Chapter Forty-Nine

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-Sinceramente non lo so, non sono neanche sicura di volerlo sapere...- risposi prendendo la mia testa tra le mie e cercando di mettere ordine tra i miei confusi pensieri. Stavo succedendo così tante cose tra me e Chris, che forse avrei dovuto mantenere le distanze sin da quando aveva iniziato a provarci con me, anche solamente per capire veramente se ci sarebbe mai potuto essere un 'Noi'.

-Non ti preoccupare, è finito e lui dovrà pensarci cinque volte prima di metterti di nuovo le mani addosso, Beck.- mi passò una mano dietro la schiena con fare confortante, mentre un debole sospiro abbandonava le mie labbra screpolate, felice di avere un amico come lui al mio fianco. Forse è vero che a volte Dio ci manda degli angeli custodi per proteggerci, per aiutarci, per essere una spalla su cui piangere, una mano a cui aggrapparsi quando si cado, un'ancora. Forse il mio era Jacob, o forse ero troppo scossa da tutti quegli avvenimenti per poter fare un ragionamento lontanamente sensato e con un minimo di logica.

-Che ne dici di prendere un gelato oggi pomeriggio? Giusto per svagarci un po' e ricordarci che siamo degli adolescenti anche noi.- propose lui, notando il mio silenzio. Mi morsi il labbro, pensando rapidamente ai pro e i contro di quella proposta. Ben presto mi accorsi che era veramente un'ottima idea e quindi non potei fare altro che accettare con un leggero sorriso, che fu ben accetto dal castano.

-Alle quattro sotto casa tua.- disse lui alzandosi e pulendosi i pantaloni della tuta, sporchi di terra, dal momento che precedentemente ci eravamo seduti sul prato. Mi porse la mano che prontamente afferrai, tirandomi in piedi. Infine decidemmo di tornare a scuola, visto che mancavano ancora delle ore. Contro il suo volere mi incamminai verso la palestra, sapendo che probabilmente il professore mi avrebbe spedito dal preside se non gli avessi rifilato un ottimo alibi, che al momento non avevo.

Giunta in quel luogo chiuso e puzzolente notai i miei compagni giocare ad una semplice partita di basket, come poco prima, mentre io mi guardavo intorno alla ricerca del docente, vidi solamente Madison chiacchierare con Mark, cosa che mi fece infuriare e non poco. Flirtare con il biondo proprio sotto il naso del suo ragazzo? Signori e signore questa è Madison sonounagrandissimaingrata Dallas. Ma Blake sembrava non averlo nemmeno notato, visto che era concentrato su quella palla che rimbalzava molteplici volte sul pavimento.

Per mia fortuna neanche Chris era nei paraggi, forse dopo quella scena era andato via, a casa, o forse era tornato nello spogliatoio. Fatto sta che non mi interessava minimamente e sentii un peso sollevarsi dal mio petto.
Riflettei sul da farsi, finché una palla non rischiò di arrivarmi dritta in faccia, ma qualcuno, ringraziando tutte le divinità del cielo, la prese giusto in tempo che si schiantasse contro il mio setto nasale. I miei occhi chiusi precedentemente dalla paura, si aprirono lentamente per scorgere la figura di Blake sorridente.

-Uhm... Grazie...- dissi incerta su cosa dire, alla fine mi aveva salvata da un'imminente figuraccia. Mi rivolse un piccolo occhiolino per poi correre di nuovo in campo, emanando un profumo molto simile ad acque di rose o Chanel N°5, un modo carino per dire che puzzava in una maniera assurda, per chi non avesse afferrato l'ironia.

Decisi che per quel giorno bastavano le mie disavventure, che probabilmente un giorno avrei ricordato ridendo e quando, dopo il suono della campanella, tutti uscirono dalla palestra anch'io mi andai a cambiare.
La fortuna volle che per la seguente ora avessi il test di geografia, per il quale avevo studiato la sera precedente di fretta. Sperai che fosse andato decentemente, altrimenti avrei dovuto vedere una bellissima insufficienza segnata in rosso sul mio foglio.

Mentre riponevo i miei nell'armadietto con calma e strana tranquillità qualcuno mi strattonò la spalla, facendomi sobbalzare sul posto ed imprecare anche in arabo. Ben presto il volto di Emma entrò nel mio campo visivo e, prima che potessi dire qualsiasi cosa, iniziò a parlare a raffica, come era suo solito.

-Cosa diamine ha provato a fare, quell'essere non degno di chiamarsi umano?- scandì bene questa frase, facendomi capire e sbattermi la mano contro il volto. Ovviamente Jacob non era riuscito a tenere il becco chiuso, ma non lo biasimavo, sapeva che di Emma ci si poteva fidare, sebbene avrei preferito dimenticare l'accaduto ed andare avanti con la mia patetica vita.

-Non ti preoccupare...- provai a dire per placare la sua ira funesta, ma sapevo che sarebbe servito a ben poco. Quando Emma era arrabbiata poche cose la facevano calmare, tra queste c'era Hunter, era una specie di ancora. Il mio viso si illuminò, a differenza del suo che sembrava continuare ad incupirsi sempre di più.

-Io lo uccido con le mie stesse mani, dovesse essere l'ultima cosa che faccio su questo mondo.- esclamò iniziando ad alzare il tono di voce. Sospirai per poi dirle di aspettare cinque secondi, che sarei tornata in un batti baleno. Scattai in avanti alla ricerca del moro riccioluto, che trovai solamente dopo svariati minuti, intento a...

Spazio me!
Yeee! Riesco sempre ad aggiornare dopo secoli, ma almeno lo faccioo!
Spero non faccia troppo schifo.
Update:
La situazione mi sta sfuggendo di mano, perché la mia vecchia crush sta tornando e non so cosa fare con quella nuova. Send help, please!
Stellinate e commentate come sempre!!
Byee

Tough Love  ||Blake Gray Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora