Capitolo 59

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Passo l'intero sabato a pensare a Matt e alla mia decisione. Lexy mi ha dato una svegliata e mi ha praticamente costretta ad andare in città con lei. Mi ha detto, testualmente: "Basta con questa idiozia! Hai bisogno di distrarti". La sto aspettando al solito bar, seduta al nostro tavolo preferito, ma la mia mente non è qui. Al suo arrivo, mi sorride calorosamente.

"Ciao!"

Non dice nulla sulla mia espressione depressa, si avvicina e mi abbraccia. Sospiro piano e mormoro un grazie sulla sua spalla.

"Forza tesoro...ci divertiremo oggi, vedrai!"

Le vedo lanciare un'occhiata a un ragazzo che ci fissa.

"Se continuiamo a coccolarci così, quel ragazzo inizierà a immaginare cose!"

Lo sguardo malizioso di Lexy riesce a strapparmi una risata.

"Cosa prendi?"

"Non importa, va bene quello che prendi tu"

"Ascolta, tesoro, devi rimetterti in piedi! Vuoi entrare in depressione?"

"No, certo che no! Ho detto a Matt che voglio fare un cambio"

"Che intendi?"

"Lunedì andrò da Will e gli chiederò di cambiarmi d'ufficio. Non posso continuare a lavorare con lui"

"Capisco...ma non dovresti darti un po' di tempo per pensarci bene, prima?"

"Sinceramente, questa settimana è stata un incubo. Durante un meeting abbiamo persino litigato di fronte a Will"

Il cameriere ci porta i nostri ordini con un gran sorriso. Improvvisamente il telefono squilla. Lo prendo dalla borsa, chiedendomi chi possa essere. Spalanco gli occhi quando capisco chi sta chiamando...Matt.

"Pronto?"

"Jennifer, sono io. Sei libera?"

"Sono con Lexy, stiamo prendendo un drink"

Lexy domanda in un sussurro chi sia, mimo con la bocca il nume di Matt. Il suo viso si illumina, mi si avvicina per sentire meglio.

"Vorrei vederti"

"Vuoi vedermi...?"

Lexy annuisce entusiasta.

"Dove?"

"Ti mando l'indirizzo per messaggio. È a nord della città. Puoi prendere un taxi?"

"Sì, certo. Quando?"

"Ora...Se è possibile, ovviamente"

"Va bene, arrivo"

Riaggancio con mani tremolanti. Fisso il telefono, chiedendomi se stia sognando.

"Jennifer! Alza il culo e vai immediatamente da lui! Datti una mossa!"

"Tu...tu credi?"

"Certo! Sta facendo un passo verso di te! Muoviti e prendi un taxi. Non preoccuparti per me, berrò qualcosa alla tua salute!"

Mi alzo e le do un bacio sulla guancia, aggiungendo un "ti voglio bene", per poi salire sul primo taxi che vedo. Dico l'indirizzo inviato da Matt e partiamo. Durante il viaggio, ho il cuore che batte a mille, e la testa occupata a formulare tante ipotesi. Il taxi si ferma sul lato della strada, prima di una rapida collina. Il taxista sembra sorpreso quanto me dal dovermi lasciare nel bel mezzo del nulla. Quando vedo Matt poggiato contro la sua moto, sospiro. La città, calma e luminosa, si delinea dietro di lui per miglia. Il nostro scambio di sguardi è silenzioso, ma pieno di significato. L'emozione è così forte che lascio cadere la borsa e mi precipito da lui. Faccio scivolare le braccia attorno al suo collo, poggiando le labbra alle sue. Matt mi stringe la vita con una mano, mentre con l'altra mi tiene fermo il viso. Lascio andare un gemito liberatorio, quando la sua lingua tocca la mia. Ho davvero bisogno di toccarlo, di stare tra le sue braccia, di sentire il suo odore...è come poter respirare di nuovo. In sottofondo si sentono solo i rumori lontani della città e delle cicale. Come mi allontano dalle sue braccia, mi guarda con amore e i suoi occhi non mentono mai.

"Mi sei mancata..."

"Anche tu"

"Non vuoi sapere perchè ti ho fatto venire fin qua?"

Lo guardo e gli sorrido.

"Non ho mai voluto ferirti...lo sai, vero?"

"Lo so, Matt"

"È qui"

Mi mostra una curva stretta lungo la strada. Capisco immediatamente: qui è dove è accaduto l'incidente. Si allontana lentamente, fissando la strada tortuosa che continua verso il basso.

"Venivamo da questa parte..."

"Matt, non devi..."

"Sì, devo. È importante"

Seguo lentamente Matt lungo la strada.

"Vedi la ghiaia laggiù? Così piccoli, eppure..."

Lo guardo con dolcezza e con un sorriso forzato lo incoraggio a continuare la storia.

"Sono ancora qui. Anni dopo l'incidente"

Matt sospira per poi girare verso il ciglio della strada.

"La moto ha slittato qui, lei è volata da quella parte. Sono scivolato e ho sbattuto contro questa roccia"

"Com'è stato? Intendo...quando colpisti la roccia?"

"Ricordo di aver sentito un crack come se la mia schiena fosse spezzata in due. Per un attimo, ho creduto di essere rimasto paralizzato. A caldo, non sentii nulla, il dolore arrivò qualche secondo dopo, e poi persi i sensi...Sai, è pazzesco a quante cose puoi pensare, alla tua vita intera che ti passa avanti, mentre intorno a te tutto succede in pochi secondi..."

Mi sono sempre chiesta cos'abbia provato la mamma, mentre moriva. Cos'abbia pensato prima del suo ultimo respiro, se fosse spaventata, se provasse dolore. Ma in quel momento tutto ciò che sentivo era il mio dolore nel vederla andare via... 

Mi conduce gentilmente per la strada, il suo viso è ancora triste.

"Lana...lei è caduta dalla moto. Ho sentito le sue braccia perdere la presa sulla mia vita prima che cadessi a terra"

Sono dell'idea che questa sensazione sia radicata nella sua memoria e in tutto il suo corpo, infatti rabbrividisce.

"È scivolata verso l'altro lato della strada, da cui arrivava un camion..."

"Non devi continuare a raccontare tutto Matt. Sei stato già abbastanza coraggioso per avermi portata qui e avermi detto questo"

"Non so se sia coraggio...vengo qui ogni anno, nello stesso giorno, per onorare la sua memoria. È qualcosa che mi connette a lei. Finchè mi ricorderò di venire qui, so che lei sarà sempre nel mio cuore"

Gli accarezzo la schiena con una mano, per fargli sentire la mia vicinanza. Quando hai amato qualcuno, ti rimane nel cuore. Per sempre.

HE.LUI.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora