Non si poteva dire che fosse esattamente 'pentito' della follia totale che aveva commesso con Hunter, ma certo Scott da allora si sentiva mancare il terreno sotto i piedi. Quello era molto più che sesso, quello... era infilare in un frullatore tutto ciò che era, tutto il passato e il futuro, e lasciare che venisse sacrificato per produrre qualcosa di nuovo. Aveva, forse, fatto un torto a se stesso.
Camminò nel corridoio dell'università con una nuvola grigia addosso, scansando tutte le bacheche che mostravano in bella vista il bando per il concorso. Quel manifesto gli riportava alla memoria tutti quei pensieri confusi ed era difficile farvi fronte. Era tentato, anzi quasi deciso di saltare l'appuntamento fissato di nuovo a casa di Williams quel pomeriggio. Per cosa, per farsi di nuovo trascinare nel suo mondo, senza più punti d'aggancio? Eppure era stato lui, Scott, a invitarlo a giocare con lui, a sedurlo. Aveva praticamente fatto ogni cosa da solo.
Il telefono squillò. Pensò, con terrore, che fosse lui.
Ci era andato vicino. Era Nicolas. Sentendosi uno straccio, ma incapace di ignorare la sua chiamata, Scott si decise a prenderla. "Pronto?"
"Ciao Scott. Come stai?"
"Bene."
"Ti volevo invitare ufficialmente al vernissage di Hunter. Sembra che ora sia tutto a posto e le crisi siano finite. Mi ha detto che tu sei stato molto d'aiuto."
Non c'era tono d'accusa nelle sue parole. Scott pensò che non sapesse. Si sentì anche peggio.
"Nicolas, io... Signor Yard... Io... Non so se devo" sputò fuori. L'unica cosa di cui era sicuro era che lui non giocava così; doveva togliersi il dente. "Le cose sono un po' strane tra me e il signor Williams. Abbiamo... passato il segno. Forse dovrei semplicemente interrompere i rapporti e finirla qui."
Lunga pausa. Poi, con tatto, la voce di Nicolas indagò: "Ti fa sentire a disagio?"
"Con lei. Signor Yard... Non mi piace l'idea di fare le cose alle sue spalle. Non se si è offerto di aiutarmi, poi. Non mi sembra giusto. Io sono attratto da... Hunter, lo ammetto. Ma..."
"Se hai paura che io non sia informato, guarda che lo sono. Ho capito dalla prima volta che mi ha parlato di te che c'è un interesse che va oltre il lavoro... E che è reciproco. Scott... Va bene. L'importante è che tu non ci metta troppo il cuore sopra."
Ora era totalmente spaesato. Si bloccò nel bel mezzo del cortile. "Che significa?"
"Hunter è molto libero nelle sue frequentazioni, tutto qua. Noi non stiamo propriamente insieme, per cui non deve risponderne a me. Ma devi sapere che per lui non c'è esclusiva... Tu gli piaci, ma più di questa forma di strana collaborazione non può offrirti. Non che io pensi che sia sano, ma lui ha sempre lavorato così..."
"Oh" rispose Scott confuso, chiedendosi se per caso avesse 'dipinto' in quel modo anche con altri passati prima di lui. Con Ashley, magari. "Quindi... Mi stai dicendo che... A te sta bene se Hunter va a letto... con altre persone? O con me?"
"Mah. Se è la mia opinione che vuoi, penso che tu sia davvero giovane per lui. Ma se anche a te lui piace, allora... Fate come volete."
"Ma veramente... A te sta bene?" Scott non poteva crederci.
"Certo. Non potrebbe non starmi bene, anzi; è meglio così. Ti ho rassicurato?"
Scott era sbalordito e udì solo con un orecchio le altre informazioni che ebbe modo di fornirgli Nicolas riguardo l'inaugurazione e il lavoro. Pensava a Hunter, e al modo in cui gli era sempre parso si rapportasse a Nicolas... Lo definiva il suo compagno, scherzava a volte sul chiamarlo marito. Forse l'abitudine li aveva portati a essere una coppia aperta? Nell'ambiente artistico non era così infrequente. Sospirò: almeno era importante che le cose fossero messe in chiaro.

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I rovi della luna
RomanceCameron è stato appena lasciato, è depresso e pessimista ed è seppellito di lavoro per la nuova stagione de "I rovi della luna", telefilm young adult che tratta amori tra liceali e vampiri e di cui lui è uno degli sceneggiatori, più per gavetta che...