Phantoms from the past - Parte Seconda

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"Prendi altra biancheria, ne avrai bisogno in Europa."

"Con tutta quella che mi faranno indossare per lavoro, sono già saturo."

June aveva trovato del tempo per aiutare Ryan a comprare le ultime cose utili prima della partenza. La sera dopo avrebbe preso un aereo per attraversare l'Atlantico e toccare diverse tappe: sarebbe atterrato a Parigi, poi a Londra, infine avrebbe fatto tappa a Berlino. Era anche l'occasione per mettersi in mostra con le case di moda, oltre che per realizzare dei servizi fotografici. Avrebbe sperimentato pure la sua prima passerella 'ufficiale' ed era terrorizzato alla sola idea. Avrebbe voluto che June andasse con lui, ma era proprio impensabile. Fino a che le riprese de I rovi della luna non fossero terminate, era legata per contratto a doppio filo a Los Angeles.

Lei sospirò, abbacchiata: "Come farò senza di te per tutto questo tempo?"

"Andrai alla grande, vedrai, e ci sentiremo su Skype tutti i giorni" la rassicurò lui accarezzandole la guancia con le nocche. Lei mise il broncio, ma piano piano si sarebbe abituata all'idea. Aveva sua sorella e i suoi genitori, poteva cavarsela.

"Non mi lascerai per qualche modella parigina, vero?" miagolò.

Lui rise: "Le modelle sono troppo magre. Scommetto che nessuna ha un sedere così bello come il tuo."

Le diede un pizzicotto a sottolineare il concetto; lei trasalì, poi finse di protestare, ma in realtà si mise a ridere. Erano più rilassati di quanto c'era da aspettarsi: ormai erano pronti da molti giorni a quella separazione momentanea. Così uscirono dall'ultimo negozio e passeggiarono allegri nell'aria del tramonto. Quella sera June aveva una rimpatriata a cena con alcune ex colleghe e Ryan aveva bisogno di quel tempo per finire di fare la valigia. Il piano era accompagnarla al ristorante, rincasare e poi tornarla a prendere con la macchina verso l'una. Non l'avrebbe mai lasciata a girare da sola di notte; June era più che contenta, visto che adorava 'sfoggiare' Ryan il più possibile con le altre donne: non solo era così attraente ma era anche galante, un uomo d'altri tempi.

La baciò molte volte, prima di accompagnarla dentro il ristorante e consegnarla alle amiche. Quando le lasciò la mano, si sentì felice. A Ryan piaceva molto quella relazione. Avevano avuto molti litigi da quando si erano fidanzati, ma ora la mareggiata pareva trascorsa. Uscì all'aperto, pensando ancora al viaggio in Europa. Era strano vedere posti così famosi e belli viaggiando da soli e temeva molto l'ambiente in cui avrebbe lavorato.

Fece per avviarsi lungo la strada e superò una sagoma senza accorgersene. Ebbe un tuffo al cuore solo quando udì la voce.

"Ma che bella coppia. Ero proprio curioso di vedere la tua fidanzata dal vivo."

Ryan, paralizzato, non riuscì neanche a voltarsi, così fu la persona che gli aveva parlato a immergersi nella luce del lampione accanto a lui.

"Da quanto tempo, mio amato cuginetto" disse a Ryan.

"Daniel" rispose solo Ryan col cuore bloccato in gola. Era quasi un anno che non si incontravano.

"Lieto di vedere che ti ricordi ancora il mio nome" replicò il ragazzo asciutto.

"Mi... mi stavi seguendo?"

Il cugino ammiccò e non rispose. Era più basso di Ryan e non si assomigliavano quasi per niente, come del resto non si assomigliavano particolarmente le loro madri. Daniel aveva un'altezza più contenuta, i capelli – e l'accenno di barba che portava sul viso al momento – biondo cenere sotto la piena luce, un viso felino con gli occhi marrone chiaro dalla forma allungata, lo sguardo intelligente. Indossava quasi sempre vestiti larghi, su più strati. Nessuno avrebbe immaginato guardando i due ragazzi che fossero parenti anche alla lontana.

I rovi della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora