The new neighborhood - Parte Seconda

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Fu come una diga che si rompeva in seguito a una resistenza strenua; bastò un ok Adam, racconta tutto perché l'uomo li prendesse in parola. Seduto nella loro stretta cucina, con Daniel che armeggiava tra i fornelli e Gus che ciondolava in piedi, cercò di iniziare dal principio, e in un primo momento farneticò senza un punto di partenza chiaro, parlando di Marshall come se già lo conoscessero; aveva iniziato a giustificarsi a partire dal loro incontro in discoteca, ma si accorse che doveva tornare ancora indietro, al principio. Disse tutto, tutto quello che gli veniva in mente e gli opprimeva il cuore. Non poté nemmeno tenersi le porzioni di storia che, in teoria, avrebbe dovuto tacere.

"...Jason Grant? Davvero? Quello strafigo della televisione?" domandò Gus pieno di interesse. "Mi stai dicendo che un direttore di supermercato è fidanzato con quel manzo?"

Adam bloccò per un attimo il suo flusso di coscienza, riprendendo il filo del suo discorso ingarbugliato. Infastidito che si fossero soffermati proprio su quel punto, su di lui. Annuì: "Beh, sì, che poi in realtà l'ho pure scoperto con un altro, cioè, anche lui aveva una relazione di cui Marshall non sapeva nulla, li ho beccati fuori da un hotel, e gliel'ho pure raccontato alla fine, a Marshall dico, ma lui ha fatto come se non gli importasse niente... Ma questo è accaduto alla fine, non vi ho ancora detto che..."

Cercò di riepilogare in qualche modo la loro storia, quanto era stata bella ed eccitante. Non era bravo con le parole e non riusciva a far capire tutto ciò che era passato per il suo cuore, per il suo stomaco, quando loro due si vedevano. E ora era tutto finito.

"Non riesco a uscirne. Ci provo, ma è come se fossi traumatizzato" dichiarò. Notò che ora anche Daniel lo guardava con piena attenzione, gli occhi sgranati e la bocca aperta. Gus, tutto sommato, pareva meno turbato. "No. Non è la parola giusta, ma comunque... Vorrei venirne fuori, metterci una pietra sopra, ma non posso."

Seguì un silenzio prolungato. Mentre la carne cuoceva nel forno, Daniel trovò modo di sedersi un attimo dall'altro lato del tavolo, senza togliere lo sguardo da Adam. Con circospezione, iniziò a tastare il terreno: "Mi stai veramente dicendo che in tutta la tua vita non hai mai provato attrazione per nessun uomo, a parte questo Marshall?"

Adam fece un cenno. "Già, è così. Ci provo, ma..."

"E invece quando eri con lui provavi questa specie di libido inarrestabile."

L'interrogato arrossì. "Beh, sì, diciamo che..."

"Non è possibile" tagliò corto Daniel.

Stavolta Gus si ribellò, guardò l'amico: "Eddai, non essere così integralista! I casi della vita sono infiniti!"

"Ti giuro che è vero" insistette Adam implorante.

"Non esiste l'omosessualità selettiva" sbuffò però Daniel, tirandosi indietro da entrambi, scuotendo la testa. "Avrai una sorta di blocco, non so."

Triste, Adam convenne: "Sì, forse hai ragione..."

"Se avesse un blocco, perché con questo Marshall non si presenta minimamente? Da come parla Adam, non mi dà l'idea di essere stato inibito, con lui."

Irritato, Daniel commentò: "Perché era tutto di nascosto, in segreto. Se avesse dovuto frequentare questo Marshall alla luce del sole, stai sicuro che se ne sarebbe guardato molto bene..."

"Non è vero! Io darei tutto adesso per poter stare assieme a lui, in qualunque modo..." replicò Adam con educato impeto; non aveva mai riflettuto su ciò razionalmente, ma ora che l'aveva detto ad alta voce era certo fosse così. Tutto sommato, quella conversazione era utile eccome.

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