Arrivata a casa, accendo la tv, mi preparo un frullato e poi mi butto sul divano. Ho ancora in testa l'immagine di quel ragazo tatuato. Continuava a fissarmi, e in quello sguardo c'era odio, preoccupazione.. dolore? Non mi piaceva affatto, ed era alquanto inquietante.
Mamma e papà sono partiti prima, sono andati qualche giorno a Brooklyn da mia zia, così io e Bryan siamo soli.
La porta di casa si apre e mio fratello compare in salotto con Dave, Antony e Steve.
<<Ciao ragazzi!>> Spengo la tv. <<Ciao Steve!>>
<<Ciao!>> Mi saluta con un sorriso e poi tutti e quattro si siedono attorno al tavolo. Li raggiungo.
<<Vi ringrazio per avermi invitato da voi..>> Steve è un ragazzo davvero educato.
<<Stasera potremmo andarci a mangiare una pizza, ci state?>> Propone mio fratello, e i due ragazzi annuiscono.
<<Vieni anche tu, Serena?>>
<<Certo che vengo anche io.>>
<<Come mai oggi quel ragazzo ti ha aggredito?>> Chiede curioso il ragazzo accanto a Bryan.
Giusto, sta parlando di Robert. <<Gli ho tirato un pugno.>> Mi scappa una piccola risata. <<Me ne ha fatte troppe. E' una storia lunga, ormai passata, e non ne vale la pena parlarne.>>
<<Si, mia sorella ultimamente è molto.. aggressiva.>>
Antony mi fa l'occhiolino. <<Mmmh.. mi piacciono le ragazze aggressive..>>
Lascio perdere e continuo a parlare con Steve. <<Hai già fatto amicizia con qualcuno del corso che abbiamo in comune?>> Cioè, il corso di lettaratura inglese.
<<Proprio fatto amicizia no.. ma qualcuno mi ha parlato, la ragazza con i capelli rosa, il biondino..>>
<<Meryl l'ha già addocchiato?>> Scherza Dave.
<<Probabile.>> Sorrido. Anche se non sembra il tipo di Meryl. Di Lucky invece, mi preoccuperei un po'.
<<Che ti ha detto Lucky?>> Poi Bryan si corregge. <<Si, il biondino.>> Precisa.
<<Niente di che, abbiamo parlato un po'. Mi sembra un tipo simpatico, sveglio.>>
<<Oh, non fidarti di quel verme.>>
<<Stai zitta Serena!>> Antony si mette a ridere. <<Parli proprio tu? Avevate una bella storiella, tanto bella che avete condiviso molte cose insieme.>> Mi guarda con un sorriso malizioso facendomi l'occhiolino.
<<Si, ma poi si è rivelato la persona schifosa che era..>> Odio quando mi fanno queste battute. Se una cosa succede è perchè c'è sempre un motivo. <<E poi lo amavo davvero Antony..>>
<<Dai, si è passato chiunque.>>
Come se non lo sapessi.
Il campanello suona. <<Vado io.>> Figuriamoci se qualcuno si alza.
Quando apro la porta il mio respiro si ferma. Un brivido mi solletica lo stomaco e poi, quel brivido, si espande in tutto il corpo.
Non so il perchè di questa reazione. Non so se è il fatto che è davanti a me, o il fatto che sia così bello da togliere il fiato. Insomma, ha la camicia non del tutto sbottonata, i jeans strappati, e i capelli tutti spettinati. La sua giacca di pelle, sopra la camicia, è aperta e lascia intravedere il suo fisico perfetto.
Come posso fare finta che vada tutto bene?
Lo guardo un attimo e poi ritorno a noi. <<Ciao.>> Dico, quasi in un sussurro.
<<Ciao, ti disturbo?>> Si mette le mani in tasca e continua a fissarmi.
<<Cosa vuoi?>>
Si passa la lingua sopra il labbro inferiore. <<Posso parlarti?>>
<<Se proprio devi..>> Gli faccio cenno di entrare in casa e quando lo vedono, tutti iniziano a guardarci male. Soprattutto mio fratello.
<<Cosa ci fai qui?>> Gli chiede Bryan alzandosi. <<Quanto puoi essere incoerente?>>
<<Devo parlare a tua sorella.>>
<<Per ricordargli che mentre stavi con lei te la spassavi con un'altra?>> Incrocia le braccia e scuote la testa. <<Fammi questo favore..levati dalle palle.>>
Il ragazzo accanto a me sbuffa. <<Bryan.. per favore..>>
<<Sai bene perchè non ti voglio qua.>>
<<Certo che lo so!>> Lucky allarga le braccia e poi le fa ricadere lungo ai fianchi. <<Ma cazzo! Devo parlare a Serena. Puoi farti gli affari tuoi per una volta?>>
<<L'ultima volta che mi sono fatto gli affari miei è finita male.>>
<<E' tutto okay Bryan..>> Gli rivolgo un sorriso per rassicurarlo.Poi, faccio cenno a Lucky di seguirmi.
Non credo di resistere ancora per molto nel vederlo così, perchè giuro, muoio dalla voglia di baciarlo.
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A STORM INSIDE ME 2
FanfictionE' scappata da New York per paura. E' scappata perchè non aveva scelta, il dolore l'aveva schiacciata e lei non riusciva più a respirare. I giorni in California passavano ma i ricordi no, non riusciva a farseli scivolare dalla pelle: Lucky era tut...