Capitolo Trentadue

175 15 6
                                    

Sono le 16:30. Sono appena arrivato davanti alla porta d'ingresso di casa mia trovandola terribilmente silenziosa.
Come è ormai da qualche settimana a questa parte d'altronde
Dopo non so quanti mesi trascorsi con la costante presenza del moccioso, ora sono tornato a vivere da solo.
Ed è realmente difficile.

Dopo quella sera Hanji ha pensato di lasciarlo da lei così da poterlo aiutare a riprendersi da ciò che è successo.
A quanto pare quei intrusi si erano rivelati essere dei compagni di classe di Eren che conosceva molto bene: Reiner Brown e Bertholdt Hoover.
Da quel che so sono stati immediatamente interrogati, ma dalla loro bocca non è uscita neanche una sillaba.

Secondo Hanji, l'aver scoperto che uno dei suoi stessi compagni di classe, colori con cui aveva in qualche modo legato,potrebbe essere il suo carceriere,ha portato Eren ad avere una mancanza di fiducia nelle persone. In più ha riportato a galla ricordi e sensazioni che aveva soppresso grazie al mio aiuto.

Non si lascia minimamente toccare da nessuno eccetto da Hanji.
La Quattrocchi mi ha spiegato che in lei vede una figura materna di cui si può fidare.
E tutto questo per dirmi che non dovevo prendermela con lei se il mio ragazzo non sopportapiù il solo essere sfiorato da me.

Apro la porta, la richiudo dopo essere entrato dentro casa e, mi tolgo le scarpe.Mi dirigo in salotto, tolgo la giacca e, insieme alla borsa da lavoro, la poso sul divano per poi andare in cucina per prepararmi una tazza di tè nero rigorosamente senza zucchero. Dalla tasca posteriore dei jeans prendo il mio pacco di sigarette e ne estraggo una per poi accenderla immediatamente.

Sono terribilmente preoccupato per Eren.

Da quanto mi ha detto Hanji non esce dalla sua stanza neanche per mangiare. Ed ogni volta che gli porta qualcosa da mangiare lo trova rannicchiato su sé stesso avvolto dalle coperte per nascondere i continui pianti. A stento riesce a fargli prendere i sonniferi per farlo riposare almeno un po' dato che non dorme più a causa degli incubi che sono tornati a dominare la sua mente.

Finisco di bere il mio te insieme alla sigaretta che spengo nel posacenere, riprendo la giacca le chiavi di casa e dell'auto per poi uscire nuovamente di casa.

Voglio vederlo.

Lo so già che mi farà male, ma ho bisogno di sapere come sta con i miei occhi.

Tornato in macchina, avvio il motore per partire verso la casa della castana.

Dopo quasi quarantacinque minuti finalmente arrivo davanti alla casa, scendo dall'auto e mi fiondo dentro casa. Arrivato davanti alla porta busso per poi vederla aprire. Il tempo che Hanji mi lasci un po' di spazio ed entro subito in casa.

<< Come sta? >> è la prima cosa che dico mentre i miei occhi sono fissi nei suoi.

La vedo mordocciare leggermente l'intero delle labbra per poi abbassare leggermente la testa.
Come mi aspettavo non è cambiato niente.
Un sospiro fuoriesce dalle mie labbra.

Perché non si lascia aiutare?
Perché continua a voler lasciarsi morire in mezzo a tutto quel dolore che lo divora da dentro?

Mi tolto la giacca e la poso su una delle serie della cucina per poi iniziare a salire le scale.

<< Levi sii delicato. È molto fragile soprattutto ora.>> mi raccomanda con un debole sorriso sulle labbra.

Inizio a salire le scale per arrivare davanti alla porta di camera sua.
La mia mano si appoggia alla maniglia ma non la abbassa.

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora