Feelings on the horizon - Parte Seconda

240 20 1
                                    

L'idea di avere un nuovo amico era piacevole, ma nondimeno rendeva Cameron inquieto. Non era abbastanza sincero con se stesso da ammettere perché, se era l'avvenenza di Jason a procurargli quelle ansie oppure il fatto che lavorassero entrambi insieme o ancora che convivesse con un uomo, una mina sempre pronta a esplodere loro in faccia se Jason fosse malauguratamente diventato famoso.

Al contrario Jason, dalla tempra molto differente da quella dello scrittore, si sentiva arzillo ed euforico, forse più di quanto avrebbe dovuto. Era da tempo che un rapporto di amicizia con qualcuno non lo ispirava così, dai tempi probabilmente...

Di Jack. No. Jack era qualcosa di molto diverso, di più forte. Non è possibile imitare ciò che c'era tra noi.

Scrollò la testa per scacciare via quel pensiero. Non doveva permettere che il passato, il dolore inquinasse qualcosa che era altrimenti leggero e semplicemente gradevole come il suo nuovo rapporto con Cameron. Si sistemò lo zaino sulla spalla, contento. Seguì lo sceneggiatore fin sull'ascensore dopo aver varcato la soglia del condominio dove viveva – chissà perché lo faceva più tipo da villetta o da casa a schiera. Gli parlò intanto a ruota libera dei Rovi della luna, dei colleghi, di tutti i suoi innumerevoli entusiasmi legati al progetto che avevano il loro culmine sempre e comunque nella sceneggiatura scritta da Cameron. Questi si limitò ad annuire con brevi cenni e alla fine l'esuberanza di Jason lo fece persino sorridere.

Caspita, questo attore potrebbe vendere ghiaccio agli eschimesi. Sta quasi persuadendo anche me che questo telefilm sia materiale stimolante.

Fece mente locale se aveva qualcosa di decente in frigo, tanto per non essere costretto davvero a ordinare da asporto – non sapeva perché, ma in quel particolare frangente, con Jason che entrava a casa sua per la prima volta, gli pareva poco elegante – quando ecco che il fattore del tutto inaspettato fece capolino proprio di fronte alla porta del suo appartamento; appollaiato lì sulla moquette, mezzo addormentato nell'attesa del padrone di casa, se ne stava il giovane Scott con il suo visino imberbe e i suoi riccioli corvini. Cameron si stoppò di colpo, ma era troppo tardi: ormai anche Jason l'aveva visto. Si fermò accanto a lui, studiando la situazione curioso.

"Quella è la porta di casa tua?"

"Sì."

"Conosci quel ragazzo?"

Prima che Cameron potesse rispondere, Scott alzò la testa di colpo e i suoi occhi verdi incontrarono subito la sagoma della persona che stava attendendo. "Cam! Ma quanto ci voleva... Ho veramente una fame da lupo, ma..."

Squadrò per un paio di secondi Jason con l'aria di chi la sa lunga, poi saltò su in piedi con un balzo agile. "Il vampiro! Guarda un po'! Non avrei mai immaginato di vederlo arrivare assieme a te. Per me è un piacere fare la tua conoscenza!"

Porse una mano verso Jason per presentarsi ma Cameron la stoppò a metà con un braccio, irritato: "Chi ti ha detto di venire?"

"Come se non venissi quando e come voglio" scrollò le spalle lui, "non potevo immaginare che avessi ospiti, di solito sei sempre solo soletto! Che ne so io? Comunque possiamo entrare tutti e tre, farci un po' di compagnia..."

"Fila a casa" intimò corto lo scrittore con cipiglio minaccioso.

Jason voleva essere cortese e propositivo, così si intromise: "Beh, se a te va bene questo ragazzo può mangiare con noi. Siete amici?"

"Vicini di casa" replicò Cameron ancora colmo di disapprovazione. "Un vicino scroccone, in effetti."

"Non è vero. So benissimo come ricambiare" alluse Scott, ma Jason non poté cogliere. Si rivolse a lui adesso e si presentò: "Mi chiamo Scott, sono il vicino di questo brontolone del tuo sceneggiatore. Sono un tuo grande fan, Ewan! Anche se... devo ammetterlo, non ricordo ancora il tuo vero nome."

I rovi della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora