Cap. 49

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"Ehy, ciao, volevo raccontarti quello che ho appena fatto: ho affrontato finalmente la mia peggior paura, i miei genitori sanno finalmente di noi. Posso stare con te, tranquillamente con te. Finalmente possiamo urlare al mondo il nostro amore" Ma... il telefono continua a suonare a vuoto: Alex non risponde. Ma mi ama ancora... sono convinta, devo solo riconquistare la sua fiducia. Come fare? Ho come una lampadina che si accende in testa: ad un tratto mi ricordo della sorpresa che gli feci il giorno del suo compleanno nella mia casa in città e penso "perché non fare una sorpresa senza una ricorrenza vera e propria?" Mi metto subito all'opera. Accendo il pc, raggruppo molte nostre foto che rappresentano i nostri momenti insieme sin da piccoli, le stampo e creo un cartellone appiccicandole. Scrivo sù parecchie dediche, ma maggiormente mi rendo conto che Alex ha bisogno di senrtirsi pronunciare una parola in particolare: SCUSA.

"Scusa Alex perché sei stato vittima delle mie incertezza, della mia debolezza, della mia codardia. Scusami perché tu ci sei sempre stato ed io non ti ho mai messo al primo posto e ti abbandonavo facilmente lungo il cammino della mia vita. Guarda bene queste foto: ci sei tu! In ogni foto ci sei sempre tu ed io guardo solo te. E' vero, Alex, io nella vita ho conosciuto tante persone, ma tu sei il più importante e... io non voglio più perderti. Lo so che è tardi, ma tu ormai fai parte della mia vita. Non voglio più raccontare della mia storia, del mio film... vorrei raccontare del NOSTRO film! E adesso possiamo viverci senza più paure: ho detto tutto ai miei. Non ti disturbo più, ma se una piccola parte di te è ancora legata a me fammelo capire e... poi sarò io a dimostrarti cosa significhi per me. Spero a presto."

Cartellone pronto. Adesso devo solo attaccarlo alla porta di casa sua, per dimostrare che non temo più nessuno ed esprimo i miei sentimenti al mondo intero, senza vergogna, senza nascondigli. Riprendo la macchina, vado più veloce che posso, devo fare in tempo prima che finisca il suo orario di lavoro. Parcheggio sotto casa sua e... quella è sua sorella? Oddio! Scendo dalla macchina e la saluto.

<< Ciao. >> Dico timidamente.

<< Ma ciao! Come stai? Ma come sei cresciuta... Ma... Alex è a lavoro, che ci fai quì? >> Mi chiede. Mi guarda le mani e nota il mio grosso cartellone.

<< Ehm... a dirti la verità so che lui si trova a lavoro e che sta per finire il turno, ma devo mettere questo cartellone... >> Lo apro per faglielo vedere << ...nel vostro portone. E' un problema? >> Lei lo guarda e facendomi una carezza in guancia esclama: << Vieni, vai su, mettilo in camera sua. >>

La guardo sorpresa. << Posso davvero? >>

<< Certo! >> Apre il portone e velocemente saliamo verso il loro pianerottolo. << Vai, tranquilla, i miei non sono a casa. >> Mi conforta. Entro pian piano e tutto ad un tratto rimembro tutti i momenti trascorsi con Alex proprio in quella dimora. Dai nostri pomeriggi di passione, alla doccia insieme... e tutto ciò mi fa nascere un sorriso spontaneo ripensando alla volta in cui suo padre si era accorto della nostra presenza in casa. "Solo tu?!"  Quante risate... Oltrepasso il corridorio e mi diriggo verso la stanza di Alex. Era tutto rimasto come l'avevo lasciato anni fa, lui era molto abitudinario. Erano sparite le nostre foto, ma per il resto non modificò nulla. Sua sorella mi raggiunge così ne approfitto per chiedere un consiglio: << Dove mi consigli di metterlo? >>

< Hmm... potresti appenderlo nella porta, oppure nell'armadio. In modo da non essere troppo in vista, ma da spuntare improvvisamente quando lui non se l'aspetta. >>

<< Ottima idea! >> Esclamo, sorridendo. Decido di metterlo all'interno dell'armadio. Non appena apro le ante sento come se Alex fosse vicino a me. Chiudo gli occhi per assaporare in pieno il suo profumo... quanto vorrei abbracciarlo.

Paura di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora