Capitolo Quattro

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Ormai è da un mese che vivo con Hanji e mi trovo bene qui.

Non mi stressa se non voglio parlare di ciò che mi è successo e del mio passato.

Non mi sento ancora pronto.

Lei afferma che io sono la persona più forte che lei abbia mai visto dato che in due mesi sono riuscito a non cadere nel vortice di depressione e di isolamente.

In realtà ci sono già caduto, ma solo in quello depressivo. Non voglio farla preoccupare quindi indosso sempre la maschera dell'Eren sorridente, quello che esisteva anni fa.

E a quanto pare funziona benissimo dato che sono riuscito ad ingannare una delle migliori psicologhe del mondo - mi è venuto un colpo quando l'ho saputo! -.

Comunque oggi è il giorno del controllo.

Rivedrò quell'antipatico di Brontolo...

Mi alzo dal letto e dopo aver visto sul cellulare - si Hanji mi ha voluto comprare un cellulare anche se io non lo volevo - l'orario, vado a farmi una doccia veloce, esco, indosso dei jeans chiari strappati, una canotta nera, una camicia verde - fa ancora caldo - e le Nike nere e scendo giù in cucina a fare colazione dove trovo Hanji a sfogliare dei docuenti. Insdossa una camicia rosa, dei jeans a zampe di elefante e delle scarpe bianche.

<< Buongiorno>>

<< Buongiorno anche a te, Eren. Pronto per questa fantastica giornata? >> urla come ogni mattina. Le sorrido e mi preparo del caffelatte - stra zuccherato, ovviamente - accompagnato da un pacco di biscotti al cioccolato - se non si è capito sono un amante dei dolci -. Finisco di mangiare e, dopo aver lavato il mio bicchiere e quello di Hanji, ci dirigiamo in ospedale. Arrivati, dopo un'ora e mezza, - oggi non c'era molto traffico . Petra, l'infermiera dell'altra volta, ci avverte che possiamo accomodarci nello studio di Ackerman.

Lo studio è molto grande e luminoso - effetto dato all'unione delle finestre dietro la scrivania e dalle pareti bianche -. Ci sono un lettino, un scaffale pieno di medicinali, una libreria nera piena di documenti e cartelle, una scrivania nera con due sedie rosse davanti e una sedia nera dietro,

E su questa sedia c'è seduto lui.

Lo stesso taglio di capelli, gli stessi occhiali, lo stesso camice, la stessa espressione impassibile. E sopprattutto lo stesso sguardo.

Ghiaccio e tempesta messi insieme.

Agitato mi siedo su una delle due sedie e aspetto che lui finisca di esaminare alcuni documenti. Quando finisce alza il volto e i suoi occhi metalici si incontrano con i miei smeraldo. Per dei secondi, che a me sembrano infiniti, annego in quel ghiaccio.

Freddi e aspri. Ma sicuri.

Non capisco perchè ma mi sento così strano. Non riesco a distogliere i miei occhi dai suoi.

<< Che hai da guardare moccioso?!>> La sua voce indifferente, leggermente infastidita, mi allontanada quel turbine freddo riportandomi alla realtà.

<< N - niente >> rispondo leggermente imbarazzato

<< Oggi ti devi rimuovere i punti di sututa quindi togliti la maglia e siediti sul lettino >> dice alzandosi.

Titubante, mi tolgo la camicia e la canotta dandole a Hanji e mi siedo sul lettino dandogli le spalle.

Un brivido percorre il mio corpo nel momento stesso in cui le sue mani sfiorano la mia pelle.

Le sue mani sono così grandi, fredde ma allo stesso tempo calde, sicure e decise.

In modo delicato, gentile, inizia a togliermi i punti di sutura provocandomi delle scariche elettriche ogni volta che le mie mani entravano in contatto con la mia pelle.

Il suo fiato caldo lambiva la mia nuca...

Ti prego . qualsiasi divinità esista la sù - fai in modo che non se ne accorga.

Dopo vari minuti di " torture" - non so come definirlo tutto questo - indosso la canotta e la camicia per risedermi.

<< Bene è tutto apposto. Tra un mese vieni per togliere quelli che hai sul petto. >> dice porgendomi un foglio che prendo. Per un istante le nostri mani si sfiorano e l'ennesima scarica elettrica mi percuote il corpo.

<< Ok. Eren puoi uscire un attimo? Devo parlare con il dottore. >> mi chiede sorridendo. Annuisco e vado a sedermi fuori su una delle numerose sedie di plastica verde disseminate per il corridoio.

Sento ancora le sue mani sulla mia schiena...

Il respiro sulla mia nuca...

Perchè il mio corpo ha reagito in quel modo?

Perchè mi sento così?

Non ha senso!

Dopo dieci minuti Hanji esce dallo studio vittoriosa seguita da Brontolo con un'espressione di pura frustazione . da annotare sul diario che Brontolo ha assunto un'espressione dsi accorge dalleiversa dal solito, probabile evento apocalitico -.

Chissà che cosa si saranno detti...

Salutiamo Petra e Brontolo - che se ne stra frega di tutti e tutto - e ritorniamo a casa. Mi dirigo in camera mia e mi butto sul letto.

Sono stanco...

Mi sto per addormentare quando Hanji mi chiama dalla cucina rovinandomi i piani. Scendo e la trovo ad armeggiare con il computer. Quando si accorge dalla mia presenza distoglie lo sguardo dal PC e mi rivolge un sorriso. Un sorriso al quanto preoccupante.

<< Hanji c'è qualcosa che non va? >> chiedo sedendomi davanti a lei.

Posa il PC, posiziona le mani sotto il mento e mi guarda seriamente.

Ok mi sto preoccupando...

Che abbia scoperto qualcosa sul mio conto?

<< Eren lo so che non dovevo farlo senza il tuo permesso ma lo dovevo fare...>>

Essere onnipotente che vivi la sù, se esisti, ti prego SALVAMI!

<< Eren ti ho iscritto in un liceo. >> dichiara portandosi le mani davanti al viso come per doversi proteggere da qualche colpo.

E io che pensavo chissà che cosa... Non che questa sia una cosa meno grave ma dalla sua espressione mi aspettavo qualcosa di grave...

<< Eren tutto bene?>> chiede la mora poggiando una mano sulla mia spalla destra riportandomi alla realtà.

<< Sì tutto bene e solo che non mi aspettavo questa notizia.>> le rispondo abbassand lo sguardo. All'improvviso sento delle braccia avvolgermi e sono un sencondo dopo mi rendo conto che la mora mi sta abbracciando. Ricambio l'abbraccio lasciandomi cullare da quel calore quansi materno che riesce ad emanare.

<< Se non vuoi andarci non ti obbligo ma sappi che l'ho fatto perchè sarebbe stato un peccato che un così bravo come te non finisca almeno le superiori. >> dice staccandosi dall'abbraccio e quardandomi negli occhi con un sorriso.

<< Lo so. Voglio ringraziarti in qualche modo per quello che stai facendo per me e per questo motivo comleterò gli studi liceali poi si vedrà. >>

Sono sincero. Voglio in qualche modo ripagarla di quello che sta facendo per me e se questo è l'unico modo allora lo farò nonostante abbia una certa paura.

Mi abbraccia nuovamente e rimaniamo così per un po'.

<< Allora quando inizio? >>

<< Tra una settimana! Abbiamo molte cose da preparare!>> urla tutta allegra. Sorrido e mi allontano decidendo che è arrivata l'ora di mettere in atto il mio piano: cioè dormire. O almeno provarci.




Spazio autrice
Scusate per il ritardo ma sono in Germania😜
Non ho avuto il tempo di correggere gli eventuali errori che probabilmente troverete ma spero che vi sia piaciuto.
Alla prossima 😘🤗🤗

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora