Capitolo Trentuno

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È sera ormai. Ho appena finito il mio turno ed ora mi sto togliendo il camice.

Questa è stata di sicuro la settimana più stancante di questo mese. Sono stato più tempo in ospedale che a casa e ancora non ho capito come sia riuscito a non crollare.
Fanculo quel sopracciglione di Smith! Lui e i suoi turni del cazzo. Quando torna dalle sue vacanze del cazzo come minimo gli spacco la faccia!
E le emergenze del cazzo! Potevano benissimo risolverle da soli quei cretini incompetenti!
Era troppo chiedere un po' di tempo per trascorrerlo in santa pace con il mio ragazzo? A quanto pare è così.

Poso il camice all'interno dell'armadietto, indosso la giacca nera, prendo la borsa con le mie cose dentro ed esco dall'uffico senza aspettare quella fastidiosa dell'infermiera Ral. Non che sia antipatica o cosa, ma parla troppo per i miei gusti.

Uscito dall'ospedale, mi dirigo nel parcheggio, entro in macchina e parto verso la casa della Quattrocchi.
In realtà vorrei tornare prima a casa e farmi una doccia per togliere quel tipico odore di ospedale dalla mia pelle, ma, per questa volta, la farò direttamente appena raggiunta la casa della psicopatica.
Dopo un'ora e mezza di strada finalmente raggiungo il condominio di cinque piani grigio e parcheggio l'auto nel garage sotterraneo.

Finalmente potrò stare con il mio Eren.

Potrò finalmente posare le mie labbra sulle sue ed assaporarne quel suo sapore così unico.

Potrò finalmente posare le mie labbra sul suo collo e percepire le vene pulsare in modo irregolare sotto il mio tocco

Potrò finalmente stringere il suo corpo tra le mie braccia e sentirne il piacevole calore.

Potrò finalmente posare le mie mani attorno ai suoi fianchi e percepire quei piccoli brividi che attraversano il suo corpo ogni volta che lo sfioro...

Entro in ascensore, premo il pulsante del piano dove vive la Quattrocchi e, dopo essere arrivato, mi avvio verso l'appartamento. Quasi vicino alla porta d'ingresso noto che c'è qualcosa che non va: la porta è leggermente socchiusa.

Ed Hanji non la lascerebbe mai socchiusa.

Con molta cautela apro molto lentamente la porta senza fare alcun rumore ed entro in casa. La casa è avvolta dal silenzio spezzato di tanto in tanto da qualche rumore - più che rumori sembrano dei lamenti - che vengono dal salotto. Prendo il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni neri e compongo immediatamente il numero della polizia.

C'è qualcosa che non va.

Dopo aver spiegato all'agente Yin la situazione - a quanto pare era di turno alle chiamate - ed avermi assicurato che sarebbero arrivati il prima possibile, riattacco e riporto il cellulare nella tasca posteriore dei pantaloni. Lentamente mi dirigo verso la cucina nella speranza di riuscire a fare il meno rumore possibile. Mi nascondo dietro la penisola e cerco di capire il perché di quei lamenti. Sporgo leggermente la testa e finalmente comprendo il perché di quei lamenti.
Ci sono due uomini, si spalle che stanno parlando tra di loro. Uno ha le spalle e la schiena molto robusta e ha i capelli biondi, mentre l'altro, capelli scuri, è decisamente molto alto ma non possiede tutti quei muscoli che ha il biondi. Davanti a loro ci sono altre due persone rannicchiate sul pavimento, persone che ho subito riconosciuto. Riesco a riconoscere Hanji con le caviglie legate, i polsi bloccati dietro la schiena, una benda davanti alla bocca e lo sguardo puntato verso gli intrusi con gli occhiali leggermente inclinati e i capelli spettinati. Accanto a lei c'è Eren con le caviglie e i polsi legati,gli occhi e la bocca coperti da delle bende umide a causa delle lacrime che posso vedere scorrere sulle sue guance.

<< Io vado di sopra a controllare. >> mormora quello biondo con voce profonda iniziando a dirigersi verso le scale che conducono al piano superiore.

<< Di lei cosa ne facciamo? >>

<< Ci ha visti e poi al capo serve solo il ragazzo. >> ride salendo di sopra.

Merda! Merda! Merda!

Già la situazione mi stava facendo incazzare, ora è anche peggio.

Il biondo scompare nel piano di sopra lasciando il suo complice da solo.

Devo agire in fretta.

Senza neanche riflettere sulla situazione, mi sposto furtivamente dietro l'intruso e, come se il mio corpo fosse comandato da una volontà propria, gli do un colpo dietro il ginocchio - così da averlo più o meno alla mia stessa altezza - e gli copro la bocca con la mano destro. Passo il braccio sinistro sotto il mento e lo spingo verso l'alto facendo intanto pressione sul collo. Cerca di liberarsi dalla mia presa e per tutta risposta aumento la pressione sul suo collo. Tempo qualche secondo e il ragazzo sviene completamente. Lo adagio sul pavimento e, svelto, provo a liberare Hanji dalle strette corde che la bloccano, ma mi blocco subito non appena sento dei rumori venire da sopra.

Sta scendendo, merda!

Guardo Hanji, sperando che capisca la situazione, e torno a nascondermi dietro la penisola. Sbircio dal mobiletto e noto che Hanji sta provando ad allentare le il nodo delle corde.
Prendo il cellulare, scorro sul numero dell'agente Yin e porto il cellulare all'orecchio. Dopo vari squilli finalmente sento che ha risposto.
Gli spiego velocemente la situazione e lui mi assicura che la sua pattuglia è a pochissimi metri dall'edificio. Riattacco sperando che sia realmente così e mi concentro sull'attuale situazione.

Devo trovare un modo per farci uscire da questa situazione e guadagnare tempo fino all'arrivo della polizia.

Le scale scricchiolano sotto il peso dell'uomo e io solo ora mi rendo conto di aver lasciato il suo complice ancora disteso per terra.
Mi avvicino al corpo e provo a spostarlo, ma non riesco a spostarlo di un millimetro. Senza aver avuto il tempo di realizzare che cosa sia successo mi trovo scaraventato per terra con un dolore lancinante che attraversa la parte sinistra del mio volto.
Mi riprendo grazie alle urla di Hanji che mi arrivano dritto alle orecchie. Purtroppo non sono stato molto veloce, però. Un altro pugno mi arriva in pieno volto insieme al tipico dolore. Provo a reagire ma un peso opprimente mi schiaccia sul pavimento impedendomi di fare qualunche movimento.

È così rimango: schiacciato e costretto ad incassare colpo dopo colpo.
Con la coda dell'occhio riesco a percepire Hanji che prova a liberarsi dalle corde mentre, piangendo, continua ad urlare contro intruso di fermarsi.

Dovrebbe smetterla. Potrebbe terrorizzare ancora di più Eren.

Facendo ricorso a tutta la mia forza, riesco a colpirlo con una gomitata sotto il mento facendolo così cadere all'indietro. Rapidamente mi alzo dal pavimento per poi scaraventarmi su di lui. Lo colpisco in piena faccia senza fermarmi neanche per un second.
Anche quando iniziano a farmi male le nocche.
Anche quando inizio a vedere del sangue sporcare le mie mani.
Non mi fermo.
Non mi interessa se quel rosso è mio oppure no.
Non mi fermo neanche con la voce di Hanji, rotta dalla disperazione e dal pianto, che mi supplica di smetterla.

Altri due colpi - in realtà non so quanti ne ho dati ora - e mi blocco.

Devo darmi un freno. Non voglio spaventare Eren.

Nello stesso istante in cui mi sollevo dal corpo del tizio conciato veramente male, la porta d'ingresso si spalanca permettendo l'entrata della polizia. Il primo a fare il suo ingresso è l'agente Yin che, appena mi vede, comprende subito la situazione.

Ho rischiato di perdere completamente il controllo davanti a lui.

Davanti a Eren...

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora