Capitolo Cinque

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<< Eren oggi è il gran giorno! Ritornerai a riprendere gli studi!>> continuava ad urlare Hanji dalla cucina.

Era contenta. Lo si poteva sentire dalla sua voce.

Ok Eren ce la puoi fare. Devi provarci. Anzi no: ce la devi fare! Ricordati che tutto questo lo fai solo per Hanji. E' l'unico modo che hai per ripagarla... Ora alzati dal letto ed affronta la giornata!

Sbuffando, mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno a farmi una doccia. Apro il getto d'acqua e lascio che le innumerevoli gocce d'acqua s'insinuino all'intero delle numerose cicatrici.

Sono terribilmente stanco.

In questi due mesi non sono riuscito a dormire. Ogni notte - sempre lasciando la abat-jour accesa - gli incubi invadono il mio sonno lasciandomi riposare si o no quattro ore - anche di meno -.

Non voglio far peoccupare ulteriormente Hanji. Fa già così tanto per me... e in più sono sicuro che lei mi farebbe prendere dei sonniferi e io non voglio.

Esco dal bagno, indosso dei boxer neri, dei jeans neri aderenti con una catena sul lato desstro, una camicia verde a scacchi, le Nike nere e la solita collana al collo e scendo a fare colazione con lo zaino sulla spalla sinistra e il cellulare sulla tasca posteriore destra. Finisco di bere il mio solito caffelatte - stra zuccherato come sempre -, mi dirigo con Hanji - indossa una camicia bianca, una giacca nera, dei pantaloni neri leggermente aderenti e delle scarpe nere - verso l'auto e dopo circa un'ora e mezza - dannato traffico - arriviamo davanti al liceo che dovrò frequentare : High School of Wings Of Freedom.

L'edificio, di tre piani e una terrazza gigante sopra di essi, è interamente bianca con numerose finestre che si affacciano su un enorme cortile ben curato dove sono presenti pochi studenti - probabilmente la maggior parte di loro saranno già in classe -.

Hanji mi accompagna in segreteria e, dopo aver firmato vari documenti ed aver ritirato il mio orario, se ne va lasciandomi solo con la segretaria - una donna sulla cinquantina, bassa, dalla carnagione scura, abbastanza baffuttella, dagli occhi nocciola e capelli corti dall'aspetto unti e neri -. La donna mi accompagna al secondo piano, pieno di armadietti - come tutti gli altri - e completamente deserto e mi lascia da solo davanti all'aula di matematica

Busso e, dopo aver sentito un "avanti" deciso, entro.

Davanti alla cattedra c'è un uomo alto, calvo, dalla carnagione leggermente abbronzata, con numerose rughe sulla fronte e degli occhi castani circondati da una penombra oscura che gli conferisce uno sguardo agghiacciante.

Tutti gli occhi sono puntati su di me e questo mi mette a disagio...

<< Scusi del ritardo professore. Sono appena arrivato in città e quindi... >> dico cercando di sembrare il meno agitato possibile.

<< Non mi interessano le tue scuse Eren Jeager! Vai a sederti accanto ad Arlet. >> dice indicandomi un posto in ultima fila, vicino alla finestra. Mi vado a sedere vicino al ragazzo che il professore mi ha indicato, lo saluto con un sorriso e lo osservo.

E' un ragazzo minuto, basso, dai lineamenti delicati incorniciati da capelli biondi e dagli occhi azzurri, simili a quelli di un cerbiatto. Indossa una maglia azzurra a maniche corte, dei jeans grigio chiaro e delle Vans bianche.

Cerco di seguire la lezione, ma è troppo noiosa - tra me e la matematica non scorre buon sangue - quindi decido di fare conversazione con il mio vicino di banco. Così prendo un foglio e inizio a scrivere.

" Hey sono Eren Jeager. Piacere di conoscerti :-)"

"Piacere mio. Mi chiamo Armin Arlet :-)"

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora