A web of secrets - Parte Prima

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Come era potuto accadere.

Che fosse capitato realmente era fuori discussione. Nessuna allucinazione, nessuna ragione. In un dato momento aveva baciato il suo capo come se si trattasse di un istinto naturale. Era un brutto momento, erano così vicini, e Adam sapeva di lui... Era come trovarsi su un ponte sospeso con la certezza che da un momento all'altro si cadrà. Ma non bastava il terremoto come giustificazione. O forse sì? L'adrenalina, la paura si erano convertiti in quel gesto di rassicurazione. Un bacio, un bacio vero, profondo. Adam però non aveva mai baciato un maschio in vita sua né aveva mai desiderato farlo né... né aveva mai avuto una particolare simpatia per Fox.

O forse sì.

Non l'aveva mai capito. Fox non gli aveva mai dato ragioni per averlo in simpatia, non si era neanche mai sforzato in merito una volta. Eppure... Eppure Adam non l'aveva mai odiato. Perché tutto questo? Perché aveva sentito che era la cosa più giusta da fare in quel momento, quando invece era una scelta allucinante e irragionevole?

Il capo, da quel giorno, si comportava come se niente fosse successo – a parte il terremoto. Del resto... Lui un uomo ce l'aveva davvero, non c'era da sorprendersi che avesse la coda di paglia per quel gesto commesso così conclamato, concreto. Adam era convinto di avere molti più problemi in merito. Non si spiegava come potesse essere accaduto.

Quell'uomo aveva delle sorte di arti magiche? L'aveva sedotto, ipnotizzato, con qualche dote appartenente a quelli come lui? Adam non ci capiva niente, sapeva solo che lavorare al supermarket da quel giorno era diventato impossibile.

La verità è che quando ripensava a quel momento... Riviveva le stesse sensazioni. Sensazioni devastanti. Quello stato d'animo sconvolto aveva in qualche modo fatto imprinting sulla sua anima. Cercava di non pensarci, ma bastava sfiorarne il ricordo per sentirsi friggere il ventre, i muscoli fremere di impazienza, in preda al desiderio di essere ancora lì e poterlo fare di nuovo...

"Tutto bene, Adam?" domandò Rose vedendolo così svagato.

Si riscosse come da un sogno. "Ah... Tutto bene, sì." Si ricordò solo adesso che stava spingendo una fila di carrelli per portarli nel parcheggio. Ebbe l'impressione di essere stato fermo immobile con le mani sulla maniglia del primo per un bel po'. "Tutto bene." Il suo sguardo scappò verso il punto dove si trovava Fox, che parlava ridendo con un cliente e lo ignorava brutalmente. Adam avrebbe voluto parlare con lui, ma non era il tipo da parlare di queste cose. Arrossì. Lavorare lì era diventato improvvisamente impossibile. Non sapeva che pensare, come comportarsi.

Perché, invece di sentirsi attratto da una qualunque delle sue colleghe, si era impantanato in quella situazione con un uomo? Il suo capo, per giunta. Che fosse gay o meno aveva poca importanza: Adam non lo era. O quantomeno non si era mai posto il problema. Non aveva mai guardato nessun uomo in quel modo, prima di Marshall.

Quando si trovò solo nel piccolo parcheggio, l'aria fresca gli fece bene. Pensò a quando tanto tempo prima il ragazzo in moto era venuto a prendere Fox. Avvertì una stretta allo stomaco al solo ricordo.

Aveva scoperto, quasi per caso e tuttora senza riuscirci a credere, che quel ragazzo oltre a essere alto e bello era anche una sottospecie di star. Lavorava in tv, c'erano delle foto sue sui giornali; Adam aveva pensato che si trattasse solo di somiglianza, ma era difficile confondersi: come minimo, avrebbe dovuto trattarsi di due gemelli omozigoti: l'uno famoso, l'altro accompagnato a Marshall Fox. No, era comunque incredibile.

Eppure Fox non era niente di così straordinario. Adam non riusciva ad afferrare che cosa avesse di tanto speciale.

Sì, devono essere arti magiche.

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