Siamo in macchina mentre stiamo accompagnando il ragazzino biondo a casa sua.
Dopo l'uscita di Eren nessuna ha fiatato preferendo concentrarsi sul proprio pranzo facendo credere al moro di aver accettato le sue intenzioni con quel silenzio.
Anch'io sono stato in completo silenzio.
Anch'io avevo lo sguardo puntato sul mio pranzo.
Ma questo non significa che io abbia accettato.
Forse il biondino e Hanje - con qualche suo ragionamento contorto che si sarà fatta e che io di sicuro non sarei in grado di capire per quanto sia strampalato - lo hanno fatto, lo hanno accettato, ma io no.
Sia chiaro: ammiro come Eren si sia deciso a prendere in mano la sua vita, come abbia trovato in sé quella vena combattente che lo ha spronato a combattere e che ormai era insita in lui.
Avevo notato come all'improvviso le sue mani avevano iniziato a tremare leggermente, ma avevo notato un dettaglio che mi ha particolarmente colpito.
I suoi occhi.
Erano diversi dal solito. Possedevano quella luce che rendevano le varie sfumature meravigliose ai miei occhi ma quella volta c'era qualcosa di più. Erano come se avessero vita propria, che ardessero di un fuoco tutto suo. In quel momento notai che lo smeraldo danzava in un ballo sinuoso con le lingue infuocate.
Mi sentivo orgoglioso in quel momento quando mi resi conto che solo io avevo notato quel particolare, ma quella sensazione subito lasciò spazio ad un'altra sensazione.
Era fastidiosa, terribilmente fastidiosa che smisi di mangiare iniziando a giocare con il cibo. Mi ero straniato da tutto focalizzandomi su quella nuova comparsa cercando di scoprire che cosa volesse e il suo nome. Continuava ad irritarmi il non capire il motivo della sua comparsa. Più ci riflettevo più mi portavo a pensare al gesto del mio ragazzo.
Poi arrivò l'illuminazione.
E avevo capito.
All'inizio ero irritato, poi arrabbiato, poi innervosito. E alla fine l'unica sensazione che provavo era delusione.
Non ero deluso dal suo gesto, quello mai. Ero deluso per come aveva preso quella decisione.
Perché non me ne aveva parlato?
Perché non aveva provato a parlarmene?
Perché non aveva chiesto un mio parere, una mia opinione?
E la delusione si trasformò in irritazione...
Arrivati a destinazione lasciamo il biondino a casa sua per poi partire di nuovo. Mezz'ora dopo siamo finalmente arrivati a casa di Hanje. Parcheggio la macchina, entriamo all'interno dell'edificio e saliamo in ascensore. Il mio sguardo cade sul mio ragazzo. Ha la schiena sprofondata contro la parete metallica dell'ascensore, lo sguardo perso nel vuoto e le dita che vengono mangiucchiate dai denti.
Che ha? Perché è agitato, nervoso?
Le porte si aprono e, sempre silenziosamente, entriamo a casa della castana. Eren è il primo ad entrare sorpassandoci per poi dirigersi verso le scale. Si ferma, fissa per pochi secondi il vuoto per poi prestare la sua attenzione su di noi.
<< C'è qualcosa che non va Eren? >> chiede Hanje posando la borsa sul tavolo della cucina. Sembra titubante su cosa dire per poi scuote leggermente la testa e salire dirigendosi in camera sua.
<< Levi possiamo parlare? >> mi reclama la donna portandosi dall'altro lato del tavolo. Sospiro posando la giacca, che ancora non aveva tolto, sul bracciolo del divano per poi sedermi su una delle sedie della penisola.
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Save Me From The Darkness
FanfictionERERI/RIREN BOYXBOY TU CHE STAI PER AVVENTURARTI QUI DENTRO SAPPI CHE QUESTA È UNA ERERI CIOÈ STORIA YAOI [BOYXBOY] SE NON TI PIACE QUELLA È LA STRADA PER IL RITORNO, LA STESSA CHE HAI PRESO PER VENIRE QUI. PRIMA ERERI SCRITTA IMMERSA IN ALTRE PRE...