Capitolo 32

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Camilla's pov

<<Dimmi chi sono.>> dico.
<<Okay... Vedi... Tutto è iniziato diciotto anni fa. Tu avevi due anni, io ne avevo sette. Eravamo in macchina con i nostri genitori, Marcello e Angelica. Mentre papà guidava, stavamo andando in campagna, una macchina guidava in contro mano, e ci ha preso in pieno.>>
<<Perciò sono morti.>>
<<Si.>>
<<Ma perché ci hanno separati?>>
<<Perché quando abbiamo avuto l'incidente, io ero bloccato sotto l'auto e tu ti sei alzata e sei andata via. Ti abbiamo cercato Camilla, ti abbiamo cercato in lungo e in largo, e ora ti abbiamo trovato.>>

Abbasso lo sguardo e le lacrime iniziano a bagnarmi il viso.

<<Hey piccola... Shh..>> sussurra Piero abbracciandomi.
<<Come mi avete trovata?>> chiedo.
<<Su un social. Abbiamo visto che eri uguale a mamma e... E abbiamo fatto due più due.>> risponde. <<Mi dispiace averti scombussolato la vita così Cami, ma capiscimi... Ti ho ritrovata dopo anni di ricerca.>>

Lo guardo.
Non riesco a fare altro che piangere.

<<Come posso sapere che tu non mi stai mentendo?>> chiedo.
<<Hai tre nei sotto la spalla, e lo so perché sono gli stessi che ho io.>>

Si gira e mi fa vedere i nei sotto la spalla.

<<Ce li aveva anche nostra madre.>> dice.

Si rigira e io mi butto fra le sue braccia per abbracciarlo. Lui contraccambia l'abbraccio e mi stringe.

<<Mi dispiace.>> sussurra. <<So che è stato un duro colpo.>>

Non rispondo e mi stacco.

Bussano alla porta

Emanuele apre e rimane per qualche secondo davanti alla porta.

<<Tutto bene?>> chiede Piero.
<<Diciamo...>>
<<Piccola... Ci sono io.>> dice abbracciandomi.
<<Mi dispiace.>>
<<Di cosa?>>
<<Non dovrei essere qui, tanto meno per me.>>

Mi sorride e mi accarezza la guancia.

<<Io voglio stare con te. Non importa dove. L'importante è che sto con te.>> afferma sorridendo.
<<Grazie.>>

Mi stringe e mi lascia un bacio sulla testa.
Intanto Emanuele si sposta, ed io vedo entrare la signora dell'altro giorno.

Mi alzo e mi metto davanti a lei.
Abbiamo tutti e gli occhi ludici.
Non parliamo.
Rimaniamo ferme a guardarci. Parlano per noi i nostri occhi.

<<Tu sei mia zia.>> sussurro.
<<Si, e sono pronta ad abbracciarti se vuoi.>>
<<Lo voglio.>>

E ci abbracciamo.

<<Ho sognato tanto questo momento piccola mia. Ho sognato di averti tra le mie braccia e di coccolarti.>> dice.
<<Grazie zia...?>>
<<Carola... Mi chiamo Carola tesoro.>>
<<Okay.>>

Ci stacchiamo.

<<Sei uguale a tua madre. Sei bellissima.>> dice accarezzandomi la guancia.
<<Grazie. Ma... Posso vedere i miei genitori?>>
<<Certo.>>

Ci risediamo sul letto e lei prende il telefono.

<<Quest'uomo con i capelli chiari è tuo padre Marcello e lei è tua madre Angelica.>> dice.
<<Ha i capelli rossi come i miei.>> dico sorridendo.
<<E avete anche lo stesso sorriso tesoro. Siete uguali fisicamente.>>

Un imprevisto amorevole {Piero Barone}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora