Cap. 26

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Ci recammo al supermercato, comprammo una bottiglia di vokda alla fragola, patatine e altri stuzzicchini graditi da entrambi e rientrammo a casa. Stavo già, apparentemente, meglio. Alex aveva questo potere: riusciva sempre a farmi divertire anche con poco, ma l'idea di bere non mi passò di mente. Accesi la tv, aprii la bottiglia di vokda e iniziai a bere.Alex mi guardò sconvolto.

<< Almeno prendi i bicchieri... >> Mi disse, rassegnato.

<< Hai ragione...>>Presi i bicchieri e iniziai a versare redbull e vodka, ma una volta finita la prima ci rimase solo la seconda. Adesso ero davvero poco lucida e iniziai a sclerare.

<< Ale, se ti provocherò quando sarò ubriaca, non cedere...Io non voglio fare l'amore con te, non ce la faccio, anche se ti desidero più di quanto credi... >> Lo avvisai, avevo proprio intenzioni di bere molto! Lui rimase zitto, come se mi ignorasse.

Uno, due, tre, quattro bicchieri... Brindammo alla goccia per altri  ancora, facemmo a gara su chi doveva bere l'ultimo e me lo lasciò prendere. Ma che cosa gli era successo? Perché mi stava facendo bere tranquillamente quando lui era il primo ad odiare l'alcool? Era difficile continuare a fare quei pensieri dal momento che non riuscivo più a fare nemmeno un discorso serio. Fu la prima volta che mi ubriacai senza ricordare nulla, ricordo solo che, come presumevo, ci provai con Alex.

Mi buttai addosso a lui con tutto il peso. La mia mano gli accarezzava la sua schiena, ero così vogliosa di lui; gli alzai la maglietta e riuscii a levarla. Poi la mia mano andò più giù fino ai pantaloni...

<< Facciamo l'amore,dai... Lo sai che lo voglio... tu sei mio, facciamo l'amore... >> Alex era molto eccitato, mi iniziò a baciare il collo accrescendo la mia voglia di averlo mio. Ma, non appena gli sbottonai i pantaloni mi fermò la mano e la levò violentemente.

<< No!! Non possiamo...Devo mantenere ciò che ti ho promesso... Lascia stare... Sei ubriaca! >> Mi sentii quasi offesa, ma non ebbi il tempo di pensare che a lungo andare l'alcool salì male, iniziai a piangere singhiozzando, cercando conforto in Alex, abbracciandolo, cercando di dirgli tutto ciò che avevo dentro, ma il mio singhiozzo causato dal pianto, l'ubriachezza, non rendevano chiari i concetti che cercavo di esprimere.

<< Ehy, basta...calmati, basta piangere... >> Cercò di incoraggiarmi, ma non riuscivo a calmarmi, i fantasmi del passato e del presente si erano fatti avanti tutti insieme...continuavo a piangere, fino a quando Alex non mi prese in braccio e mi sdraiò sul letto. Il pianto svanì, rimase solo il singhiozzo e la sensazione di relax con Alex che mi accarezzava i capelli per farmi tranqullizzare. Non riuscivo più a riflettere, non capivo nulla, avevo solo una gran nausea e vomitai per la prima volta ai piedi del letto, poi mi addormentai.

Quando mi svegliai, Alex era accanto a me, dormiva. Avevo ancora nausea, ma riuscivo a connettere il cervello. Mi guardai intorno, la tv era ancora accesa, vidi il mocio per pulire poggiato al muro della stanza: Alex aveva sicuramente lavato il pavimento per il mio vomito di qualche ora prima. Mi voltai verso di lui, accarezzai la guancia e si svegliò.

<< Ma che ore sono? >> Domandò assonnato. Alzai lo sguardo verso il comodino, presi il cellulare, avevo molte chiamate e messaggi da parte delle mie amiche e di Simone.

"Ma che fine hai fatto? E' dalle 9:00 di stamattina che ti cerchiamo. Fatti viva."

<< Sono le sei...>> Risposi. << Ma quando ci siamo addormentati? Non ricordo... >>

<< E ti credo... Hai vomitato anche l'anima, mi è toccato pulire, farti calmare quasi tutta la notte...Da premettere che ero brillo anche io! >> Rispose Alex con tono seccato. Lo guardai, sentendomi in colpa, non ebbi neanche il tempo di rispondere che mi alzai di scatto per andare a rivomitare. Sentii lui sbuffare.

<< Come stai? >> Mi chiese.

<< Uno schifo! >>

<< Almeno spero che la smetterai di bere, dopo questa volta. >> Ecco qual era stato il suo scopo: fammi ubriacare sul serio per mettere da parte la parentesi "alcool" dalla mia vita.

<< No, non credo avrei ancora il coraggio... >> Risposi, abbassando lo sguardo, come una bambina colpevole. Alex si avvicinò, era pallidissimo, doveva stare male anche lui. Mi alzò la testa con un dito sotto il mento...

<< Devi promettermelo... >>

<< Ci provo...E' che... Con l'alcool riesco a non pensare... >>

<< A cosa? Mi dici a che serve ridursi così? I problemi non si risolvono bevendo, quante volte te lo devo ripetere? >>

<< Hai ragione...lo so, ma...non puoi capire, lascia stare. >>

Alex non insistette, ci sdraiammo sul letto, puntammo la sveglia per evitare di dormire per tutta la mattinata: dovevamo ritornare a casa e prima di tutto pulire lo schifo che avevamo lasciato quella notte.

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Cosa ne pensate di questo gesto di Alex? Avrà fatto capire alla protagonista quanto faccia male l'alcool? Sarà la volta buona per smettere?

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