"Sveglia, topolino..." mormorò una voce dolce nel suo orecchio. Scott era intontito e non aveva una chiara cognizione di dove fosse, a parte che il letto era infinitamente più comodo di quello in cui era abituato a dormire. Aprì, a fatica, gli occhi appiccicosi nella luce e trovò davanti la faccia di Hunter.
I polmoni presero aria fino in fondo. Più presente a sé stesso, riuscì a dire: "Ciao."
"Ciao. Dormito bene?"
Scott non si mosse, anzi si accomodò meglio. "L'avrei fatto ancora."
"Abbiamo la camera fino a mezzogiorno... Meglio sfruttarla appieno." Le labbra allusive di Hunter furono sulla sua fronte, lievi.
Ora Scott aprì gli occhi con più convinzione e scoccò un'occhiata obliqua all'uomo nudo sopra di lui: "Io la stavo già sfruttando ottimamente. Dov'è Joachim?"
"È andato a fare un'altra passata di doccia poco fa. Vogliamo raggiungerlo?"
"Mmh." Era un mmh di diniego, almeno per il momento. La ripresa delle funzioni vitali di Scott di mattina era lenta, tanto più considerato come avevano occupato il tempo la notte prima. Accarezzò un braccio di Hunter, passando le dita tra i suoi peli spessi e ricciuti. Si sentiva da Dio. "Sei così comodo... Stiamo qua un altro po'."
L'uomo lo abbracciò più stretto, gli baciò la spalla. La loro pelle aderiva a incastro. "Sei stato fenomenale."
"Lo so." Scott chiuse gli occhi e si prese il complimento come un grosso gatto sornione e compiaciuto.
"Hai fatto girare la testa anche a Joachim. Le prime volte che gli ho parlato di te era un po' geloso, si sentiva spodestato... Ma tempo una notte e ti adora, ti venera. Come diamine fai?"
"Perché tratto le persone come fine e non come mezzo, io" rispose Scott scherzoso. "Non era il consiglio numero uno di qualche filosofo?"
"Uhm, non so, ignoro queste nozioni. Dovresti chiedere a mio figlio, è lui il letterato di famiglia."
La bocca di Scott si deformò in una smorfia. Nominare Daniel quando erano intimi generava sempre una nota acuta e fuori posto; quella mattina forse, con Joachim che si faceva la doccia nell'altra stanza, era anche peggio. Se possibile il figlio di Hunter aveva il biondo norvegese in antipatia anche peggiore di Scott.
"Qualunque cosa tu faccia, l'effetto è stendermi ogni volta che lo fai." Hunter gli accarezzò la fronte col pollice, aggiunse: "La verità è che fatico a starti al passo io, e non mi è mai capitato con nessuno negli ultimi anni."
Quell'ammissione era un dono dolcissimo per il ragazzo che avvertì la testa improvvisamente leggera. Ora era sveglio del tutto. La sua mano scivolò in basso, verso il membro ancora rilassato di Hunter, che non si era aspettato quella svolta e sortita. Lo sentì subito reagire, e vividamente.
"Forse stai solo invecchiando." Stavolta fu lui a usare il pollice per accarezzargli l'asta soffice, che si stava indurendo appena solo adesso. "Guardalo. Credi che sia ancora in grado di sostenere un po' di sesso mattutino?"
Ora fu il turno della schiena di Hunter di irrigidirsi. La provocazione, oltre a metterlo sui carboni ardenti, minava il suo amor proprio. Forse temeva veramente di non farcela. "Ehi, ieri mi avete messo a dura prova..."
"Non mi hai neanche scopato. Hai lasciato fare a Joachim. E adesso come faccio io, che sento la mancanza da ieri della sensazione del seme dentro di me?" si lamentò platealmente Scott, ora prendendolo con maggiore decisione nella mano, senza però iniziare a muoverla. Voleva solo, per il momento, che la sentisse.

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I rovi della luna
RomanceCameron è stato appena lasciato, è depresso e pessimista ed è seppellito di lavoro per la nuova stagione de "I rovi della luna", telefilm young adult che tratta amori tra liceali e vampiri e di cui lui è uno degli sceneggiatori, più per gavetta che...