Cap. 19

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Purtroppo la nottata passò in fretta ed ero costretta a catapultarmi nella realtà ed affrontarla.

<< E così...ognuno per la sua strada, ancora una volta? >> Mi domandò Alex, sulla soglia della porta, prima di andare via, mantenendo lo sguardo in basso.

<< Io...io vorrei stare con te, ma non posso... >> Risposi, con le lacrime agli occhi.

<< Tu mi ami? >> Mi domandò prendendomi le mani stringendole forte e guardandomi dritto negli occhi.

<< Più di quanto possa dimostrarti. >> Cercavo di non piangere.

<< E allora non esistono paure, non esistono ostacoli, se mi ami stai con me! Basta con queste paure, affronta la vita, cavolo!! >> Adesso mi guardava un po' infuriato, sicuro di quello che stava esclamando. Alla sua risposta un po' mi innervosii...

<< Tu non puoi capire, figurati, non sei tu a passare l'inferno per la seconda volta, ma io. >>

Detto ciò lo abbracciai e mi incamminai verso la macchina della mia amica. Lui rimase lì, immobile, a guardarmi mentre andavo via.

Non passò neanche un'ora che arrivò subito un suo messaggio.

"Con te ho passato una nottata bellissima...beh, ma non ne dubitavo, ovviamente con te non può essere differente...mi sembrava di essere tornato nel passato quando passavamo quelle splendide giornate insieme, quando tutto per noi non esisteva, tranne noi...cioè quando eri mia! Mi è sembrato davvero fantastico. Mi manchi e mi manchi come fidanzata.Un bacio grosso grosso come quello di stanotte."

Come restare indifferenti ad un messaggio del genere? Alex era sempre Alex. Dario per quanto potesse essere dolce non riusciva minimamente a trasmettermi quelle emozioni come ogni volta che vedevo, sfioravo Alex o semplicemente leggevo un suo messaggio.

Trascosi una nottata insonne quella volta, una notte intensa di pensieri, forse era tutta colpa di quella luna piena che ogni volta che si avvicinava alla terra faceva impazzire tutti. Mi sembrava di vivere in una scena di un film, quando i protagonisti stanno lì a fissare il tetto e a pensare, con qualche lacrima silenziosa che scorre nei volti e tra quei protagonisti ne facevamo parte io e Alex, perché ne ero certa: lui era sveglio proprio come me. E allora mi venne in mente una canzone di Antonacci: - in ogni lacrima c'è sempre un po' di lui e tu lascia che asciughi da sola..." ma mi chiedevo... quando si lascia asciugare una lacrima da sola, non rimane quel sapore salato addosso? Dunque? Non si potevano cacciare neanche così quei momenti con lui!

Continuai a stare con Dario che era talmente assente che a volte mi scordavo della sua esistenza, forse iniziava a sospettare qualcosa e si distaccava, taciturno. Mi vedevo di tanto in tanto con Alex  non solo al "nostro posto" ,ma anche a casa sua, costretta a nascondermi quando i suoi o sua sorella rientravano in casa. Alex, ovviamente, teneva sempre l'umore a terra e non perdeva occasioni per ripetermi che non ero roba sua.

<< Non puoi trattarmi così, stai con lui e ti vedi con me, non capisci come ci sto male ogni volta che so che esci con lui e non posso neanche contattarti? Lo capisci o no?! >> Mi disse con il cuore in gola. Capivo la sua sofferenza, ma nonostante tutto, mi mancava sempre il coraggio di affrontare la situazione. Di affrontare i miei.

A peggiorare il mio stato d'animo, ma a farmi capire davvero il danno che stavo provocando un po' a tutti fu la sorella di Alex. Un giorno mi sgamò mentre mi trovavo in terrazza, nascosta, a casa sua.

<< Possiamo parlare? >>

<< Sì... >> Risposi preoccupata.

Uscimmo dalla casa di Alex, mentre lui stava sotto la doccia e non si accorse di nulla.

<< Senti...Io vedo come ci sta mio fratello, io vedo come ci soffre per questa situazione. Adesso le cose sono due: o lo lasci in pace o affronti tutto e per una volta ogni tanto fai la ragazza matura! >> Era abbastanza nervosa, doveva volere veramente bene ad Alex. Aveva i capelli neri e gli occhi scuri proprio come lui, ma era più bassa e con qualche chiletto in più. Sapevo che il suo modo di mettermi davanti ad una scelta era giusto, ma non riusciva a capire il mio stato d'animo e mi ferì con la sua maniera diretta.

<< Lo so... So benissimo che non è una bella situazione, ma non credo che siano affari che ti riguardano. >> Obiettai, offesa.

<< E no, sei così egocentrica che sono affari che riguardano solo te, vero? Come l'anno scorso quando hai abortito...Il parere di Alex non valeva nulla, giusto? L'importante che si faceva come volevi tu! Non si ragiona così, mi dispiace. Non lo dico per malizia, ma lascialo in pace, sei fidanzata, non puoi giocare con due mazzi di carte!! >> Rispose schietta e a quelle parole mi venne un magone alla gola, mi salirono i nervi alle stelle, aveva toccato il tasto dolente. La lasciai lì senza obiettare e corsi subito dietro casa di Alex. Nel frattempo il mio cellulare scoppiava per le sue chiamate e per i suoi messaggi. Risposi dopo un po'.

<< Ma si può sapere che cavolo di fine hai fatto? Dove sei?! >> Domandò al telefono.

Con la voce un po' tremante gli risposi e mi raggiunse correndo.

<< Ehy! >> Mi disse, una volta arrivato, dopo solo pochi secondi.

Scoppiai a piangere singhiozzando, Alex mi abbracciò stretta stretta.

<< Calmati, che è successo? Avevo capito che eri con mia sorella...calmati...che ti ha detto? >>

Continuai a piangere, senza rispondere, mentre lui, nervoso, cercava di calmarmi. << Appena la prendo glielo dico io...come si è permessa!! Deve starne fuori!! >> Diceva, urlando.

<< Lascia stare Ale...tua sorella ha ragione, non si può continuare così, non faccio altro che farti del male... >>

A quelle parole si azzittì, ma continuò ad abbracciarmi e ad asciugarmi le lacrime.

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Avrà finalmente capito la nostra protagonista che non può comportarsi così?

Cosa avreste fatto nei suoi panni?

Paura di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora