Cap. 34

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Ogni uscita con Gabry era diventata una tortura, non perché non volessi stare con lui, ma perché per ogni cosa, anche la più banale, il mio pensiero andava sempre ad Alex. Sentivo di aver capito i miei sbagli del passato e avevo dentro me un senso di colpa che mi assillava. Il mio migliore amico era stato una delle cause per cui io ed Alex avevamo rotto, seguito dai miei comportamenti ambigui. Ormai lui non riusciva più a capire i veri motivi dei miei atteggiamenti. Ma perché non chiedeva? Perché non mi aiutava ad affrontare il tutto, insieme? Perché il passato era un discorso tabù e non potevo sfogarmi con lui? Perché doveva stare con la mia amica? Erano tutte le punizioni che mi dava per il mio comportamento? Volevo parlare con lui, ma mi mancava il coraggio e la rabbia mi frenava. Non facevo altro che starmene nervosa, litigando in continuazione con Gabry, sfidando la sua pazienza. Lui era sempre comprensivo con me, non si basava solo sull'apparenza, per ogni mio problema andava fino in fondo.

<< Ti farò dimenticare questo dannato passato, non sentirti in colpa per quello che ti è successo...Non avevi altra scelta, avevi diciassette anni e lui era troppo piccolo per capire l'importanza di tutto ciò. Hai avuto coraggio, ecco cosa sei: una coraggiosa! >>

Le sue parole, ogni volta, mi consolavano, ma non riuscivo a dirgli che il mio problema era Alex, il mio rapporto con lui mai chiarito, la mia storia con lui a cui era difficile dire basta. Mi sentivo come se mi fossi presa gioco di Alex. Stavo davvero bene con Gabry, ma tra me e lui iniziò a spezzarsi qualcosa, mi sentivo in debito.

<< Perché fai tutto questo per me? Non me lo merito... >> Domandai, una sera.

<< Lo so, non te lo meriti...Ma io ti amo... >>

Mi azzittii per qualche minuto, Gabry guidava e mi osservò.

<< Credo che dovresti rispondere qualcosa. >> Continuò. Io stavo ancora zitta: cosa pretendeva che gli dicessi "ti amo anche io"? Non dicevo quelle dannate parole da anni, non avevo più amato nessuno oltre Alex, come facevo a dirgli il falso?

<< ...tu mi ami? >> Chiese di punto in bianco. Lo guardai, poi spostai lo sguardo fuori dal finestrino. Gabry si fermò.

<< Guardami! Tu mi ami? >> Richiese.

<< Io...non so che vuol dire amare, ma se quello che provo per te è amore allora... >>

<< Che cavolo vuol dire non sai che vuol dire amare? Ma perché cavolo stai con me? Per risolvere i tuoi problemi, così una volta risolti mi mandi a quel paese? >> Come era solito fare, Gabry si agitò. Non avevo il coraggio di parlare. Non potevo dirgli che l'amavo, io avevo amato solo una volta...E quella volta non era questa.  Cecai un po' di coraggio per mentire, solo per placare la situazione.

<< Sì...anche io ti amo. >> Non lo guardai nemmeno negli occhi e non riuscii a capire se lui se ne fosse accorto.

Mi abbracciò, chiedendomi scusa. "Ma scusa di cosa? Ti ho appena mentito, Gabry... " Pensai. "Io non ti amo, non sono sicura di amarti, non so se sono ancora innamorata di lui".

Con l'arrivo dell'estate speravo di restare sola nell'abitazione a mare, ma quell'anno fu diverso: Gabry si affittò la casa per stare con me. Da un lato ero felice: non sarei stata sola con i miei pensieri, forse stando sempre con lui mi sarei innamorata prima o poi. Trascosi un'estate semi tranquilla, uscivo sempre e trascorrevo il mio tempo con Gabry.

Io ci provavo a dimenticare Alex, lo giuro. Ci provavo con tutte le mie forze, ma da quella battaglia uscivo sempre sconfitta.

Mi autoconvincevo di odiarlo, che non faceva per me, che se tornassi da lui, tutto il male che c'eravamo fatti, l'avremmo rifatto. Per qualche ora mi sentivo come rinata, ma, quando arrivava la sera e lui non era accanto a me nel letto, ritornava l'angoscia, tornava a mancarmi, tornavo ad amarlo.

Cercai di sbloccarmi da ogni mia situazione che mi legava al passato, cercai in tutti i modi di affezionarmi al mio ragazzo, a condividere con lui ogni attimo della mia vita, sempre insieme

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Cercai di sbloccarmi da ogni mia situazione che mi legava al passato, cercai in tutti i modi di affezionarmi al mio ragazzo, a condividere con lui ogni attimo della mia vita, sempre insieme. 

Ripensai all'unica notte passata con Gabry...La notte di ferragosto, in spiaggia. Gabry tentò di fare l'amore con me, inizialmente litigammo, stavo ferma, in tenda, a guardare il cielo da una piccola fessura. Quella notte faceva freschetto, c'erano poche stelle e persino la luna era mancante. Era come se l'atmosfera non voleva farmi pensare ad Alex, d'altronde ,lì, non c'era traccia di lui. D'improvviso uscii dalla tenda.

<< Andiamo a bere qualcosa? >> Proposi a Gabry. Mi sorrise, era felice quando mi vedeva reagire.

<< Sì, certo! Vodka alla fragola e redbull! >> Ordinò al barman.

Vodka alla fragola... Sentii quell'odore nel bancone dei cocktail e il mio gusto pensò a quella sera, da ubriaca, con Alex. Non bevevo da molto, non avevo intenzione di ubriacarmi, solo di stare un po' più viva.

<< Anche per te, lo stesso? >> Mi chiese il barrista.

<< Ehm...No, per me tequila. >>

Gabry mi guardò stranito.<< Ci vai pesante, eh! >>

<< Ma no, non hai mai assaggiato tequila, sale e limone? E' il mio shot preferito! >>

Lo feci provare anche a lui. Avevo bevuo poco quella sera, non volevo ricadere negli sbagli del passato. Gabry, invece, bevve un po' di più ed era abbastanza brillo.

Ci divertivamo a ballare, Gabry mi faceva ridere con la sua poca lucidità. E fu così che capitò...Noi due in tenda, chiusi, nelle prime ore del mattino, quando la spiaggia inoltrava un senso di quiete, quando il sole era lì per lì per sorgere... Gabry mi fece sua, quella notte. Non chiese se volevo fare l'amore con lui o meno, se avevo paura o no, non mi posi neanche io quelle domande: avevo solo voglia di sbloccarmi, un altro tentativo per scordare il passato.

Ci addormentammo verso le 6 del mattino, ma dopo due ore mi svegliai e provai una sensazione strana... Aprii gli occhi e accanto a me non c'era Alex, ma Gabry. Lo guardai, notai che dormiva ancora e in silenzio scese una lacrima dalle mie guancie.

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