Capitolo Diciassette

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POV'S LEVI

<<Quindi, ricapitolando signor Ackerman, lei è uscito dall'ospedale in cui lavora verso le 16:00 ed è tornato a casa verso le 16:45. Quando stava per superare il portone principale ha notato questa busta all'intero della sua cassetta della posta e l'ha presa. Mi dica, in quel momento, non ha notato niente di strano o qualcuno di sospetto nei paraggi? >> chiede per l'ennesima volta l'agente Erd Yin e per l'ennesima volta mi trovo ad affermare.

Perchè un agente di polizia si trova nel mio appartamento?

Venti minuti fa, più o meno, ero in camera mia a prepararmi un dolce e rilassante bagno e quando ormai stavo per spogliarmi sentii un urlo disperato provenire dal salotto. Avevo lasciato la mia stanza e quando ero arrivato in salotto trovai Eren rannicchiato su se stesso, con le lacrime agli occhi e con lo sguardo vuoto. 

Mi avvicinai a lui e in quel momento notai una delle mie tazze da caffè distrutta in mille pezzi ed immersa in una pozza di cioccolato. 

Ma in quel momento non mi importava.

Gli occhi di Eren erano più spenti del solito. In essi non c'era nessuna traccia di un qualsiasi sentimento, nessuna traccia di qualsiasi emozione, nessuna traccia di una scintilla di vita...

E più mi soffermavo ad osservarli più mi sentivo... male.

Notai le sue mani tremare violentemente ed in quel momento mi spaventai. Se non avess ifatto qualcosa all'istante poteva farsi seriamente male.

Immediatamente mi sedetti accanto a lui e, con slancio, lo avvolsi tra le mie braccia. Iniziai ad accarezzargli lentamente la schiena con la speranza di riuscire, almeno in parte, a calmarlo. In quel momento mi ero accorto del contenuto di quella busta.

Era... raccapricciante.

In quel momento ho pensato che anch'io, se fossi stato al suo posto, avrei reagito in quel modo.

Stringendolo maggiormente a me, lo presi a mo' di sposa e lo portai in camera sua. Lui aveva iniziato a piangere e si era attaccato, come un koala, alla mia maglia. Lo adagiai dolcemente sul letto, ma lui non aveva intezione di lasciarmi andare.

<< Eren torno subito. Non me ne vado. Riposati, ok? >> gli dissi accarezzandogli dolcemente i capelli.

Non capii come, ma lui mi lasciò andare rannicchiandosi in posizione fetale continuando con il suo pianto silenzioso.

E fu in quel momento che ho chiamato la polizia, ma ora vorrei soltanto che se ne andassero: sono preoccupato per Eren.

<< Bene signor Ackerman la ringrazio per il suo aiuto e la sua disponibilità. Prendiamo noi la busta e il suo contenuto. Se nota qualcosa di strano ci chiami immediatamente. >> e così dicendo l'agente Yin, l'agente Bossrd e l'agente Schultz se ne vanno portando con loro quella dannata busta.

Vado in cucina, prendo uno straccio, la scopa e la paletta, ritorno in salotto e pulisco in disastro di cioccolata. 

Se non fossi arrivato in tempo molto probabilmente ed inconsapevolmente Eren si sarebbe fatto male camminadoci sopra.

Poso gli strumenti di pulizia e ritorno al piano superiore.

Non so che fare.

Forse dovrei chiamare Hanji. Infondo lei è una professionista, una psicologa quindi saprà di certo come tranquillizzare Eren.

Però lui ha bisogno di aiuto ora!

Che posso fare?

Forse le pillole...

Save Me From The DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora