Cap. 35

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Parecchi week-end mi ritrovai sola a casa, faceva ancora caldo e i miei erano soliti andare in campagna. Se stavo ancora con Alex ne avrei approfittato per dormire con lui, ma a Gabry non dissi mai nulla, non volevo passare le notti abbracciata a lui, pensando ad un altro.

Non vedevo il mio caro ex da quasi un anno, ormai, ma ogni passo in quel paese era un momento con lui. Non capivo perché, ma venivo presa da una nostalgia così lancinante che, anche se mi trovavo a casa, sentivo che esisteva un luogo, da qualche parte, dove dovevo tornare... Ritornai ancora una volta al nostro posto. Arrivata lì sorrisi. Quanti ricordi...Quanti momenti. Quel posto mi aveva vista crescere, crescere con lui...Con Alex. Mi sedetti su un mattone dove eravamo soliti sederci da piccoli io e lui, scrutai con attenzione ogni dettaglio di quell'ambiente e da lontano vidi una figura. Era notte fonda e quella era una zona abbandonata, deserta. Inizialmente mi spaventai e mi alzai dal mattone per vedere meglio, ma poi quella figura umana si voltò verso di me e iniziò ad incamminarsi... Proprio da quella sua sagoma in lontananza capii che era proprio lui... Alex. Ma che cosa ci faceva quì così tardi? Non lo incontravo da anni, dall'ultimo litigio per la mia amica. Sentimenti confusi si impadronarono della mia testa: cosa dovevo fare? Andare via senza salutarlo o rimanere lì? Ormai pochi metri lo separavano da me, dovevo decidere in fretta le mie intenzioni. Troppo tardi.
<< Che ci fai quì? >> Chiese sorpreso.

<< Potrei farti la stessa domanda... >>

Mi guardò dalla testa ai piedi, analizzò con uno sguardo vestiti, scarpe, capelli. Mentre dentro di me divampai.

<< Vieni, è tardi, fa freschetto, entriamo in macchina. >> Mi disse voltandosi in fretta. Io rimasi ferma lì, le mie gambe si ribellavano di muoversi, come se avessi mattoni al posto dei piedi.

<< E beh? Hai intenzione di prenderti di freddo? Vieni in macchina! >> Replicò.
Non insistette più di tanto e mi avvicinai all'auto precipitandomi dentro. 

<< Allora che mi racconti? Com'è andata la tua estate? >> Domandai, cercando di evitare l'imbarazzo tra di noi.

Alex mi guardava sempre fissa, i suoi occhi parlavano ancora...Alex era ancora innamorato di me. Lo conoscevo bene quello sguardo. Ma... che fine aveva fatto quella rabbia dell'ultimo litigio? Che fine aveva fatto la mia amica? Mi perdevo nei suoi occhi, ancora una volta. Erano sempre le stesse emozioni.

<< Un'estate normale. >> Rispose, abbassando lo sguardo. Capii che sapeva benissimo con chi avevo trascorso l'estate io. Tagliai corto il discorso, per evitare di rovinare tutto.

<< Guarda che ti faccio vedere! >> Mi mostrò una foto dal cellulare dove vi era raffigurata una moto nera, stupenda. << E' mia! >>

<< Wow! >> Esclamai. << E' stupenda! Quando me lo farai fare un giro? Ho sempre sognato di andare in moto. >> Alex non rispose, si limitò a sorridere. Lo guardai... adesso ero io a scrutarlo: era sempre più in forma. Notai il bracciale che gli scendeva dal polso. Ce l'aveva ancora, proprio come me. Osservai bene la macchina, alla ricerca di qualcosa di nuovo. Notai una specie di bracciale, tipico delle discoteche, ma non era quello che tempo fa gli avevo portato io, ne aveva un altro.

<< Chi te l'ha dato? >> Chiesi, prendendolo.

<< Che ti interessa!! >> Rispose, togliendomelo dalle mani e posizionandolo sopra quello mio, nel collo del cambio.

<< Ehy! Il mio deve stare sopra! >> Lo ripresi, ma Alex fu più veloce di me e lo riposò.

Da lì iniziammo a scherzare, a prenderci a morsi, a sfidarci a chi avesse più forza.

Paura di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora