Capitolo Sedici

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Da quella sera sono passati quattro giorni.

Mi sono comportato normalmente con Levi - il quale si è arrabbiato quando ha scoperto che ho buttato il flacone - e ho sempre fatto "preso" gli antidepressivi. Sono ritornato a scuola e a quanto pare, escludendo Armin, nessuno si è accorto della mia assenza. Armin era realmente preoccupato per me ma non posso dirgli che cosa mi è accaduto: non voglio la sua compassione.

E' solo la prima ora, fisica, e già non ne posso più.

Voglio tornare a casa ma se ripenso a quel gelo che alleggia lì dentro cambio immediatamente idea.

Senza farmi notare dal professore mi guardo intorno.

Sono tutti così affaccendati nel seguire questa noiosa lezione per compiere un perfetto compito per un perfetto voto per un perfetto diploma per entrare in una perfetta università per una perfetta laura che servirà a trovare un lavoro nel quale dovranno affacendarsi per guadagnare abbastanza soldi che subito spariranno.

Fa così pena...

E' tutto inutile.

Alla maggior parte di questi non interessa nemmeno la materia. Beh tutti tranne Armin che raccoglie ogni singola parola del professore come se fosse oro colato.

Suona la campanella e immediatamente esco dall'aula.

Voglio andarmene.

<< Eren aspetta. >> dice Armin bloccandomi per il braccio.

<< Che c'è? >>

<< Ecco... non vorrei essere invadente ma posso sapere che cosa ti è successo? >>

<< In che senso? >>

<< Ecco non so ma ti stai comportando in modo strano in questo periodo. >>

<< Armin non so prorpio di che cosa stia parlando. Senti devo andare ci vediamo dopo. Ciao. >> dico leggermente esasperato per poi dirigermi verso l'aula di letteratura straniera.

Mi dispiace di aver trattato in quel modo Armin ma non lo voglio ascoltare. So perfettamente che mi sto comportando in modo strano ma non ho alcuna voglia di parlarne.

Non ora almeno.

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Sono tornato a casa prima oggi rinunciando a frequentare il corso di storia dell'arte. E ovviamente vi starete chiendendo come mai: semplice oggi non mi andava.

Brontolo non c'è ma mi ha lasciato - come sempre - un biglietto accanto a delle pillole in camera mia.

Indovinate un po' che dice?

"Prendi le pillole."

E indovinate un po' hce sto per fare io?

Esatto: le sto buttando come sempre d'altronde.

Butto lo zaino ai piedi della scrivania, sblocco il cellulare e faccio partire My Songs

Know What You Did In The Dark* dei Fall Out Boy. Prendo il blocco da disegno e la matita dal cassetto accanto al letto e inizio a scarabbocchiare qualcosa.

Se devo essere sincero per un po' ho provato a prendere quelle dannate pillole che mi ha dato ma non funzionano. Oltre a stancarmi maggiormente mi sono accorto che ogni volta che le prendo mi sento ancora più...triste, più depresso di prima. Come se quel bricolio di vita che era in me si fosse spento del tutto.

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora