Cap. 12

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<< E' tutto finito... >> Mi svegliai con queste parole, pronunciate da mia madre, ma la mia risposta un po' confusa, mormorata, fu: "No, è tutto iniziato!" Aprii gli occhi, vidi mia madre piangere e ancora intondita le chiesi scusa per tutto ciò che le stavo facendo passare. Volevo scappare via, con il sonno ancora nel cervello, con la testa che mi girava a non finire, mi alzai e mi vestii. Accesi immediatamente il cellulare, ma non trovai alcun messaggio di Alex. Per l'ennesima volta mi sentii morire, lo cercai, mi rispose distaccato e lontano, come se non volesse sentirmi. Avevo sonno, ma non volevo dormire per paura di sognare Alex, mio padre e il dolore della situazione che stavo vivendo. Quello che mi colpì fu la telefonata che mia madre fece a mio padre:

<< E' finito tutto, sono felice! >> Disse lei. La vidi sorridere dopo un so quanto tempo, mi faceva piacere. Ma la risposta di mio padre mi diede il colpo di grazia:

<< Buon per te, io non lo sono! >> Ancora una volta le mie lacrime scorrevano sulle mie guance, per mio padre che non domandò neanche com'era andata, mi sentivo in colpa, ma avevo già sofferto abbastanza e per Alex che era sparito, non lo vedevo da settimane, mi mancava come non mai.

Le mie amiche mi cercavano sempre, volevano sapere come stavo, ma come dovevo stare? Non rispondevo a nessuno, volevo solo essere lasciata in pace da tutti, volevo stare da sola e piangere,piangere e piangere.

Nei prossimi giorni non cambiò niente, continuavo a sentire saltuariamente Alex, a mangiare in camera, a piangere, a prendere pillole e gocce post operazione, l'unica differenza fu la lettera che scrissi a mio padre che lesse, ma che strappò davanti ai miei occhi, chiedendomi ogni giorno l'indirizzo di Alex.

<< Non te lo dico dove abita, mi dispiace! >> Ad ogni risposta del genere era uno schiaffo in più. Ormai ne ero piena fino al limite, non mi interessava più nulla dei suoi schiaffi, delle sue cattiverie: Alex doveva stare al sicuro e lui non doveva neanche sfiorarlo.

Le cose andarono via via a peggiorare, pensavo che non si potesse andare più in fondo di così, ma mi sbagliavo. Non potevo uscire di casa, i miei non lo permettevano e con Alex c'era sempre più distanza, così ne approfittai dell'assenza dei miei, usciti di casa per poche ore e scappai per andare da lui. Preparai un cd di musica, con un video che racchiudeva una canzone "Ovunque andrai" e alcune nostre foto, ero proprio decisa: la nostra storia, in quel periodo, non poteva più andare avanti, avevamo bisogno di una pausa perché non riuscivamo più a viverci a causa dei pochissimi momenti che ci riservavamo per noi.

Ci incontrammo vicino al negozio di suo padre, lo vidi da lontano, mi nascosi dietro l'angolo, "non devo piangere" mi ripetei cento volte in testa prima di andargli incontro. Nel vederci non ci abbracciammo neanche.

<< Ehy...ciao... >> Mi disse, fissandomi.

<< Ciao, Ale. >> Risposi.

<< Come stai? >>

<< Meglio, grazie. >> Fu la prima risposta che mi venne in mente, ma non era per niente così.

" Male, cazzo, dentro di me muoio, mi manchi, non voglio perderti, non voglio lasciarti, scappiamo, ti prego, voglio stare con te, non lasciarmi sola ad affrontare le conseguenze, stai con me, ho bisogno di te!"

Questa era la risposta che avrei voluto dare, ma che non riuscivo a far venir fuori, forse Alex lo capì, ma non disse nulla, si fermò alla mia risposta apparente, senza andare oltre, senza scavare a fondo, come aveva sempre fatto, magari gli veniva più semplice stare zitto e non affrontare il discorso.

Gli sorrisi e gli porsi la busta in cui vi era dentro il cd musicale, una lettera, scritta all'ultimo momento e la foto della mia prima visita dal ginecologo.

<< Cos'è? >> Mi chiese.

<< Un pacco per te! >> La buttai sullo scherzo, ma Alex non rise. << Non aprirlo ora, aprilo solo quando me ne sarò andata. >> Continuai.

Alex continuò a non fiatare, mi abbracciò stretta. Finalmente, pensai.

<< E' finita, non è così? >> Mi chiese con le lacrime agli occhi.

<< Alex, deve essere così... >>

<< Non ti scorderai di questi due anni passati insieme? >>

<< Come potrei? Sei il mio primo amore, come potrei mai scordarti? >> Risposti lentamente, per evitare il pianto. << E poi non è un addio, è solo un arrivederci. Per ora è giusto così, non dureremo a lungo con questa situazione, continuiamo a sentirci, a consolarci e pensarci...Promettimelo Alex... >>

<< Te lo prometto, amore. >>

Me ne andai, senza guardarlo negli occhi, correndo e piangendo disperatamente, appena svoltai l'angolo mi sedetti su un gradino e iniziai a singhiozzare.

L'avevo perso...ecco cosa mi rimaneva di tutta quella dannata situazione: niente!

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Nel link di youtube troverete la canzone che ho citato nel capitolo :)

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