Cap. 37

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Dopo quel litigio indimenticabile con Gabry evitai di sentirlo tanto meno di vederlo

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Dopo quel litigio indimenticabile con Gabry evitai di sentirlo tanto meno di vederlo. Doveva finire con lui! Nessun ragazzo mi aveva mai trattata così nonostante il male che provocai a molti. Lui era solo un violento, possessivo e mi faceva paura. Per fortuna non si fece sentire ed io mi sentivo un po' più leggera. Alex era ignoto di questa situazione, forse credeva che stessi ancora con Gabry, ma non dissi nulla per non creare altri problemi: non doveva pensare di essere la ruota di scorta. Dopo l'ultima volta iniziammo a sentirci un po' di più e la mia tentazione di vederlo si faceva sempre più forte. Una sera lo invitai ad andare al cinema.

<< Stasera c'è un film che ci piace, al cinema. Ci andiamo insieme? >> Proposi.

<< No... Non ne vale la pena, perché continuare così? Non voglio essere ancora l'amante di turno... >> Rispose. Forse era arrivato il momento di riferirgli che non sentivo Gabry da settimane, che le mie giornavano erano scandite solo dallo studio e dai miei pensieri per lui.

<< Dopo quel litigio non sto più con lui... Ma se non ti va fa niente, ma ti giuro che non sei l'amante di nessuno e non lo sei mai stato... Forse lo sono sempre stati gli altri. >>

Cercai di convincerlo con le mie sincere parole. Alex iniziava ad essere duro, dopo tutte le botte che aveva preso era impossibile non diventarlo. Ricordai i momenti in cui avrebbe saltato persino una partita di calcio per me, adesso invece non rinunciava a niente, d'altronde non potevo pretendere di essere al centro dei suoi impegni. Ma per fortuna cedette.

Pensavo ai miei, non erano abituati a vedermi uscire durante la settimana, chissà cosa avrebbero pensato. Ma figuriamoci se avessero creduto ancora alla storia che io mi vedessi con Alex, di nascosto, dopo anni. Questa storia per loro era straarchiviata, l'importante, per loro, fu non riprendere più l'argomento, non riprendere più i contatti con Alex, d'altronde cosa interessava se ero io ad essere la vittima? Cosa interessava se erano stati loro la causa del mio inferno per questa storia? Arrivai a casa con questi pensieri in testa, salutai freddamente persino mia mamma, posai la borsa dell'università e iniziai a lavarmi e cambiarmi i vestiti.

<< Cosa stai facendo? >> Chiese mia mamma.

<< Esco! Sono al cinema stasera, con la mia amica, torno tardi. >> Risposi, acida.

<< Tuo padre lo sa? >>

<< Glielo dici tu, quando sarò uscita, dal momento che non è mai in casa. >> Anche se i rapporti con mio padre erano nettamente migliorati, non riuscivo a volergli bene, avevo solo rancore nei suoi confronti, non riuscivo a dimenticare niente di tutto ciò che mi aveva fatto. Aveva messo i bastoni tra le ruote all'unica cosa che contava nella mia vita e l'aveva rovinata, come potevo perdonargli questo? Chiusi la porta, era già tardi ed Alex mi aspettava sotto. Nulla poteva bloccarmi quella sera, io volevo uscire con lui!

<< "Io sono diversa dalle altre, non faccio aspettare mai nessuno sotto casa" fu così che mi fece aspettare un quarto d'ora. >> Fu il saluto di Alex. Il solito scherzoso. Chiusi lo sportello, lo guardai e sforzai un sorriso.

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