An unexpected guest - Parte Prima

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Il cielo era azzurro sopra di loro e questa era l'unica cosa che importava; la performance aveva i numeri per riuscire bene, in fondo nonostante la preparazione che richiedeva era piuttosto semplice. Tutti avevano chiamato qualche forza in aiuto: Scott, dal canto suo, aveva portato un compagno di corso, Terence, un buon amico con cui aveva collaborato diverse volte dal primo anno della scuola d'arte.

Ora erano accucciati a fissare i tappeti di plastica all'asfalto della piazza, in disparte dagli altri. Scott non aveva avuto motivo di nascondere a Terence tutta la verità sul suo rapporto con Hunter: anche se concorreva anche lui al premio per cui l'uomo era in giuria, era un gran buon amico e si fidava molto della correttezza di Scott. Non aveva dubbi che si sarebbe fatto ammazzare piuttosto che ricevere favoritismi, che se ci andava a letto probabilmente era solo perché gli piaceva farlo.

"Così è quello, l'uomo del mistero" sussurrò Terence accanto a Scott lanciando un'occhiata in quella direzione. Si asciugò la fronte imperlata di sudore tenendo in mano un cacciavite; aveva la testa ricoperta da una fitta lanugine di capelli castani molto ricci, eredità della parte paterna e afroamericana di famiglia – gli occhi azzurri invece erano tali e quali a quelli della madre – il che gli faceva soffrire particolarmente il caldo quel giorno. "Beh, non me ne intendo ma immagino sia interessante. Chi è la ragazza accanto a lui? Figa."

Non aveva potuto fare a meno di notare la donna alta e sorridente che parlava con l'artista e con Nicolas; anche se era vestita molto sportiva, era impossibile non fare caso al corpo scolpito e alle gambe chilometriche.

Divertito, Scott si avvicinò all'amico per mormoragli: "Scordatela, Ashley è fuori dalla tua portata. Finiresti solo per far casini, fidati."

"Ma..." obiettò Terence deluso.

"Primo: ha ventotto anni, è troppo grande per te."

"Da che pulpito."

"Secondo: è più alta di te di parecchi centimetri, neanche ti vedrebbe in faccia. E terzo..." esitò, il sorriso si spense.

"Cosa?" chiese Terence incuriosito; l'argomento pareva interessargli davvero.

"Ehm..." Non sapeva come dirglielo. Se era autorizzato a dirlo. A malapena riusciva a razionalizzare la cosa con se stresso. "Niente. Lasciala perdere. Anche lei andava a letto con Hunter."

"Oh..." Questo discorso parve funzionare. Terence guardò in loro direzione incerto, ma poi non si arrese. "Andava... Significa che ora non ci va più, giusto?"

"E io che ne so."

"Come, non sai se il tuo amante va a letto con altri?"

"Non credo che il nostro rapporto preveda la fedeltà. In teoria." Scott era dubbioso, visto il modo in cui Hunter l'aveva punito quando aveva scoperto che scopava con lui ma anche con Cameron; però quello era stato più un gioco erotico che non un avvertimento vero. E certo non era stato un deterrente per Scott che aveva continuato a farlo; in che modo poteva pensare che Hunter non si facesse a sua volta gli affari suoi? Però gli era parso di capire che il rapporto con Ashley fosse concluso, adesso. O magari no. Scott era una frana a capire come funzionasse tra loro; sia perché era una donna, territorio a lui sconosciuto, sia perché la femminilità di lei era in quel caso un elemento molto in primo piano.

"È in viaggio."

Non gli aveva detto altro. Scott non aveva domandato altro.

Avrebbe dovuto, voluto farlo.

In ogni caso, se il 'progetto' era veramente in viaggio, Terence avrebbe fatto meglio a tenersene davvero alla larga. Quello non era certo il momento migliore per rimorchiare una ragazza.

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