Truth or dare - Parte Prima

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Dopo un po' che non rivedeva la sua famiglia Adam ne sentiva la mancanza, ma poi quando si ritrovava finalmente nell'occhio del ciclone pensava sempre che era stata una pessima idea. Sua madre era la donna più dolce del mondo ma i suoi tre fratelli maggiori, sempre indaffaratissimi con il ristorante, erano insopportabili circa 24 ore su 24.

Era impossibile stare un po' con lei senza venire aggrediti da una delle loro battutine caustiche. Fin dall'infanzia Adam era stato un po' il capro espiatorio. Quello più piccolo, quello di cui prendersi cura ma su cui nessuno faceva affidamento. Anche per questo era diventato così insicuro.

Il ristorante di sua madre, Mara's, era invece un oliato meccanismo ad orologeria. Mara, sua madre, possedeva il talento di cucinare con estrema semplicità piatti deliziosi della tradizione italiana, che a sua volta aveva appreso dai suoi genitori quando ancora viveva in Italia, prima di sposarsi con un americano.

Albert, il figlio maggiore, aveva assunto l'incarico di sous-chef ma si comportava come un vero despota: considerava se stesso un genio della cucina e aveva effettivamente ottenuto molti riconoscimenti, nella sua scommessa vinta di riproporre il patrimonio gastronomico della madre in una veste più raffinata e valorizzata. Francis, il secondogenito, si occupava del lato amministrativo ed era quanto di più lontano da Adam, un tipo organizzato e preciso. Il terzo fratello invece, Oscar, era caposala e gestiva tutto ciò che concerneva il rapporto col pubblico. Il ristorante andava alla grande, avevano parecchio personale, ma Adam non aveva talento in quel campo e comunque si sentiva un pesce fuor d'acqua. Lavorare per Marshall Fox era mille volte meno stressante che lavorare per la sua famiglia. Ogni tanto, nel fine settimana, li aiutava facendo la stessa cosa che faceva al supermercato: portare pesi e spostare scatoloni.

"Allora, tesoro, come va il tuo nuovo lavoro?" chiese sorridente la madre di Adam, Mara, al 'piccolo' della famiglia. Che, seduto su uno sgabello della cucina come se fosse su un letto di chiodi, era costretto ogni tot di secondi a scansarsi a causa dell'andirivieni di suo fratello Albert, che non faceva mistero del suo fastidio nell'avere la sua sacra cucina violata dal fratello scemo. Era persino più alto di Adam, nerboruto quanto e più di lui e come gli altri due fratelli. Mara, invece, non era alta la metà dei figli, era una donnina minuta e piena, coi capelli grigi raccolti in una crocchia, ma con una conoscenza della cucina che non aveva limiti.

"B-bene... Tutto bene" rispose Adam a disagio.

"Sei riuscito a non farti licenziare ancora? Incredibile! Quanto saranno ormai, due mesi?" domandò Albert ridendo, senza fermare il suo moto perpetuo. In quel momento stava trasportando un contenitore pieno di salmone fresco.

"Tre" lo corresse Adam trascurando il resto. Sì, in effetti era un miracolo non essere stato licenziato, specie dopo l'ultimo incidente diplomatico col capo. Da allora, Fox era molto asciutto con lui e si limitava a un saluto quando proprio vi era costretto. Quando gli impartiva qualche incombenza, invece, neanche lo degnava di uno sguardo. Nonostante questo, non aveva minacciato seriamente di licenziarlo. "Mi trovo bene" aggiunse.

"Sono contenta per te" commentò la madre con un sorriso. "Anche se preferirei ancora averti qui."

"Lascialo fare, mamma. Adam è un bimbo grande ormai, dovrai fartene una ragione" lo prevenne Albert. In quel momento fecero il loro ingresso in cucina pure Francis e Oscar, che si erano liberati dalle incombenze apposta per poter vedere il fratellino. Adam tentò di sfuggire le loro feste quasi violente, ma non ci fu verso. Erano peggio di punzer.

"Ecco qua il piccolino! Perché non ti fai vedere di più? Hai paura che te le diamo di santa ragione ancora una volta?" esclamò Francis, rilasciandogli una sonora pacca sulla schiena – che quasi gli spezzò il fiato.

"Mamma pensa che ti sia trovato la fidanzata ed è per questo che sei sparito" aggiunse Oscar nell'afferrargli il collo e dargli uno scrollone goliardico. "Ma secondo me nessuna è stata così gentile da farci questo favore!"

"Ma se inspiegabilmente questo qui piace alle cervellone!" rimpallò Francis. "Come minimo stavolta ci tocca un'astrofisica o un'ingegnere nucleare."

"Bah, non riesco a capire come le donne siano così stupide" fece Albert con sufficienza. "L'importante è che lo tengano in riga, per quanto mi riguarda." Adam aveva già mal di testa, come al solito gli altri tre avevano monopolizzato la conversazione.

"Allora, tesoro? Esci con qualcuno, è vero?" chiese la mamma con voce flebile, inserendosi a fatica in quel caos. Per sua fortuna, Adam si sforzava di prestare attenzione più a lei che non al chiasso dei fratelli.

"No" rispose, sovrastandoli e dribblando le loro pacche. "No, in questo periodo... Non mi vedo con nessuna."

In realtà c'era stata la donna dello Starbuck's. Aveva ancora il suo numero nel portafoglio. Ma era una donna sposata, nulla che si potesse considerare una relazione. Certo, di occasioni ne aveva... Solo al supermercato c'erano almeno sei colleghe donne, tutte piuttosto giovani. Ma con nessuna di loro aveva instaurato un rapporto che potesse lasciar pensare ad altro. Non sotto gli occhi di Fox, comunque. Non che ci avesse pensato, ma Adam sapeva per istinto di non voler iniziare relazioni di alcun tipo con lui nei paraggi.

Ci mancherebbe solo quello.

Anche se Fox non aveva fatto nulla per lasciare da parte la sua relazione alquanto strana. Ma lui era il capo, poteva permettersi anche questo...

"Ehilà! Ti sei imbambolato? La mamma ti ha fatto una domanda!" lo scrollò Albert e gli agitò una mano davanti agli occhi. Era più inserito e interessato al dialogo di quanto volesse dare a intendere. Adam si riscosse e si scusò con la madre, chiedendo di ripetere.

"I tuoi colleghi... Vai d'accordo con loro?"

"Che vada d'accordo o no credo che non ne dipenda la sua sopravvivenza" borbottò il fratello maggiore. "Lavora in un supermercato, non nell'esercito..."

Non esserne così sicuro.

"Vado abbastanza d'accordo, grazie" rispose Adam, che ormai era diventato un campione zen nell'ignorare il brusio di fondo creato dai suoi fratelli.

"Sai che in qualunque momento vuoi tornare qui sei il benvenuto" disse Mara.

"Cielo, assolutamente no!" chiosò Albert.

"C'è così pace, non roviniamo tutto!" rise Oscar.

"Stiamo ancora finendo di pagare la vetrina dei vini!" ricordò neutro Francis.

Touché. Su quell'ultimo punto, Adam incassò.

"Non era niente, davvero" disse in fretta la donna, notando l'incassarsi vergognoso nelle spalle del figlio più giovane.

"No... Va bene così" rassicurò in fretta Adam. "Sto migliorando, lavorando lì. Sto imparando tante cose."

I rovi della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora