Cap. 2

1.5K 129 59
                                    


Fu un bacio delicato, di pochi secondi, ma molto desiderato e molto intenso.
Per essere veramente bello un bacio deve significare qualcosa, deve essere con qualcuno che non riesci a toglierti dalla testa; così quando le nostre labbra si toccarono l'emozione fu fortissima. Un bacio così caldo e profondo da farti dimenticare di riprendere fiato. Non si imbroglia con il primo bacio perché quando trovi la persona giusta... il primo bacio è davvero tutto! Fu come se prima di allora non avessi mai baciato nessun altro, come se tutte le emozioni vissute prima non avessero alcun valore, come se non fosse esistito nulla prima di quel momento. Mi sentii felice, viva, con lui al mio fianco non poteva accadermi niente. Lui era quello giusto, quello che da tempo desideravo, ma che non riuscivo ad ammettere neanche a me stessa. Alex aveva un anno meno di me, ma riusciva a capirmi come nessun altro.
<< Quando siamo insieme le cose funzionano alla perfezione >> Mi ripeteva sempre. Aveva ampiamente ragione.
Ma, la nostra relazione non fu vissuta apertamente sin da subito, l'ex era molto vendicativo e mi ritrovai ad avere tutti gli amici contro.
<<Se scegli lui perderai anche noi >> Mi sentivo dire. Ma a me i loro discorsi non facevano una piega. Meglio vivere un solo minuto con lui che una vita con loro. Credevo molto nell'amicizia, ma, puntualmente, quando mi aspettavo qualcosa, venivo delusa. Così a poco a poco cominciai ad essere scettica.
Alex rimaneva sempre in disparte, mi lasciava libera nelle mie scelte, lui a differenza mia non credeva nella vera amicizia, non credeva nei sentimenti, sapeva benissimo come girava il mondo e sapeva pure che per quanto potesse dare affetto questo non era mai ricambiato come ci si aspettava.
<< Non è facile stare con me >> Mi disse.
<< Non ho bisogno che sia facile, ho bisogno che ne valga la pena >>.
Risposi guardandolo negli occhi.
La nostra storia non fu come quella scritta dai migliori poeti, ma fu molto più romantica. Non c'è un momento con lui che io non ricordi, per lui ero sempre all'apice dei suoi pensieri, non metteva nessun impegno prima di me.
Ricordo ancora tutte le volte che mi sentivo di pessimo umore e lui era sempre lì a consolarmi, a farmi il solletico per vedere, anche per un secondo, il mio sorriso.

<<Io vivo del tuo sorriso, starò qui con te ogni volta che ne hai bisogno, non mi importa niente della partita. >>

<< Mache dici?! Per te è importante giocare questa partita, devi andare!>> Cercai di non manifestare la mia incredibile voglia di stare con lui.

<<Sei più importante tu. >> Mi rispose dolcemente.
Come potevo insistere se l'unico desiderio era quello di stare con lui? Lo abbracciai forte, era incredibile la felicità che mi trasmetteva.
Alex amava molto il calcio, giocava in una squadra di serie D, ma il suo sogno era di soddisfare la suabravura diventando un vero calciatore. Come scordarlo mentre giocava! Io non amavo questo sport, ma amavo guardare lui mentre era in campo, mi affascinava mentre correva, con quel fisico da urlo e con quei capelli scompigliati dal vento che gli scoprivano la fronte. E ogni volta che lo guardavo lui cercava di dare del suo meglio per farsi notare, ogni volta che compiva un'azione di nota rivolgeva il suo sguardo verso di me e mi mandava un bacio o, semplicemente, mi sorrideva.
La prima partita che vidi fu un amichevole contro la parrocchia che fino a poco tempo prima frequentavamo, sapevo contro chi doveva giocare, sebbene fosse il migliore ero preoccupata: tra gli avversari c'era anche il mio ex.
<< Non giocare, sai quanto ce l'ha con te, ti faranno un fallo sicuramente e... >>
<< Tranquilla! >>
Rispose, baciandomi la fronte. Ed entrò in campo. Era irremovibile.
Il suo ruolo era quello di difensore: vi assicuro che il portiere poteva benissimo dormire quando giocava il mio Alex.
E così l'arbitro fischiò e la partita ebbe inizio.
<< Sei morto. >> Furono le prime parole che sentii dal campo riferite ad Alex. La mia preoccupazione cresceva sempre più... Ma lui, come sempre, indifferente alle minacce, iniziò a giocare. Gli ridevano, lo spingevano e cercavano di farlo cadere... Alex è sempre stato più forte, era tutto superfluo, non ci riuscivano.Continuava a guardarmi ogni volta che poteva, sorridendomi, faceva rodere gli altri. Mi mostrò anche il polsino che teneva con sè, io mostrai il mio come per dirgli che, ovviamente, tifavo per lui. Pensavo che era stupendo quando mi guardava in quel modo, nel modo in cui ti guardano gli occhi solo di chi ti ama.

Lo amavo, non gliel'avevo mai detto, ma lo amavo con tutta me stessa anche per il fatto che sapeva mostrarsi calmo anche quando non lo era.
La partita finì, Alex segnò più goal. Gli andai incontro correndo mentre usciva dal campo con quel sorriso magnifico.
<<Tutti goal dedicati a te, amore. >> Lo strinsi forte...era unico.

Paura di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora