Rainbow pride

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N.d.A. Ho sistemato il capitolo precedente, Revenge, che aveva diversi problemi di visualizzazione.
Ora dovrebbe essere a posto.

Scusate il disagio.

***

Era la prima volta, per Adam, che partecipava a un gay pride. Confuso com'era riguardo la propria sessualità, era stato molto dubbioso sul non essere magari fuori posto; ma Gus gli aveva detto che la manifestazione era basata sul principio di accogliere chiunque fosse pronto ad accettarsi per quello che era e non uniformarsi a un'aspettativa esterna. Aveva detto che, in quel senso, Adam aveva pieno titolo di stare lì in mezzo insieme a tutti gli altri.

Avrebbe dovuto unirsi a loro pure Daniel, ma quella mattina aveva mandato un messaggio con cui dava loro buca.

"Deve essere quello sceneggiatore con cui esce" stava giusto commentando Gus. "Lo perdono solo per questo: ormai Daniel doveva avere le ragnatele, nelle mutande. Finalmente si sfoga un po'!"

"Oh, ehm, buon per lui" rispose Adam, provando un pizzico di invidia. Non era in astinenza da altrettanto tempo, ma la sensazione al momento la conosceva bene. Erano giorni che era tentato di chiamare Erin Romanoff, considerato che i suoi tentativi di trovarsi un nuovo amante uomo finora stavano facendo abbastanza un buco nell'acqua...

"Ehi, bell'orsacchiottone" disse una drag queen mettendo una corona di fiori arcobaleno attorno al collo di Adam. "Secondo me così sei perfetto."

"Ah... Grazie" rispose lui, prima che la signora si disperdesse nella folla saltellando sul suo tacco 12 di strass.

"In effetti stai molto meglio" commentò Gus e lo prese sottobraccio. "Dai. Andiamo a vedere il mercatino delle lesbiche. Come fanno loro l'artigianato, nessuno."

"Non hai appena detto una cosa un po' politicamente scorretta?" osò chiedere Adam, lasciandosi tirare.

"Io posso" rispose Gus con semplicità. Passarono davanti a un carro della sfilata appena in tempo perché non li mettesse sotto, ma furono comunque investiti da una pioggia di coriandoli.


Visto lo spirito della giornata, Jason aveva voglia di tenere Marshall per mano, ma lui preferiva evitare. Anche se ormai aveva fatto coming out, Marshall non voleva che il suo compagno attirasse eccessiva attenzione. Aveva già insistito per assistere alla parata del gay pride...

Nella folla, però, pochi per fortuna lo riconoscevano: la fama di Jason non era esplosa già fino a quel punto, e a volte Marshall pensava che sarebbe stato meglio se fosse rimasto così, un attore con una buona carriera davanti ma senza quella visibilità mediatica che spesso rende impossibile condurre una vita normale. Si guardò attorno, compiaciuto dalla gioia che sembrava abitare i corpi di tutta quella gente e dai coriandoli colorati che tingevano piano piano la strada grigia. Sì, poteva dire di essere grato.

Rodeo Drive sembrava trasformata, anche i passanti finivano per aderire curiosi all'entusiasmo generale. Mano a mano, Marshall e Jason incontravano tanti amici e si fermavano a salutarli. Christina e Joan, che stavano insieme da quindici anni. Heric, da poco tornato single. Karen e John, che raccontarono loro tutte le traversie che stavano affrontando per l'adozione di un bambino. Jason chiese molte informazioni al riguardo e Marshall finì per distrarsi, il suo sguardo vagò tra la folla, fino a raggiungere alcuni stand e il la silhouette di schiena di un uomo che spiccava per la sua stazza – o forse, che gli era solo familiare.

Avrebbe riconosciuto quella persona ovunque, da qualunque angolazione. Il cuore di Marshall si tuffò in mezzo al bacino.

Era una fortuna che Jason non lo tenesse per mano, perché avrebbe avvertito nettamente quel tremore non controllabile.

I rovi della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora