Capitolo Trentasette

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La giornata è appena iniziata e io già non ne posso più.

Sono a scuola ed è ancora la seconda ora di lezione: matematica. Giuro che tra poco mi alzo e me ne vado. Non ne posso più di sentire il professore parlare di derivate integrali e altre cazzate simili. Che poi mi spiegate a che cazzo serve sapere sta roba? A me a un cazzo. Mentre per Armin, che sta seduto accanto a  me a trascrivere ogni singola sillaba, è puro oro. Ogni cosa aliena che il professore dice lui subito la capisce e sa già come usarla mentre io, per quanto mi riguarda, neanche tra trecento anni riuscirei a capire la base di sta roba. 

Per rendere la giornata ancora più insopportabile questa mattina ci hanno avvisato che da domani saranno aperteapertele prenotazioni per le iscrizioni per le università. Non vi dico la felicità di Armin: era super gasato con le idee già chiare in testa per il suo futuro. In realtà c'è parecchia gente che ha già le idee chiare su ciò che farà una volta usciti da questo posto. E io ancora non lo so. Cioè so cosa vorrei ma non so se sia il caso di continuare su questa strada. Ne parlerò meglio con Hanje e Levi per un consiglio.

<< Jaeger! >> mi sento richiamare. Alzo lo sguardo dal foglio sul quale stavo scarabocchiando e capisco di essere spacciato dallo sguardo infuriato del professore. Non ho proprio il coraggio di rispondergli.

<< Ti vogliono in presidenza. >> dice accennando con il capo verso la figura della segretaria che non avevo proprio visto. 

In presidenza? E come mai? Non è un po' strano? Forse c'è qualcosa che non va con le carte, ma a questo punto non avrebbero fatto prima a chiamare Hanje? Insomma è stata lei a iscrivermi qui, lei si è occupata di tutto. E che poi non sarebbe strano chiedermi qualcosa sulle carte dell'iscrizione ora che siamo a quasi alla fine di gennaio?

Non mi sento tranquillo...

<< Può venire Arlet con me? >> chiedo rivolto più verso la segretaria che il professore. Spero che dica di si. Quella strana sensazione è aumentata quando ho notato che c'era qualcosa che non andava nel volto della donna. Annuisce. 

In silenzio entrambi ci alziamo dai nostri banchi per uscire poi dall'aula e seguire la donna.

<< Eren si può sapere che succede? Perché mi hai fatto uscire se vogliono te? >> mormora il biondo camminando di fianco a me.

<< Non lo so Armin, ma c'è qualcosa che non va. >> rispondo non distogliendo neanche per un secondo lo sguardo dalla schiena della donna. 

<< Arlet lei per favore aspetti qui. Solo Jaeger può entrare. >> parla dopo essere arrivati davanti a una porta di legno scuro per poi lasciarci e tornare alla sua postazione. Lancio uno sguardo veloce al mio amico, fisso per alcuni secondi le venature scure della porta e busso per poi abbassare la maniglia una volta aver avuto il permesso di entrare. 

Ok Eren va tutto bene, non è niente. Sicuro ti avranno chiamato per una cazzata. Sicuro.

Ed invece no.

Davanti alla scrivania occupata da un uomo anziano, calvo con le rughe che si distendono attorno agli occhi dorati e dei baffi bianco-grigio, sono seduti due uomini che speravo di non vedere: l'agente Yin e il suo collega l'agente Schultz. Perché sono qui?

<< Oh bene finalmente è arrivato mio caro ragazzo. Prego accomodati. >> dice indicando una delle sedie liberate da uno degli agenti << I signori qui presenti vorrebbero parlare con lei Jaeger. Per qualsiasi cosa io sono in segreteria se avete bisogno. >> dice rivolto agli agenti per poi uscire dall'ufficio. Una volta che la porta viene chiusa il mio sguardo si sposta verso i due uomini ora alzati. Titubante mi siedo su una delle sedie non distogliendo lo sguardo dagli agenti. I loro occhi non mi fanno capire la situazione. Sono impassibili. 

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora