ma di sicuro più attraenti. Sapevo che quello non era lui,
che era un altro, che era solo la mia mente che mi giocava brutti, anzi, pessimi scherzi, ma era così vicino,
che non riuscivo a ragionare lucidamente, quella vicinanza con Blake non c'era mai stata e mi stava facendo venire le palpitazioni. Sentivo il cuore battere forte in gola, come se volesse uscirmi fuori e il mio respiro più pesante del solido.
Posò una delle sue mani sulla mia guancia sinistra, accarezzandomela dolcemente e scostando una ciocca di capelli dal volta. Dove toccava lasciava una scia di fuoco e avrei voluto non lavarmi più. Quel blu intenso era davanti a me, a due centimetri, che mi fissava intensamente. Le nostre labbra si sfioravano senza mai toccarsi, era una tortura, ma per lui potevo attendere. I nostri nasi venivano a contatto ad ogni nostro movimento e per me tutto intorno taceva, qualsiasi rumore era muto, nulla e nessuno poteva rovinare quel momento, tanto atteso e voluto.Ormai le nostre la labbra si stavano per collidere quando spalancai gli occhi riconoscendo la figura di Christian davanti a me. Blake si era polverizzato nel nulla ed io ero rimasta da sola con Chris, mi allontanai reagendo di impulso. Ciò lasciò molto perplesso il moro, che alzò un sopracciglio non capendo la situazione ed io non sapevo cosa dirgli, non potevo confessargli di aver visto Blake per alcuni secondi al posto suo, non era esattamente una cosa carina da dire a qualcuno che ha cercato di baciarti.
-Che ti prende? Fino a due secondi fa sembravi intenzionata a baciarti, cos'è cambiato?- disse alzandosi e venendomi incontro, visto che mi ero allontanata di qualche passo per ragionare lucidamente. Io scossi il capo avendo un caos nella mente e non sapendo come gestirlo, farfugliai qualche parola senza senso. Christian adagiò una sua mano sulla mia spalla, cercando di confortarmi.
-Io... Io non... Devo andare, mi dispiace.- esclamai correndo via, lasciando il moro con più punti interrogativi di prima, perché io ero brava solamente a fuggire via dalle situazioni che non riuscivo a gestire, ero ancora una ragazzina e lo sarei rimasta per sempre. Mi odiavo così tanto per quello che ero diventata, volevo fare tanto la ragazza popolare, ma non sapevo spiegare ad un ragazzo che non provavo quello che provava lui per me. Non volevo ferirlo, ma facendo così avevo fatto peggio: l'avevo illuso, l'avevo illuso che ci potesse essere qualcosa tra noi, quando non c'era neanche un 'noi'. C'era solamente la mia mente incasinata e il mio stupido cuore, che non riusciva a smettere di battere per certe persone.
Correvo più veloce possibile, non sentendo alcuna stanchezza, sentendo solamente il vento sferzarmi in volto, spostandomi i capelli, sentendo solamente il mio cuore battere forte contro la gabbia toracica, sentendo solamente un peso opprimermi il petto.
Non riuscivo a vivere così.Dopo poco giunsi a casa, entrai e mi gettai sul letto. Decisi di fare un caldo bagno, così da poter rilassare i muscoli, vista la tensione. Preparai la vasca, mettendoci mezzo bagnoschiuma al cocco e poi mi immersi, facendo arrivare l'acqua fino al collo, era calda e confortante, mi faceva sentire bene, mi riempiva, colmava alcuni vuoti. Come i miei genitori, che non c'erano mai, che non mi avrebbero mai accettata, che non mi consideravano mai, che non erano mai fieri di me, che non mi amavano come avrebbero dovuto. Poi tutti i problemi tornarono a mente, soffocandomi. Scivolai piano piano con la testa dentro l'acqua, ogni piccolo problema, casino, disastro, affondavo di un po'. Blake, Madison, Christian, Jacob, Kate, Carly, Hanna, me, la mia vita.
Mi ritrovai sott'acqua a guardare il soffitto, sentivo che cercava di entrare, ma trattenevo il respiro, lasciando che il fardello mi cadesse sulle spalle. Quando provai a fare qualcosa, che forse non avrebbe aiutato molto, ma tentar non nuoce. Contai fino a tre poi urlai, urlai come se non ci fosse un domani, come se la mia intera e completa vita dipendesse da quell'urlo, ovviamente nessuno lo udì, soffocato dall'acqua. Ma sentii il petto alleggerirsi, urlai finché non sentii il polmoni bruciare, finché non mi finii il fiato, la voce, finché non mi sentii libera. Dopo di che risalii respirando e tossendo a causa dell'acqua entrata nei polmoni, poi mi strinsi le gambe al petto chiudendo gli occhi e rilassandomi.
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Tough Love ||Blake Gray
Fiksi PenggemarCosa succederebbe se Rebecca Collins, nata da una famiglia agiata e benestante, che non le ha mai fatto mancare nulla, tranne l'affetto che lei avrebbe voluto, si innamorasse di un semplice ragazzo americano, dalle abitudini e dai problemi di un nor...