Capitolo Quarantacinque

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Devo dirglielo...

<< Levi aspetta.>> lo chiamo per attirare la sua attenzione.

Ok mi devo calmare. Non può andare male, giusto?

<< Levi ti ricordi di quella sera in discoteca? >> provo a chiedere guardandolo negli occhi mentre le mie mani giocano nervosamente con i bordi del maglione.

<< Parli di quella sera? Perché stai tirando fuori questo argomento?>>

<< Ok non ti arrabbiare ma lì dentro c'è... Jean.>>

<< Il ragazzo del biondino?>>

Ok o la va o la spacca

<< ... è il ragazzo di quella sera...>>

Ed ora aspettiamo la sua reazione.

Reazione che non si comprende.

Il suo volto non è mai stato così inespressivo. Non so se devo avere paura oppure no.

So di percetto che non l'avrà presa tanto bene.

<< Mi stai prendendo per il culo Eren?>> la sua voce è più fredda del solito. Come il suo sguardo

<< So quel che pensi ma non è così. Ho pensato molto a quella sera e se realmente lui voleva farmi del male perché non lo ha mai fatto prima? Sai quante volte a lavoro eravamo rimasti da soli nello sgabuzzino per fare l'inventario? Poteva perfettamente approfittarne ma non l'ha fatto.>> provo a farlo ragionare cercando di sembrare sicuro di ciò che dico. Sono sicuro ma il coraggio che prima avevo raccolto con tanta fatica se n'è andato a farsi benedire quando ho incontrato il suo sguardo. << Lo ammetto non ci sopportiamo molto. Siamo come cane e gatto, ma stiamo provando ad andare d'accordo perché io sono il migliore amico del suo ragazzo e lui è il ragazzo del mio miglior amico. E per quanto riguarda ciò che è successo quella volta l'abbiamo superata.>> mi avvicino prendendo le sue mani ed iniziando a giocare con le dita.
<< Posso chiederti solo un'ultima cosa? Questa sera rilassiamoci. Non voglio rovinare la serata a nessuno quindi non litighiamo, ok?>> lo guardo negli occhi accennando ad un lieve sorriso. Il suo sguardo non lascia il mio. Le sue mani abbandonano le mie per finire una sul mio fianco destro e l'altra sulla mia nuca. Mi avvicina al suo corpo annullando la distanza, anche se minima, che c'è tra noi mentre con l'altra mano mi spinge la testa verso il basso permettendo alle nostre labbra di incontrarsi.
Per un millesimo di secondo non so cosa fare. Lo stupore è così immenso che ogni fibra del mio corpo è bloccata. Per poi tornare a rispondere perfettamente a questo suo gesto improvviso. Le mie braccia abbracciano il suo collo mentre le mie dita annegano tra i suoi capelli. Le nostre bocche si muovono in sincronia mentre la lingua cerca di incontrare la gemella l'uno dell'altro. Mi stringo a lui sentendolo aumentare la forza dell'abbraccio.

<< Sei mio. >> continua a ripetere lasciandomi veloci baci per poi catturarmi il labbro inferiore e iniziare a torturarlo con morsi leggeri e leccate.

<< Levi... ci stanno aspettando...>> un leggero sospiro fuori dalla mia bocca mentre provo a richiamare la sua attenzione. Stringo leggermente qualche ciocca corvina provando a fargli smettere con questa piacevole tortura.

<< Sai che sono terribilmente geloso di te... Hai vinto, contento?>> sbuffa leggermente posando numerosi baci sulle mie labbra.

<< Lo so ed è per questo che ho voluto dirtelo. Non essere geloso di qualcuno che non ha lo stesso valore che attribuisco a te. Ti amo Levi.>> me ne esco lasciando un veloce bacio sulle sue labbra per poi entrare velocemente dentro il locale. Scorgo il mio tavolo e sorrido leggermente quando noto il mio migliore amico sorridere al suo amante.

<< Ma che cazzo mi scappi moccioso? Tanto mica il tavolo scappa?>> mi raggiunge il corvino avvolgendo con il braccio sinistro i fianchi.

<< Levi lo so che va contro la tua natura ma, per favore, potresti scusarti con lui? >> azzardo nonostante sappia perfettamente quale sarà la sua risposta.

<< Dimmi ma stasera ti sei fumato qualcosa prima di uscire? Sai perfettamente qual'è la mia risposta.>>

<< Beh ho voluto provarci. E comunque sappi che per poco non lo mandavi in coma. >> sospiro facendo spallucce. Vado a sedermi al mio posto sorridendo alla coppia.

<< Dove sei stato dannato?>> mi rimprovera lanciando uno sguardo preoccupato al suo ragazzo.

<< A prendere il mio ragazzo. Che c'è speravi che me ne andassi? Di la verità>> ridacchio leggermente per poi osservare la figura del mio corvino preferito dirigersi verso di noi.

<< Dove sono le pizze?>> si siede stringendomi immediatamente a sé.

<< Salve signor Ackerman.>> saluta educatamente il biondo.

<< Biondino è la trecento millesima volta che te lo dico: non sono un vecchio di quarant'anni, non darmi del lei e non chiamarmi signore, intesi?>> sbuffa incontrando, poi, per la prima volta lo sguardo di Jean.

<< Jean Kirschtein.>> si presenta tendendo la mano verso il corvino. Quest'ultimo osserva prima il mio "amico" poi la mano per tornare sul suo viso.

<< Levi Ackerman.>> si presenta anche lui stringendogli velocemente la mano. 

È positiva la cosa, vero?

A rompere la leggera tensione che si era fortata attorno a noi ci pensa la cameriera con le nostre ordinazioni.

Iniziamo a parlare del più e del meno; cioè io ed Armin tiriamo avanti una conversazione provando ad alleggerire ulteriormente l'atmosfera attorno a noi. Pian piano entrano anche il corvino ed il cavallo nella conversazione e ci ritroviamo tutti insieme a parlare di cretinate, a ridere di stupidaggini - escludiamo il fatto che il corvino è già tanto se accenna a una specie di sorriso -.

Ci ritroviamo a dimenticare tutto ciò che c'è intorno a noi.

Mi ritrovo a dimenticarmi di tutto.

Mi dimentico della confusione che annebbia la mia mente.

Mi dimentico dell'intera situazione in cui mi ritrovo a vivere.

Mi dimentico del mio eterno buio.

Mi dimentico del dolore che sboccia, come un fiore, ogni secondo in un angolo della mia anima.

Mi dimentico dei miei demoni.

Mi dimentico che tutta questa spensieratezza è solo qualcosa di momentaneo.

La stessa spensieratezza che ora mi fa sentire così normale, così giusto, così bene...

<< Credo che dobbiamo andare. Si è fatto tardi e poi domani è un giorno importante.>> se ne esce all'improvviso il corvino guardando l'orologio al polso sinistro.

<< Ma che ore ssono>> chiedo incredulo. E' impossibile che sia così tardi.

<< Mezzanotte e mezza. Domani dobbiamo svegliarci presto.>> si alza indossando la giacca tolta in precedenza.

<< Ma perché? Domani cosa c'è di così importante?>  non può essere il nostro mesiversario. Questa volta sono stato attentato.

<< Veramente non te lo ricordi?>> chiede prendendo il portafogli dalla tasca interna della giacca. Annuisco.

<< Domani c'è l'udienza,>>

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora