Prologo

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Central park: uno dei posti in cui mi sento a mio agio, senza gli ingorghi del traffico o il rumore del clacson e nessun passante di fretta. Mi piace venire qui per godermi la pace e la quiete, l'aria che si respira e ascoltare gli uccellini cantare. Tutto è così frenetico in questa città e il mio lavoro non fa eccezione. Sono passati tre mesi da quando ho iniziato a lavorare come junior executive presso la Hunt Corporate, in pratica mi occupo di creare progetti in base alle esigenze dei clienti che hanno rapporti con la nostra azienda. Il potente Mr Hunt ha fondato l'azienda solo qualche anno fa, ma essa è già diventata una delle più influenti imprese della città, ogni dipartimento è diviso in team e ognuno ha il proprio compito. Sospiro mentre osservo una piccola papera beccare l'ultimo pezzo di pane che galleggia sulla superficie dell'acqua... Ripenso a quando ho deciso di venire a New York:"Jennifer, devi prendere in mano la tua vita!" questa è stata la mia motivazione costante, so ciò che voglio e sono qui per ottenerlo. Per me questo è un nuovo inizio... 

A proposito della mia vita, al momento sono divisa tra due uomini, uno occupa tutto il mio tempo libero e anche il mio appartamento, l'altro, per ora solo la mia mente e il mio cuore. Il primo, benché carino, tanto peloso e bavoso, ama masticare palle o altri oggetti di suo gradimento, per poi abbandonarli in giro per casa, bagnandomi tutto il pavimento. L'ho chiamato Phil, un collie, ed è/era il cane di famiglia, soprattutto mio e di mia madre. Quando è morta è stato il mio confidente, l'unico che riusciva a strapparmi qualche sorriso. Non c'era modo che lo potessi lasciare da solo da mio padre, quindi l'ho portato con me. Phil mi osserva per la centesima volta, con sguardo speranzoso, provo ad accarezzarlo dolcemente ma corre via per andare a masticare un bastone abbandonato. Mi sporgo in avanti, con le braccia sulla spalliera della panchina, e lo osservo giocare con tenerezza. Poi i miei pensieri corrono a lui, il secondo uomo di cui ho accennato prima e stavolta è un umano, niente scherzi! L'ho incontrato il mio primo giorno di lavoro, il suo nome è Matt, ha un anno in più di me, siamo colleghi quindi dire che ci vediamo spesso è riduttivo. La cosa positiva è che andiamo molto d'accordo, forse anche troppo. Ricordo il mio primo giorno di lavoro, lui arrivò nel nostro piccolo box con un gran sorriso sulle labbra. Quel giorno era cominciato molto male, qualcuno mi aveva rubato la borsa ma lui mi fece sentire velocemente a mio agio, continuava a fare battute e mi sembrava di conoscerlo da sempre. Mi è piaciuto fin da subito, ma più come amico, il tipo di amico che ti aiuta a rimetterti in sesto quando ti senti a terra. Poi, una sera in cui mi sentivo a pezzi, a casa mia, parlammo per ore e mi addormentai nelle sue braccia. Non mi sono mai sentita così bene tra le braccia di un uomo. Quella notte non provò a fare nulla : era semplicemente lì, per me. Fu lì che realizzai quanto straordinario fosse, il tipo di uomo che non si trova a ogni angolo di strada. E da quel momento iniziai a guardarlo in maniera diversa, a ridacchiare stupidamente alle sue battute, arrossendo quando incontravo i suoi scintillanti occhi nocciola. Diventai gelosa delle ragazze che gli si avvicinavano troppo, Matt è il tipo di ragazzo capace di ritrovarsi con un pugno di numeri telefonici senza neanche dover chiedere, dato il suo fisico mozzafiato... è attraente, adorabile, dolce...Phil corre da me riportandomi il bastone morsicchiato, riportandomi alla realtà.

"Bè dopotutto capita che alcuni si innamorano dei loro capi o superiori, che male c'è a innamorarsi di un collega"

Sembro stupida a rivolgere una domanda al mio cane che continua a guardarmi.

"Dubito che il tuo cane possa rispondere alla domanda..."

Arrossendo per la vergogna, mi giro verso la presunta voce maschile che mi ha appena richiamato. Sconvolta da chi mi trovo davanti, penso sia Matt ad una prima occhiata. Riflettendoci è impossibile, forse sono io che ho le allucinazioni, quindi non gli do peso. Questo ragazzo mi osserva con uno sguardo divertito, come a dire -ti ho appena beccata a conversare palesemente con il tuo cane-

"Probabilmente non risponderà, ma preferisco la sua compagnia a quella di molti umani"

Incrocio le braccia, mostrandomi infastidita, e lui si siede sulla panchina, vicino a me.

"Se pensi di usare il trucco della panchina su di me scordatelo"

Il ragazzo inizia a ridere mentre accarezza Phil, che sembra molto amichevole con lui, questo è strano.

"Sembra che piaccia al tuo cane"

"Affascinante...hai anche tu un cane vero?"

"No, preferisco le gattine"

Lo guardo un po' attonita e con una risata nervosa alzo gli occhi al cielo. Non posso fare a meno di osservo con attenzione, ha gli stessi tratti di Matt, sono molto simili, sono destabilizzata.

"Non riesci a togliermi gli occhi di dosso?"

"Mi hai beccata! Veramente, mi ricordi qualcuno..."

Prima che riesca a dire qualcos'altro il suo telefono squilla e se ne va via mormorando qualcosa che non comprendo e sinceramente non voglio curiosare... Dopo un po' metto il guinzaglio a Phil e ci dirigiamo verso casa.


HE.LUI.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora