Cap. 41

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Era passato un mese da quando io ed Alex avevamo ripreso a frequentarci e in quel mese accontanai gli studi, non frequentai più l'università per la paura di affrontare Gabry e il suo odore di vendetta

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Era passato un mese da quando io ed Alex avevamo ripreso a frequentarci e in quel mese accontanai gli studi, non frequentai più l'università per la paura di affrontare Gabry e il suo odore di vendetta. Non sapeva che ero tornata nelle braccia di Alex, se l'avesse saputo avrei considerato me ed Alex morti. Era molto vendicativo e impulsivo. Mi soffermai un secondo a riflettere sulle mie ambizioni, considerai il fatto che avevo ventun'anni e non stavo concludendo nulla né nel campo lavorativo, né sul campo universitario. Avevo voglia di studiare, ma aprivo i libri e non riuscivo a capire nemmeno una frase di quello che leggevo: Gabry riusciva a spiegarmi tutto facendomi apprendere i concetti. Mi sentivo un po' una fallita, dovevo realizzarmi in qualche modo e cercai di darmi aiuto. Da un lato vi era mio padre che mi spingeva a frequentare le lezioni in città, dall'altro c'era Alex che viveva nel terrore ogni volta che gli nominavo la facoltà.

<< Tu non hai bisogno di un assistente per andare avanti, te la puoi cavare anche da sola, hai sempre studiato da sola >> Mi ripeteva, ogni volta, Alex.

<< No, quì non è come al liceo, questa facoltà è davvero difficile ed io ho bisogno di qualcuno che mi spieghi le cose. O per lo meno, ho bisogno di frequentare le lezioni per fare amicizia... >> A quelle parole Alex rimaneva zitto, non poteva contraddirmi, sapendo della mia ragione, ma non poteva neanche acconsentire per la paura che io incontrassi Gabry.

Per un breve periodo studiai a casa, nonostante avessi ancora libri prestati dal mio ex, notavo che i miei sfonzi erano inutili, così non aprii più un libro e mi dedicai interamente alla mia storia con Alex. Ma...durante il giorno non ci sentivamo molto, tra lavoro e palestra non aveva molto tempo per me."Ci sentiamo più tardi", ogni qualvolta che leggevo quella frase sullo schermo del mio cellulare era come se la prendessi come un'offesa. Non riuscivo a non sentirlo per un intero pomeriggio, mentre lui riusciva a stare tranquillamente senza di me. Gli lasciai i suoi spazi, Alex doveva continuare a lavorare, ero io quella che doveva darsi una mossa.

Le troppe insistenze, quasi arroganti, di mio padre, mi convinsero a riprendere l'università, promettendo ad Alex di messaggiare tutto il tempo, per non farlo stare in pensiero. La prima giornata andò bene, seguii la lezione, prendendo appunti, ma principalmente non incontrai Gabry. Tornavo a casa dopo pranzo e, come se mi aspettassi ogni giorno la stessa sorpresa, Alex non si presentava alla fermata. Sarà stanco, pensavo, lavora molto. Salivo le scale di casa mia e lo avvisavo di essere rientrata, parlavamo un po', poi correva a lavoro e ci vedevamo la sera, quando mi veniva a prendere in palestra. Ricordo ancora quei momenti...

Finivo il mio allenamento, a volte si faceva trovare già lì, appoggiato al muro, ad aspettare che uscivo dagli spogliatoi, ma l'attimo più emozionante era quando ero io ad aspettare lui. Mi sedevo su un divanetto, guardando ogni attimo la porta, sperando che da un momento all'altro apparisse lui. Sembravo come una bambina alla scuola materna: nell'attesa del suo babbo, ferma, immobile, con le gambe a penzoloni, sapendo che da un momento all'altro sarebbe arrivato, che non l'avrebbe lasciata lì. Ma se il suo dolce babbo avesse ritardato la sua speranza tentava a diminuire, inconsapevole del traffico che poteva riscontrare per strada, pensando al peggio... che magari il suo papà si fosse scordata di lei. Ma... quando la speranza stava per svanire eccolo lì quell'uomo alto e muscoloso. Con un salto ci si alza dalla sedia e ci si corre incontro. Ecco come mi sentivo: quando Alex arrivava il mio cuore mi trascinava da lui, abbracciandolo forte e baciandolo a perder fiato.

Una delle tante sere tranquille, dopo essermi ritirata dalla palestra iniziò di nuovo il telefilm della mia vita...

<< Tornami il libro! Fammelo avere in qualche modo, tu è meglio che non ti fai vedere. >> Messaggio di Gabry. Un po' mi terrorizzò, ogni parola di Gabry mi terrorizzava perché immaginavo la sua espressione, sapevo con che tono pronunciava le sue parole. Mi rifugiavo in Alex e lo avvisai.

<< Ale...Gabry vuole che gli ritorni il libro. >> Lui sbuffò.

<< Lo sapevo che questo avrebbe rotto le palle prima o poi! >> Obiettò. Poi riprese. << Tu non gli darai nulla, glielo porto io questo dannato libro! >> Sentendo quelle parole mi venne un colpo al cuore.

<< Ma che cosa sei scemo? Ale... lui non sa che io mi sto rivedendo con te, se lo sapesse... >>

<< ...E' meglio che se ne fa una ragione prima, no? Tanto prima o poi lo deve sapere! >> Il tono di volce alto di Alex superò il mio e mi costrinse a tacere.

<< No, se lo sapesse mi rovinerà la vita... Tu non lo conosci, è un tipo violento... Non puoi andarci solo e non deve scoprire nulla... Sono un anno indietro all'università... i miei non lo sanno e se glielo dice... >>Abbassai lo sguardo in preda al panico.

<< E basta! Secondo te va a raccontare tutto ai tuoi? Ma che dici... >> Continuò.

<< Non lo conosci, Ale! Tu non ci vai! >> Esclamai, arrabbiata.

<< Questo lo dici tu! Se glielo porti tu tra noi finisce quì! >>

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Sarebbe stata guerra! Se Alex fosse andato in città ad incontrare Gabry sarebbe finita male. Quest'ultimo diceva sempre che litigare in territori altrui era come buttarsi la zappa sui piedi poiché i cittadini odiavano, da sempre, i paesani. Avevo paura, Alex non doveva assolutamente muoversi dal nostro paese. Ero stanca... volevo solo vivere una storia tranquilla, non trascorrere più una vita da telefilm. Cosa avrei pagato per riportare indietro il tempo e cambiare tutto!

Avrei voluto rinascere, come prima cosa avrei voluto un buon rapporto con mio padre, proprio come lui l'aveva con mio fratello. Non riuscivamo neanche ad abbracciarci o semplicemente a parlare per il troppo imbarazzo. Ero una bambina molto introversa, riuscivo a fare le cose solo con la dolcezza, quella che mio padre non è mai riuscito a trasmettermi. Molti, invece, mi chiedevano: se potessi rinascere avresti voluto riincontrare Alex? Sì... Alex è stato il mio primo amore, travagliato, ma vero amore! La mia vita senza Alex sarebbe stata fiacca, senza emozioni. Dovevo a lui tutto quello che ho provato nel corso di quegli anni, nonostante l'inferno che continuavo a sopportare. Ed era per questo che mi toccava proteggerlo questa volta, era per questo che quel libro, a Gabry, dovevo darlo io e non lui. L'anno con il ragazzo di città mi aveva fatta essere più coraggiosa, riuscivo ad affrontare i problemi e a camminare a testa alta: dovevo solo mettere in atto ciò che avevo imparato.

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E adesso? Cosa succederà?

(Vi avviso che il prossimo capitolo vi farà agitare parecchio :D )

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