A web of secrets - Parte Seconda

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Cercava di non pensare a Fox mentre faceva sesso con Erin. In minor luogo perché non era un atteggiamento molto galante nei suoi confronti anche se lei certo non poteva accorgersene, ma soprattutto perché era quanto di più disturbante essere dentro una donna e provare eccitazione ogni volta che la sua mente riandava a quel giorno, a quel corpo, a quel bacio, a quel buio, con un uomo... A ogni angolo quel pensiero lo coglieva e gli faceva raggiungere dei picchi di piacere e con la violenza con cui lo tormentava Adam cercava di scacciarlo. Fu contento di liberarsi dentro di lei; se si fosse svuotato per bene, almeno, per un po' non avrebbe dovuto affrontare la vergogna di sentirlo venire duro da matti ogni singola volta che rimuginava su quella situazione. Aveva bisogno di sfogarsi, di scaricare l'arma in modo che non desse altri pensieri.

La donna era in un bagno di sudore mentre lo facevano per la seconda volta. "Che hai oggi" ansimò, "sei molto più carico dell'altro giorno..."

Visto che lei l'aveva chiesto la volta precedente ed era stato lui a tirarsi indietro, stavolta Adam prese coraggio e uscì da lei, per poi portarsi a rientrare dietro. Lei gli chiese di lubrificarsi un altro po'. Poi ci riuscirono e lei godette appieno stavolta, ancora di più.

"Ti piace?" domandò all'orecchio di lei, più per saperlo davvero che non per provocarla. La voce comunque, nella fatica, uscì molto roca e sensuale.

"Sì! Ancora, ti prego!"

Fecero quello che dovevano e poi lui ne volle ancora, ancora. Erin non immaginava che quel giorno sarebbe stata così fortunata.

"Mi fanno male tutti i muscoli" commentò la donna spossata dal sesso quando, forse, persino Adam ne ebbe abbastanza. Si accese una sigaretta e aggiunse: "Lo sai, non dico affatto per lodarti, ma questa entra davvero sul mio podio di scopate migliori. A cosa devo questa fortuna? Hai scoperto che ti piaccio così tanto?"

La donna per fumare meglio si tirò su e si sedette contro la spalliera, perfettamente appagata. Adam la osservò, cercando di spiarne le espressioni, come se temesse che lei avesse potuto leggergli dentro. Dopotutto, era una giornalista. E poi era una donna. In tutta la sua vita Adam aveva avuto l'impressione che le donne arrivassero in un secondo a ciò a cui lui in genere occorrevano anni per raggiungere. Tutte le sue fidanzate in passato erano state così.

"No, è... Un periodo un po' difficile" ammise lui. Sentì freddo e si coprì con un lenzuolo fino alla vita. "Mi ci voleva proprio. Non conosco altre donne in questo periodo, e tu..."

"Ho pescato la pagliuzza dorata" disse lei con un sorriso ammiccante. "Qualora avessi bisogno di nuovo... Fai conto che sia già qui."

Adam la osservò. Era una di quelle donne che appaiono sexy e raffinate anche negli atti più spinti del sesso, quelle donne da tacchi e calze a rete, col rossetto sempre perfetto e sbavato solo quando può esserlo ad arte. Aveva un bellissimo seno, abbastanza da rendere irrilevante se fosse autentico o rifatto, che quando erano insieme sfoggiava sempre senza pudore alcuno. Anche adesso che fumava la donna era a petto nudo e il suo respiro faceva salire e scendere quelle due belle colline rosee. Adam le fissò, come le avrebbe fissate chiunque, ma con una strana curiosità scientifica. Gli piaceva il suo corpo. Gli piacevano le donne. Gli piacevano le donne che entravano nel suo letto.

Allora cosa gli stava succedendo?

"Posso chiederti un'opinione, se mi prometti di non parlarne mai al di fuori di qui?" esordì Adam di punto in bianco senza quasi accorgersene.

Lei sgranò gli occhi e parve interessata. "Certo. Spara."

"I-io..." Gli mancò il coraggio. Però sapeva, sentiva, che in qualche modo una donna matura e intelligente come Erin, che aveva viaggiato per il mondo e conosciuto ogni genere di persona, poteva saperne su certe questioni cento volte più di Adam, che tutta la vita non era praticamente mai uscito dal suo guscio. "Il fatto è che... Di recente, sono un po' confuso..."

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